La rosa della Repubblica Ceca più forte di sempre
16 Novembre 2021
Euro 1996, non un’edizione come le altre. La prima in cui le partecipanti non saranno più otto, bensì sedici. Si gioca in Inghilterra, dal 8 al 30 giugno. L’Italia vi arriva d’obbligo tra le favorite, forte anche del secondo posto ai Mondiali di USA ’94. Nel girone C gli azzurri guidati ancora da Arrogo Sacchi trovano sulla propria strada la Germania, che poi sarà campione d’Europa, la Russia e la Repubblica Ceca.
L’avvio di quegli Europei, per i ciechi fu pessimo. Un 2-0 dalla Germania che mette immediatamente in chiaro le gerarchie di forza. Ma alla seconda giornata, la Repubblica Ceca trova il guizzo vincente contro l’Italia. Nedved dà il vantaggio, Chiesa la pareggia prima del 2-1 definitivo di Bejbl. Ad un turno dalla fine, la classifica recita Italia e Repubblica Ceca a quota tre punti. All’ultima Maldini e compagni fanno 0-0 con la Germania, mentre il gol a due minuti dalla fine di Smicer non solo vale il 3-3 finale con la Russia, ma soprattutto l’approdo ai quarti di finale. Quella Repubblica Ceca, senza se e senza ma è stata la più forte della propria storia.
Lo conferma anche il successo contro il Portogallo a firma di Poborsky. L’ex laziale regala la semifinale contro la Francia, conclusasi dal dischetto. Dopo 120 minuti equilibrati, dagli undici metri (segnano Kubík, Nedved, Berger, Poborsky, Rada e Kadlec, per i transalpini il rigore più pesante lo sbaglia Pedros) trionfano i cechi per 6-5. Una finale storica che arriva appena tre anni dopo la dissoluzione della Cecoslovacchia (oltre alla Repubblica Ceca nascerà anche la Slovacchia) e che ad oggi rappresenta il miglior risultato di sempre.
Un piazzamento d’onore che avrebbe potuto anche essere vittoria degli Europei, se non fosse stato per i due rigori realizzati da Oliver Bierhoff, il secondo nel corso del primo tempo supplementare. Fino a diciassette minuti dal termine gli uomini di Uhrin comandavano grazie al rigore del sopracitato Berger, poi il pari dell’ex bomber dell’Udinese e la Germania che al 120’ può festeggiare. Per la Repubblica Ceca la delusione più cocente e la consapevolezza di essere stata quasi invincibile.
1. Petr KOUBA
Inizia la carriera col Bohemians ČKD Praga, poi nel 1990 passa allo Sparta Praga laddove resta sino al 1996. Esce dai confini cechi passando al Deportivo La Coruña e al Kaiserslautern. Nel 2002 fa ritorno allo Sparta, chiudendo la carriera nel 2005. In Nazionale ha giocato sia con la Cecoslovacchia che con la Repubblica Ceca.
2. Radoslav LATAL
Due le parentesi giganti della sua carriera. Lo Schalke 04 tra il 1994 e il 2001 con cui vince una Coppa UEFA e due Coppe di Germania, e il Sigma Olomouc che lo vede protagonista dal 1987 al 1989, dal 1991 al 1994 e infine nella stagione 2001-02.
3. Jan SUCHOPAREK
Dal 1991 al 1996 giocò nello Slavia Praga, passa poi allo Strasburgo e nel 1999 al Tennis Borussia Berlino, allora militante in seconda divisione tedesca. Gioca sia nella nazionale cecoslovacca che in quella ceca. Ad Euro 1996 segna il vantaggio iniziale, nella fase a gironi, contro la Russia.
4. Pavel NEDVED
La Furia Ceca impersonifica la forza e il carattere della Repubblica Ceca, di cui probabilmente è stato il più forte di sempre. L’esperienza tra il 1992 e il 1996 con lo Sparta Praga gli permette di arrivare in Italia. Cinque anni di altissimo profilo con la Lazio con cui vince quasi tutto (lo Scudetto del 1999-00, due Supercoppe Italiane, due Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Europea) fanno sì che la Juventus lo individui come il sostituto del partente Zinedine Zidane. In bianconero per settantacinque miliardi del vecchio conio, a Torino Nedved resta sino al 2009 (scendendo anche in B, anno del suo ritiro). Tra il 2000 e il 2006 è stato capitano della Repubblica Ceca: in totale novantuno reti e diciotto gol.
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