Privacy Policy La Top 11 dei calciatori usciti dalla cantera del Newell's Old Boys potrebbe vincere contro chiunque

La Top 11 dei calciatori usciti dalla cantera del Newell’s Old Boys potrebbe vincere contro chiunque

2 Marzo 2021

Qui ha iniziato ad insegnare il calcio Marcelo Bielsa e, solo questo, vale il prezzo del biglietto. E a Rosario lo venerano tanto da avergli dedicato lo stadio, un aspetto che è un privilegio quando si è già andati dritti al Padreterno, figurarsi da vivi. Ma il Newell’s Old Boys, fondato come tanti altri club in giro per il mondo da un inglese, in questo caso da Isaac Newell, è uno dei quei club da cui sono usciti tanti atleti di spicco, capaci di far carriera alle nostre latitudini. Qualche nome? Basterebbe Messi. Ma vi dicono qualcosa Balbo, Sensini e Samuel? Per non parlare di Maxi Rodriguez, il cui sangue ha di certo riflessi rossoneri. Tra questi, spegnendo oggi 49 candeline, c’è Mauricio Pochettino, attuale tecnico del Paris Saint Germain: uno che da Bielsa è stato forgiato, da giocatore, per poi diventare uno degli allenatori di grido del panorama europeo. 

Norberto SCOPONI

Forse il nome meno noto di questo starting eleven, ma di certo uno dei giocatori che più ha legato la propria carriera al Newell’s, difendendone i pali per un paio di lustri. Classe 1961, diventa famoso suo malgrado per una locura di Bielsa: durante una partita viene fischiato dal pubblico dopo aver calciato diversi rinvii dal fondo in fallo laterale all’altezza della metà campo. I tifosi, però, non potevano sapere che fosse stato un dettame del suo allenatore, che sosteneva come fosse più semplice recuperare il pallone sulle rimesse laterali avversarie. All’attivo anche un paio di tornei con la maglia dell’Albiceleste, sempre da riserva, conquistando la Coppa America 1993 alle spalle di Goycochea e guardando le spalle ad Islas nel mondiale americano dell’anno seguente. Dopo la lunga parentesi rosarina va a giocare in Messico, dove oggi è preparatore dei portieri della nazionale.

Mauricio POCHETTINO

Messi, Pochettino e … Bielsa - attualita.it

Uno degli allenatori più apprezzati d’Europa deve la sua carriera a Marcelo Bielsa. Che dapprima lo sceglie (leggendario il racconto secondo cui si presentò a casa sua a notte fonda e chiese ai genitori di vedere le sue gambe, col Loco che esclamò: «Sono gambe da calciatore»), poi ne fa una colonna del suo Newell’s quando ha da poco compiuto diciotto anni, forgiandone il modo di stare in campo e di pensare calcio. Difensore di tempra, diventa una colonna dell’Espanyol, dove rimane ben sette stagioni aggiudicandosi una Coppa del Re, per poi trasferirsi in Francia militando nel Paris Saint Germain (squadra che allena attualmente) e nel Bordeaux, prendendo parte ai Mondiali nippo-coreani del 2002. In panchina ha guidato il già citato Espanyol e gli inglesi del Southampton, prima di portare il Tottenham alla finale di Champions League. 

Walter Adrian SAMUEL

Il Muro. Quale miglior definizione per un difensore arcigno, dagli occhi di ghiaccio, capace di fermare fior di avversari, anche i più reclamizzati. Classe 1978, campione del mondo Under 20 nel 1997, cresce nel Newell’s ma sboccia al Boca, aggiudicandosi la Libertadores; la Roma, che lo ha già prenotato, ne fa una delle colonne della rosa che vince lo scudetto, prima di passare al Madrid, che però sono a fine ciclo e, soprattutto, troppo sbilanciati in avanti. Il colpo lo fa l’Inter, che si prepara a vivere un’epoca di fasti mai visti in passato: nel 2007 si rompe il crociato ma stringe i denti, soffia il posto a Materazzi e, in coppia con Lucio, comanda la difesa di José Mourinho nell’anno del Triplete, completandosi alla perfezione col brasiliano. Non senza togliersi soddisfazioni in avanti: da album dei ricordi la girata da attaccante puro in un pazzo Inter-Siena terminato 4-3. 

Gabriel HEINZE

Dal Newell’s al Newell’s. In un curioso giro del mondo del football che lo ha portato a giocare coi migliori giocatori di questo sport. Bastano una manciata di presenze in prima squadra per permettere al Gringo Heinze di arrivare in Europa, al Valladolid, dove poi riceve la chiamata del Paris Saint Germain, affiancando nella retroguardia un suo idolo come Pochettino; saluta la torre Eiffel per Manchester, sponda United, dove segna al debutto e conquista una Premier, prima di approdare al Real Madrid, per una parentesi tutt’altro che positiva. Si rilancia all’Olympique Marsiglia, collezionando quattro titoli, prima di un’annata a Roma alla corte di Luis Enrique e del ritorno al club di sempre, quello che gli fece dichiarare «Io non sognavo di arrivare al Real Madrid, io sono un tifoso del Newell’s». Il finale di carriera è dolcissimo, col successo nel torneo Final 2013, viatico ad una carriera di allenatore che si preannuncia non banale: «Sarà il nuovo Bielsa» ha detto Carlitos Tevez. 

A PAGINA 2 TROVATE I 4 GIOCATORI CHE ABBIAMO POSIZIONATO A CENTROCAMPO

Ultime storie