Privacy Policy La classifica dei 100 calciatori più forti del XX secolo secondo gli inglesi

La classifica dei 100 calciatori più forti del XX secolo secondo gli inglesi

1 Febbraio 2022

Il mondo va avanti, le statistiche si aggiornano, i tempi corrono. E mentre tra tanti anni qualcuno deciderà chi tra Cristiano Ronaldo e Messi abbia segnato i tempi moderni, o se Lewandowski meritasse un trattamento migliore a livello di premi e onorificenze (che nulla aggiungono né tolgono alla classe di un giocatore), oggi siamo qui per rivangare antichi fasti del Ventesimo Secolo. Lo facciamo con una classifica, di quelle che piacciono a noi, che ha stilato la rivista inglese World Soccer attraverso un sondaggio tra i suoi lettori: chi sono i 100 più grandi giocatori del Ventesimo Secolo? Eccoli qua, uno per uno, scelti dai lettori dell’importante magazine britannico. Una classifica, in alcuni passaggi, Very British! Siete d’accordo? C’è qualche assente illustre? Stavolta noi non ci prendiamo responsabilità!

100. José Roberto de Oliveira BEBETO (30 punti)

Attaccante piccolo, rapido e letale, eccezionale al Deportivo La Coruña dove tocca l’apice di una carriera e vince due trofei. Oscurato dal più famoso compagno di reparto, forma con lui la coppia che ha portato il Brasile alla vittoria (ahinoi) del mondiale di USA ’94. Storica la sua esultanza proprio nella rassegna iridata, quando stava per nascere il figlio. Bebeto decise di omaggiarlo con un pensiero dopo il gol: mani e braccia dondolanti per cullare il bebè in arrivo, insieme ad alcuni compagni di squadra. L’attaccante brasiliano ha legato a questo gesto il suo nome.

99. Preben LARSEN ELKJÆR (31 punti)

Attaccante potente e tecnico, spesso ad un passo dalla conquista del Pallone d’Oro (nel 1985 secondo dietro a Platini, tanto per dire), regala spettacolo nei suoi anni al Lokeren prima di entrare nella storia del Verona. In Italia arriva nel 1984 ed è decisivo per lo storico scudetto dell’Hellas nella meravigliosa annata 1984-85.

98. Paulo Jorge dos Santos FUTRE (31 punti)

Lo abbiamo visto, poco, alla Reggiana, che lo acquista a sorpresa nel 1993. All’epoca il più grande giocatore portoghese, un giocatore che prima della squadra di Reggio Emilia aveva giocato con lo Sporting Lisbona e con il Porto (vincendo la Coppa dei Campioni), con l’Atletico Madrid, con il Benfica e con l’Olympique Marsiglia. Palmares niente male per uno con le stimmate del campione. Esordio con gol nella gara del 21 novembre 1993. La Reggiana vince con la Cremonese ma probabilmente avrebbe preferito non farlo e salvare la carriera di Futre: il portoghese viene infatti abbattuto in quella stessa partita da un difensore avversario. Un grave infortunio al ginocchio lo mette ko fino all’anno successivo (era la Reggiana di Oliseh, Simutenkov, Mateut, Bresciani e Dionigi) durante il quale gioca dodici partite mettendo a segno quattro gol. Di fatto la carriera del portoghese è finita con la prima partita giocata in Italia. Tormentato dagli infortuni non avrà mai più fortuna né continuità nelle sue parentesi con il Milan, il West Ham United, di nuovo con i Colchoneros e infine in Giappone con gli Yokohama Flügels.

97. GERSON de Oliveira Nunes (32 punti)

Canhotinha de ouro, ossia Piede Sinistro Dorato. I brasiliani raramente sbagliano soprannome, e non l’hanno fatto neanche per questo fenomenale centrocampista, campione del mondo a Messico 1970, dove con la maglia del Brasile fece vedere le streghe ai nostri azzurri. Flamengo, Botafogo, San Paolo e Fluminense le tappe di una carriera davvero splendente.

96. Neville SOUTHALL (33 punti)

Gallese di nascita, portiere di ruolo. Bandiera storica dell’Everton, dove arriva nel 1983 e lascia nel 1997, mettendo insieme un qualcosa come 578 presenze (addirittura più di 750 in tutte le competizioni) e vincendo due campionati, due Fa Cup, quattro Charity Shield ed una Coppa delle Coppe. Dopo il club di Liverpool una serie di esperienze in club minori del calcio inglese.

95. Laszlo KUBALA (33 punti)

Kubala appartiene alla grande generazione del calcio magiaro. Protagonista con le maglie di Barcellona ed Espanyol. Dopo aver abbandonato l’Ungheria, afflitta dalla dittatura, Kubala prese la nazionalità spagnola disputando 19 incontri e mettendo a segno 11 reti. L’impronta più importante la lascia a Barcellona, quando dal 1951 al 1961 contribuisce con le sue 96 reti in 118 partite, alle vittorie di 14 trofei, regalando ai Blaugrana tutta la sua classe infinita e il grande fiuto del gol. Un apporto ancora oggi ricordato dalla statua in suo onore esposta davanti al parco del Camp Nou.

94. Matthias SAMMER (34 punti)

Pallone d’Oro nel 1996, Sammer ha iniziato la carriera come centrocampista, arretrando poi il raggio d’azione e giocando come libero fino al termine della carriera. Dopo gli esordi con la Dinamo Dresda e due stagioni con la maglia dello Stoccarda, Sammer è approdato in Italia nel 1992 per giocare nell’Inter. In maglia nerazzurra ha però giocato pochissimo, tornando in Germania – al Borussia Dortmund – già a gennaio. Con i gialloneri ha giocato per il resto della carriera, vincendo la Champions nel 1997. In nazionale fino al crollo del muro di Berlino ha giocato per la Germania Est, diventando in seguito un perno della nazionale tedesca con cui ha vinto l’Europeo nel 1996.

93. Bryan ROBSON (34 punti)

Prima nel West Bromwich Albion, poi la consacrazione al Manchester United. Robson è stato centrocampista “totale”, capace di costruire e interdire, dotato di grande grinta e altrettanto coraggio. Ai Red Devils arriva nel 1981, ed eredita la maglia numero 7 che fu di George Best, indossandola senza troppi fronzoli ma con le indubbie doti di leader carismatico che ha dimostrato in ogni gara giocata.

92. Raymond KOPA (34 punti)

Nessuno di noi ha avuto la possibilità di vederlo all’opera, ma Raymond Kopa è stato senza alcun dubbio uno dei migliori calciatori della Storia. L’attaccante che riuscì a portare fino alla finale di Coppa dei Campioni lo “Stade Reims”, visse gli anni più gloriosi al Real Madrid con cui vinse consecutivamente ben tre Coppe dei Campioni.

91. Alan HANSEN (34 punti)

Cresce nel Partick Thistle, si consacra al Liverpool dove arriva nel 1977 e dove resta fino al 1990. La carriera Reds del difensore scozzese ha una svolta dopo la finale di Coppa dei Campioni del 1978 vinta dal Liverpool contro il Bruges: da quel momento Hansen diventa titolare, diventando anche capitano dei Reds a partire dal 1985. Ancora oggi è annoverato tra i migliori centrali del calcio britannico.

Attenzione, nella prossima pagina c’è molto del nostro campionato!

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