La leva calcistica del ’78
31 Marzo 2021
Calcio e vino hanno un aspetto in comune: non tutte le annate sono uguali; alcune sono migliori, altre decisamente meno, talvolta eccezionali, come la “vendemmia” del 1978, capace di regalarci campioni del Mondo, recordman e gregari di lusso. La mappa dei natali di questi campioni è assolutamente eterogenea e copre l’intero globo: da Buenos Aires a Tokyo, diciottomila chilometri che, nel corso dei 365 giorni trascorsi nel 1978, ci hanno regalato interpreti diversi per l’apporto che hanno dato al gioco. Tutti, comunque, hanno contribuito a regalarci gare e momenti che porteremo nei nostri cuori.
Una carrellata di campioni che trascendono i numeri, le statistiche e che hanno contribuito a ridefinire i record assoluti del gioco. Nella lista che abbiamo stilato compaiono precursori, visionari, atleti in grado di farsi fautori di un nuovo concetto di calcio che prescinde dai suoi classici confini e si scopre sport veramente globale.
Ecco a voi i migliori trenta calciatori nati nel 1978:
Jorge ANDRADE
Il suo più grande nemico non è stato un attaccante in particolare, ma la sua rotula che l’ha fatto penare per l’intera durata della sua carriera, costringendolo al ritiro ad appena trentuno anni d’età. Peccato per il difensore centrale portoghese che tanto bene aveva fatto con le maglie di Porto e Deportivo La Coruña, scrivendo pagine indimenticabili nella storia dei due club. L’occasione della vita gli si prospetta nel 2007 quando la Juventus gli offre un contratto, ma in occasione della partita contro la Roma all’Olimpico riporta la rottura totale della rotula del ginocchio sinistro. Un nuovo infortunio sullo stesso ginocchio che già ai tempi del Depor lo costrinse a nove mesi di stop. Il rientro è lento e le cose si complicano ulteriormente quando, durante il ritiro di Pinzolo, sente un’altra volta crack allo stesso ginocchio. È l’ultimo. Quello definitivo, che costringerà il portoghese ad alzare bandiera bianca
Celestine BABAYARO
Sulla linea dei difensori o quella dei centrocampisti. Poco importa da dove parta Babayaro. La sostanza rimane la stessa: fermarlo è impossibile. Il nigeriano si mette in luce nella seconda metà degli anni novanta quando veste la maglia biancomalva dell’Anderlecht. I belgi lo pescano in Nigeria che non ha ancora sedici anni e subito mette in mostra le sue capacità. Proprio in Belgio stabilisce il record di più giovane esordiente in Champions League – sedici anni e ottantasette giorni – ed i suoi grandi margini di crescita convincono il Chelsea ad acquistarlo. Allo Stamford Bridge rimarrà fino al 2005, collezionando una Premier e una Coppa delle Coppe, quando poi verrà ceduto al Newcastle United dove terminerà la sua carriera.
Yildiray BASTÜRK
Come molti suoi connazionali, nasce e cresce in Germania, seconda patria del popolo turco. Il trequartista si mette in mostra nelle squadre giovanili del Wattenscheid e convince i dirigenti del Bochum a versare diverse migliaia di euro nelle casse degli acerrimi rivali. Con gli Unabsteigbaren, Bastürk mette in mostra il suo repertorio che è fatto di lanci illuminanti, assist ficcanti e un ottimo tiro dalla distanza. Le sue prestazioni crescono di anno in anno finché il Bayer Leverkusen non bussa alla sua porta nel 2001. Con le Aspirine si consacra definitivamente sul palcoscenico mondiale e con la maglia della Turchia sfiora la grande impresa in Corea e Giappone dove si disputa la kermesse iridata. Rimane alla BayArena fino al 2004 quando poi firma per l’Hertha Berlino. Il suo ultimo campionato di alto livello lo gioca con lo Stoccarda nel 2007-08, poi un repentino calo di forma e di prestazioni lo convincono a dire basta a trentatré anni dopo un’unica presenza in Premier League con il Blackburn Rovers.
Gianluigi BUFFON
Gianluigi Buffon non è un portiere, Buffon è il portiere. L’uomo che ha innalzato al massimo la figura dell’estremo difensore, tanto da venire acquistato per cento miliardi di lire, una cifra degna di un attaccante, dalla Juventus. I record, tra cui l’imbattibilità più lunga (974 minuti), i titoli nazionali, il record di portiere con più gare consecutive senza subire reti in Serie A (dieci), di calciatore con più presenze in Serie A e più presenze in nazionale italiana non rendono l’idea dell’apporto di Gigi al ruolo dei portieri. Se la Champions League è uno dei suoi grandi rimpianti – dove nelle tre finali giocate ha comunque registrato parate straordinarie – il Mondiale del 2006 è la punta di diamante di una carriera eroica, dove la parata su Zidane in finale ci procura un brivido di stupore impareggiabile ogni volta che la si rivede.
Joan CAPDEVILA
Capdevila è stato uno dei grandi simboli del Deportivo La Coruña che ha spaventato le big d’Europa a inizio millennio. Terzino abilissimo in fase di spinta – i quarantacinque gol da quarto di difesa ne sono la prova – è stato a un passo dalla finale di Champions League nel 2004. Dopo l’esperienza in Galizia giocherà per Villarreal e Benfica. I momenti più esaltanti in carriera li tocca con la maglia della Roja, con la quale conquista gli Europei del 2008 e i Mondiali del 2010.
Jamie CARRAGHER
Assieme a Steven Gerrard è l’anima del Liverpool che tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 ha dominato l’Europa. Classico centrale inglese, poco attento all’estetica e rude nei contrasti, Carragher si è imposto a partire dagli esordi nel 1996 nelle file dei Reds, conquistando tutte le competizioni disputate – le più prestigiose in due finali rocambolesche contro Deportivo Alaves e Milan – ma mai la tanto desiderata Premier League, unica mancanza di una carriera leggendaria.
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