20 giocatori ad aver giocato il Derby di Milano con entrambe le maglie
13 Ottobre 2020
Maurizio GANZ
Un uomo da quasi duecento reti in carriera. Quando passa dal nerazzurro atalantino a quello interista, i tifosi della Nord gli dedicano uno striscione che sintetizza la sua abilità da rapace d’area: El segna semper lü. L’ombra del Fenomeno è talmente grande che lo costringe ad emigrare dall’altra parte del Naviglio: nel gennaio 1998 si trasferisce al Milan e vince lo Scudetto nella stagione successiva, rivelandosi decisivo in molte occasioni subentrando dalla panchina. In totale saranno undici le segnature della punta friulana in rossonero.
Edgar DAVIDS
L’idea che il mondo del calcio ha degli olandesi è quella di giocatori tecnici ed elegantissimi: se Edgar Davids è soprannominato il Pitbull, l’eleganza non è però la prima cosa che viene in mente. Eppure, le parentesi con il Milan e con l’Inter sono state le meno fruttuose della sua carriera: poche presenze sia da una parte che dall’altra, intervallate dalla lunga esperienza alla corte della Vecchia Signora, dove invece si afferma definitivamente. La copertina di FIFA 2003 con lui, Giggs e Roberto Carlos (o Larcos, se preferite) è pura nostalgia.
Roberto BAGGIO
Sua Maestà Roby, l’icona della Nostalgia, con il maiuscolo che in questi casi è d’obbligo: il Divin Codino arriva a Milano due anni dopo la conquista del Pallone d’Oro e nella prima stagione in rossonero gioca quasi sempre titolare, vincendo la classifica degli assistmen. Il secondo anno milanese è pressoché deludente per lui e per la squadra, ragione per cui fa le valige in direzione Bologna e per conquistarsi un posto per il Mondiale francese del ’98. Poi torna sotto la Madonnina, stavolta per giocare con l’Inter: diciassette gol in cinquantanove presenze, sebbene l’ultima stagione, la 1999-00, venga schierato poche volte da Lippi in un reparto d’attacco che annovera nomi come Vieri, Recoba, Zamorano. E il Fenomeno, che merita sempre una menzione a parte. Nonostante questo, si fa sempre trovare pronto nei momenti decisivi: vero, Gigi Buffon?
RONALDO
11 marzo 2007, quarantesimo minuto del derby di Milano: Ronaldo si crea lo spazio per scaricare un rasoterra di sinistro che si infila alle spalle dell’estremo difensore interista Julio Cesar. È il gol del vantaggio rossonero e Ronie si porta le mani alle orecchie. La Nord lo ha fischiato tutto il tempo, ma non è servito a distrarlo. La storia d’amore tra l’Inter e il Fenomeno la conosciamo tutti, il suo passaggio al Milan dopo gli anni galactici al Real Madrid sembra inspiegabile per chi quell’amore nei suoi confronti lo ha provato dall’estate ’97 alle lacrime del 5 maggio 2002. Dopo il ritiro, il brasiliano dichiarerà alla stampa i motivi di quella scelta: «Avevo bisogno di giocare: prima di firmare per il Milan ho chiamato direttamente la società nerazzurra per sapere se mi volesse, ma mi hanno detto di no». Una parentesi di venti partite e nove gol segnati, che non cancellano le cinquantanove reti nerazzurre, di cui quattro nei derby, in quasi cento presenze.
Nicola Leno
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