La sorpresa azzurra nell’uovo di Pasqua: la rosa dell’Italia Under-19 campione d’Europa 2003
17 Aprile 2022
Andando a rivedere la rosa dell’Italia Under-19 guidata da Paolo Berrettini che nel 2003 si è aggiudicata il Campionato Europeo ci si accorge di poter avere ancora speranza nell’avvenire del calcio azzurro. Stanno venendo su diversi giovani dal futuro assicurato. Avvisaglie di un movimento che, nel giro di qualche anno, avrebbe prodotto la quarta ed ultima gioia mondiale capace di issare il tricolore sopra tutte le altre bandiere. In molti faranno carriera dopo la necessaria gavetta, altri si perderanno per strada.
Ecco la rosa completa dell’Italia capace di superare i pari età del Portogallo nella combattuta finale di Vaduz per 2-0 grazie alle realizzazioni di Della Rocca e Pazzini: il miglior epilogo di un torneo praticamente perfetto, giunto dopo quattro vittorie in cinque partite, durante il quale si sono subite soltanto due reti a fronte di ben dieci segnate.
Marco PAOLONI

L’estremo difensore nato a Civitavecchia muove i primi passi nel professionismo a Teramo. Nel giugno 2011 ha ventisette anni ed è fresco di un grande prova con la maglia del Benevento: nel playoff per la B ha parato un rigore contro la Juve Stabia. Arrivano però alla sua porta i Carabinieri ed è l’inizio di un calvario sportivo e penale: l’accusa di aver somministrato un tranquillante agli ex compagni della Cremonese nel match contro la Paganese, lo porta a una lunga squalifica sportiva e all’accusa di associazione a delinquere. A dieci anni di distanza e dopo un libro scritto, Paoloni è stato assolto a livello penale e, proprio la scorsa estate, ha ricevuto la grazia sportiva.
Andrea IVALDI

Cresciuto nel Genoa di cui è tifoso, era il secondo portiere di quella spedizione in Liechtenstein, estremo difensore che non riuscì mai ad arrivare al grande calcio. La C2 con il Cuneo, la C1 con Giulianova, prima di scendere tra i Dilettanti.
Damiano FERRONETTI

Difensore centrale di piede destro da Albano Laziale, Ferronetti venne fatto esordire in A da Fabio Capello in un Parma-Roma del 2002. Giocherà nel massimo campionato proprio con i ducali, con l’Udinese e il Genoa ma sempre al di sotto di quelle che erano le sue potenzialità: un infortunio a una vertebra, una pubalgia cronica e sei interventi al ginocchio destro, ne limiteranno una carriera potenzialmente da campione.

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