La Top 11 dei doppi ex del Derby della Mole
4 Luglio 2020
Torino. Il derby della Mole. Il cuore granata contro la potenza bianconera. Nostalgicamente parlando, il Toro contro la Zebra. Una di quelle stracittadine particolarmente sentite, ricche di passione.
Non parliamo soltanto del primo derby, ma anche della partita tra squadre della stessa città più longeva del calcio italiano. La rivalità che contraddistingue anche le classi sociali all’ombra della Mole Antonelliana: il mondo operaio granata contro la borghesia cittadina bianconera, guidata dalla famiglia Agnelli. Una sfida che negli anni ha visto affrontarsi i maggiori esponenti del calcio italiano. Dal Grande Torino, alla Juventus di Sivori, Charles e capitan Boniperti, dall’armata “trapattoniana” ai ragazzi del Mondo.
Sfide epiche: Piola contro Valentino Mazzola, Graziani e Pulici in opposizione a Scirea e Gentile, senza dimenticarsi dei duelli fra Junior e Michael Laudrup, Zaccarelli e Platini. Impossibile non ricordare la famosa sfuriata di Pasquale Bruno che si beccò otto giornate di squalifica dopo essere stato espulso e, successivamente, cercò di aggredire l’arbitro Ceccarini, tentativo reso vano solo grazie all’ intervento dei suoi compagni che evitarono il peggio. Oppure la clamorosa rimonta granata dell’ottobre del 2001 dove Lucarelli, Ferrante e Maspero recuperarono tre gol ai rivali bianconeri, con lo stesso Maspero che scaverà la famosa “buca” che porterà Salas a sbagliare il rigore del possibile 4-3 juventino.
In tutto, dal 1907 ad oggi, partendo dal Velodromo Umberto I, passando per il Filadelfia, il Comunale, il Delle Alpi e le nuove strutture dei giorni nostri, ovvero il nuovo Olimpico – Grande Torino e lo Juventus – Allianz Stadium, sono 199 i precedenti, in gare ufficiali, del Derby della Mole; con 87 vittorie bianconere, 56 granata e 56 pareggi. Lo juventino Giampiero Boniperti è il miglior marcatore con quattordici reti, mentre il granata Giorgio Ferrini e Teobaldo Depetrini sono gli alfieri della stracittadina, con trenta presenze cadauno.
Aspettando l’attesissima sfida numero 200, abbiamo stilato una Top 11 dei giocatori che nel corso della loro carriera hanno indossato entrambe le casacche, utilizzando un modulo elastico. Ah, non arrabbiatevi se vedete qualche nome illustre fuori dall’undici titolare, con un attacco del genere era inevitabile fare qualche scelta “dolorosa”.
Lucidio SENTIMENTI IV – Juventus: 170 presenze – Torino: 4 presenze
Figlio di una famiglia da record che sfornò la bellezza di cinque calciatori, Lucidio detto Cochi era il quarto di sei fratelli e iniziò a giocare giovanissimo. Parte a sedici anni da Modena con una storia d’altri tempi: senza un ruolo definito, a volte portiere altre attaccante, realizzò il penalty che interruppe la serie positiva del fratello Arnaldo di nove rigori parati consecutivamente. Poi l’approdo alla Juventus che era alla ricerca di un estremo difensore. In bianconero giocò quattro campionati con oltre 160 presenze e dove conquistò la maglia della Nazionale. Nel 1947 nell’amichevole contro l’Ungheria fu l’unico giocatore non del Torino schierato dal commissario tecnico, Vittorio Pozzo. Fece qualche apparizione proprio con i granata alla fine della sua carriera.
Pasquale BRUNO – Juventus: 100 presenze – Torino: 103 presenze
L’unico, inimitabile, ‘o Animale. Prendere o lasciare: lui è così. Schietto, sincero, senza peli sulla lingua, per sua stessa ammissione diventato ricco e famoso grazie alla cattiveria che mostrava in campo. Non rinnegò mai il passato e lo stile bianconero, con cui approdò nel grande calcio e vinse una Coppa Italia e una Coppa UEFA, ma sarà la maglia granata a rimanere indelebile sulla pelle del difensore leccese. Come già citato, famosa la sfuriata nel derby del 1991 contro l’arbitro Ceccarini che gli costò otto giornate di squalifica. Sempre in chiave stracittadina, sono ormai note le sue antipatie per Casiraghi, Roberto Baggio (con Dino nonostante qualche pugno di troppo sembra aver chiarito) e Bonucci, nonostante quest’ultimo, non lo abbia mai incrociato sul campo. Indemoniato.
Emiliano MORETTI – Juventus: 15 presenze – Torino: 198 presenze
Nell’ottima esperienza alla Fiorentina, il difensore romano riesce a mettersi in mostra tanto da meritare la chiamata bianconera. Nella Juve parte bene, gioca titolare e vince la Supercoppa Italiana, esordisce in Champions, ma poi sparisce dai radar di mister Lippi e a gennaio si trasferisce a Modena. Seguiranno le esperienze di Bologna, Valencia e Genoa, poi a trentadue anni la chiamata granata. Alcuni supporter e addetti ai lavori del Toro storceranno il naso definendolo un acquisto superfluo e un giocatore sul viale del tramonto. Lui risponde sul campo: titolare fisso in una squadra che va a mille, calciatore con più presenze dell’era Cairo e chiamata in nazionale, diventando l’esordiente azzurro più anziano di sempre. Chapeau.
Gianluca PESSOTTO – Juventus: 366 presenze – Torino: 36 presenze
Piccola doverosa forzatura. Lui che è un terzino sinistro doc lo schieriamo sulla corsia di destra, ruolo non propriamente suo ma che comunque nell’arco della sua carriera ha ricoperto con ottimi risultati. Dopo la gavetta fra C2 e B con le maglie di Varese, Massese, Bologna e Verona, nella stagione 1994-95 arriva la chiamata del Toro e il conseguente esordio in Serie A. Saranno trentadue in totale le gare di campionato, insaporite dalla rete che regalò i tre punti ai ragazzi di Sonetti contro la Fiorentina. Una stagione giocata con il giusto mix di quantità abbinata alla qualità, che gli valse il trasferimento alla Juve. Da li la storia è nota: undici stagioni e una bacheca da urlo con quattro Scudetti più uno revocato, quattro Supercoppe Italiane, ma soprattutto una Champions League, una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale e una Coppa Intertoto.
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