Da Rizzitelli punta centrale del Bayern Monaco a Verratti: sono 31 gli italiani che sono riusciti a vincere all’estero
8 Novembre 2021
Sergio Porrini compie oggi cinquantatré anni. Il suo trasferimento dalla Juventus ai Rangers di Glasgow rappresentò una piccola grande svolta per il calcio italiano ed europeo. Con dei giocatori italiani che per la prima volta della storia si accasavano presso campionati e squadre straniere a seguito dell’apertura delle frontiere dovuta alla sentenza Bosman.
Grandi nomi del calcio nostrano negli anni ‘90 sperimentarono il calcio estero, ed in alcune squadre si formarono vere e proprie colonie “italiane”. Come il Chelsea dei vari Vialli, Zola, Casiraghi e Di Matteo. O appunto i Rangers di Porrini, Amoruso, Gattuso e Negri. Una rivoluzione per un paese dalla grande tradizione calcistica come l’Italia e che si fregiava in quel periodo del titolo di “campionato più bello del mondo”.
Per la prima volta molti calciatori potevano scegliere nuove strade, chi per spirito d’avventura o chi per ragionamenti di tipo economico. E molti di loro entrarono anche nella storia di club esteri. Ma non tutti gli italiani che hanno giocato all’estero hanno avuto la possibilità di vincere un campionato di calcio in terra straniera. Ecco una lista di giocatori italiani che invece ci è riuscita.
Demetrio ALBERTINI (Barcellona 2004-05)
La ciliegina sulla torta di una carriera costellata di successi è rappresentata proprio dal titolo di Campione di Spagna che Demetrio conquista al crepuscolo della sua carriera. Dopo essersi consacrato con il Milan, il mediano di Besana in Brianza si toglie lo sfizio di indossare i colori di squadre diverse dopo aver vestito per una vita i colori rossoneri. È il 2002 quando matura la decisione di andare altrove. L’arrivo di Ancelotti – in gioventù Albertini venne indicato come suo potenziale erede – nell’ultimo campionato alla guida del Diavolo, coincide con la consapevolezza di non essere più elemento imprescindibile dell’undici titolare come in passato. Decide quindi di tentare l’avventura nell’Atletico Madrid: nell’anno in prestito ai Colchoneros dimostra di essere ancora in forma e al suo ritorno a Milanello appura di esser stato definitivamente ceduto alla Lazio nell’operazione per portare Pancaro in rossonero. Dopo un anno nella capitale e una nuova cessione, stavolta all’Atalanta, lascia all’improvviso i bergamaschi durante il mercato invernale del 2005. Albertini accetta il richiamo dall’ex compagno di squadra, Franklin Rijkaard, allora alla guida degli Azulgrana. Colleziona coi catalani cinque presenze, sufficienti per fregiarsi del titolo spagnolo e dire addio al calcio giocato.
Lorenzo AMORUSO (Rangers Glasgow: 1998-99, 1999-00, 2002-03)
Così amato dagli scozzesi (almeno da quelli di scuola anglicana) da volerlo nella propria nazionale. Galeotte furono due presenze nella Nazionale Under 21 che non consentirono la realizzazione di quel sogno in terra scozzese. Lorenzo Amoruso, roccioso centrale difensivo di scuola barese ha indossato per sei anni la divisa dei Rangers di Glasgow. Diventando anche il primo capitano di religione cattolica di un club storicamente espressione della comunità protestante della città. Tre campionati nazionali di Scozia per lui. Ma soprattutto un ricordo indelebile per tutti i tifosi dei Teddy Bears.
Mario BALOTELLI (Manchester City: 2011-12)
Una maglietta con su scritto “Why always me?”. Questo è il simbolo dell’esperienza di Balotelli nelle file del City. Anche in Premier Balo ha dato vita a scontri, bambinate e soprattutto a rapporti controversi con la sua squadra ed i sui allenatori. Numerosi i suoi battibecchi con Roberto Mancini per l’atteggiamento dell’attaccante italiano in allenamento e nel corso delle partite. Con Mancini in panchina e Balotelli in attacco però (nel 2012) dopo quarantquattro anni i Citizens tornano a vincere un campionato. E in un finale/derby a distanza al cardiopalma coi rivali dello United. Ed è subito Blue Moon.
Andrea BARZAGLI (Wolfsburg: 2008-09)
Acquistato dal Wolfsburg nel 2008, il difensore toscano e Campione del Mondo in carica è subito titolare della compagine di proprietà della Volkswagen. E contribuisce in maniera determinate al primo e finora unico titolo nazionale del club. L’esperienza tedesca consentì al difensore anche di esordire in Champions League nella stagione 2009-10 e di finire nelle mire della Juventus. Dove sarebbe iniziata la fase più importante della sua carriera.
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