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10 numeri 10 di provincia

19 Marzo 2021

Lamberto ZAULI

Un fenomeno. Uno che sa far gol, da fermo e su punizione, uno con fantasia, capacità di far ripartire l’azione e di fare gol decisivi. Uno che non ha indossato sempre in carriera la maglia numero 10, ma che se la merita senza dubbio ad honorem. Quello che sapeva fare in campo Lamberto Zauli lo ha sublimato e raccontato nella notte di Vicenza-Chelsea, semifinale della Coppa delle Coppe 1997-98 della squadra di Guidolin contro gli inglesi di Vialli allenatore e giocatore, di Roberto Di Matteo e Gianfranco Zola. Su quella partita c’è il sigillo del Principe: controllo volante, dribbling e sinistro mirato all’angolo, nulla da fare per il portiere inglese. Pupillo di Guidolin, che lo porta con sé sia a Bologna che a Palermo, Zauli probabilmente dà il meglio di sé nelle stagioni rosanero, che lo hanno definitivamente consacrato. Con il 10 sulle spalle, finalmente.

Francesco COZZA

Un’intera carriera legata alla Reggina, dove al numero 10 (e al 35) associano inevitabilmente il suo viso prima di tutti gli altri. È stato un interprete degno del ruolo Ciccio Cozza da Cariati, capitano, bandiera, condottiero della squadra calabrese, protagonista con Emanuele Belardi di due storiche promozioni. Classe cristallina quella di Cozza, manna per gli attaccanti che sono passati dalle parti del Granillo e lui stesso miglior marcatore della squadra in Serie A insieme a Nick Amoruso, entrambi con quaranta reti. In carriera anche le importanti parentesi di Cagliari, Lecce, Siena e Salernitana, ma è la Reggina a costituire per lui l’amore della sua vita, tanto da assistere anche all’ultima partita giocata. Lui con la maglia della Salernitana, intorno il Granillo. Sipario.

Ighli VANNUCCHI

È uno di quelli che al Fantacalcio hanno sempre fatto comodo. Trequartista, esterno d’attacco, nessuna differenza nelle giocate di Ighli Vannucchi, storico numero 10 ad Empoli ma protagonista anche con Salernitana, tornata in Serie A dopo praticamente una vita e Venezia, quello di Pippo Maniero per intenderci. Un anno ad Empoli, la comparsata a Palermo e poi il ritorno agli azzurri toscani, per restare fino al 2010, di cui quattro con la 10 sulle spalle. La promozione in serie A con Tavano, Lodi, Almiron, Buscé e Ficini e gli ottimi risultati nella massima serie (da non dimenticare le 19 reti nel campionato 2005-06 di Tavano). Nel 2006-07 il 10 e la fascia di capitano per Vannucchi e la storica qualificazione alla Coppa UEFA della stagione successiva (con gli innesti di Giacomazzi, Marchisio, Giovinco e Abate), che termina però con la retrocessione in Serie B. Sono 281 le presenze di Ighli con l’Empoli, arricchite da trentasei reti. È uno che ci sa ancora fare, Vannucchi. Per conferma chiedere allo Spianate Calcio, dove è tornato a giocare nel luglio 2019. E a farlo ancora come si deve.

È stato difficile, e non pretendiamo, anche stavolta, né di aver accontentato tutti né di essere stati esaustivi. Perché un numero 10, effettivo o in pectore che sia, non ha confini, e non può essere giudicato in maniera oggettiva. Chi veste quella maglia ha il dono di accendere fantasie e di regalare sogni, a San Siro come al Bentegodi, al Bernabeu come al Granillo. Ed ha un gusto molto dolce, vestire i panni del condottiero, di colui che può rendere possibile la vittoria di Davide contro Golia. Lo sanno bene Hagi e Zico, fenomeni del calcio mondiale passati da noi non al Milan o alla Juventus ma al Brescia e all’Udinese, e ancora meglio Roberto Baggio e Beppe Signori, pezzi del nostro cuore che hanno scelto la provincia per rinascere, tornare grandi e regalare gioia.

Yari Riccardi