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20 giocatori ad aver giocato il Derby di Milano con entrambe le maglie

13 Ottobre 2020

Thomas HELVEG

Già ad Udine l’esterno danese è un elemento insostituibile nello scacchiere di Zaccheroni. Ed è per questo che il tecnico emiliano lo pretende anche al Milan per ricomporre un sistema di gioco tanto innovativo: quanto efficace. Insieme a Bierhoff, Helveg vince lo Scudetto nel 1998-99 e resta in rossonero pur non giocando titolare. Fa in tempo ad alzare la Champions League a Manchester, prima di passare sull’altra sponda del Naviglio dove, tuttavia, non lascia alcun segno particolare. Dopo l’Inter andrà via dall’Italia per non fare più ritorno.

Domenico MORFEO

La storia di Morfeo meriterebbe un capitolo a parte, ma non c’è né tempo, né lo spazio a sufficienza: forse, Mimmo è stato uno dei calciatori più incompresi degli ultimi vent’anni. Interprete sublime nell’arte dell’ultimo passaggio che, però, non ha raccolto tutto ciò che, per meriti tecnici, avrebbe meritato. Non lo ha fatto nelle tredici presenze in rossonero, nella stagione tricolore di Zaccheroni, e nemmeno qualche anno dopo nell’Inter di Cuper. Chissà come sarebbe stato se Morfeo fosse esploso definitivamente: un interrogativo che ci lascia pieni di malinconia. 

Christian PANUCCI

Con il Milan di Capello riesce a vincere persino una Champions League: si ripeterà più avanti nel Real Madrid, ai danni della Juventus, diventando anche il primo italiano a vestire la maglia delle Merengues, prima di approdare all’Inter di Lippi dove, però, non ha trovato egual fortuna. Terminata la carriera è stato anche l’allenatore in seconda della nazionale russa, collaborando al fianco del tecnico friulano con cui, da giocatore, ha avuto il sodalizio migliore

Christian VIERI

Siamo davanti ad uno dei cannonieri italiani più letali degli anni ’90 e 2000: Christian vanta oltre 250 gol in carriera – tra cui anche la millesima rete della storia della Nazionale – e, con un signore di nome Ronaldo, ha composto (seppur per brevissimo tempo) un tandem da brivido nonostante i pochi trofei alzati. Il suo nome si lega indissolubilmente ai nerazzurri, sebbene sulla via del tramonto abbia vestito la maglia dei cugini per quattordici volte.