Anni ’90 vs. Anni 2000 vs. Anni 2010: qual è la Top 11 di Carlo Ancelotti più forte tra queste?
10 Giugno 2020
Top 11 Anni 2000
Petr ČECH
Si la sfida con Dida è stata davvero dura ma abbiamo voluto premiare la longevità della carriera del super portiere ceco e anche ricordare come Ancelotti sia stato in grado di vincere, nel suo primo anno di Chelsea, ben tre titoli tra cui ovviamente la Premier League.
Marcos Evangelista CAFU
Quando a trentatré anni arriva al Milan, dopo aver accumulato già un Palmares di trofei incredibile che comprendeva anche lo scudetto con la Roma e due Mondiali con il Brasile, in pochi erano convinti che Cafu sarebbe stato in grado di “arare” ancora la fascia destra a livelli altissimi per altri cinque anni. E invece arrivano 119 presenze in rossonero e una bacheca che si arricchisce di altri titoli: uno Scudetto, una Champions League, due Supercoppe UEFA e una Coppa Intercontinentale.
Alessandro NESTA
Eccoci ad una delle entry più semplici di questa “top undici” dei migliori calciatori allenati da Ancelotti, chi se non lui, Alessandro Nesta, uno dei più grandi centrali non solo del Milan ma di tutti i tempi. Il suo arrivo sotto la guida del tecnico di Reggiolo, coincide con l’inizio delle fortune del Milan del ventunesimo secolo, nel suo primo quinquennio rossonero, mette in bacheca: uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, due Champions League, due Supercoppe europee ed un Mondiale per club.
John TERRY
486 presenze con la maglia del Chelsea, condite da ben quarantuno gol, capitano dal 2004 al 2017, potrebbero bastare anche solo questi numeri per descrivere il legame tra John Terry e il Chelsea. Anche nelle due annate sotto la guida di Ancelotti si dimostra pilastro essenziale della squadra. I successi del primo anno premiano le capacità di leader dalla panchina dell’allenatore italiano e quelle in campo del difensore inglese.
Paolo MALDINI
Anche in questo caso la scelta è stata quasi scontata. Il figlio d’arte fu ovviamente uomo di straordinaria abilità tecnica ed eccezionale carisma, fondamentale per ricostruire un Milan vincente. Infiniti trionfi, tra cui spicca lo storico successo in Champions League nella notte britannica contro la Juventus e quella stessa coppa dalle grandi orecchie alzata al cielo quarant’anni dopo papà Cesare.
Clarence SEEDORF
Lo scambio con Coco non infiamma i cuori dei tifosi rossoneri. D’altronde, durante la sua esperienza all’Inter, Clarence non era stato che una brutta copia dell’incredibile giocatore messosi in mostra con Ajax, Sampdoria e Real Madrid. Invece, grazie ad Ancelotti, l’olandese dimostra ancor più tutto quel che d’inespresso c’era stato sino ad allora, ricoprendo il ruolo di vera e propria guida carismatica e tecnica a centrocampo. Con Pirlo e Gattuso ha tessuto la trama e l’ordito su cui il Milan ha cucito tutta la sua gloria dei primi anni Duemila.
Frank LAMPARD
Carletto con lui compie una magia: arretrare la sua posizione al centro del campo per aumentarne il potenziale offensivo. Le ventisette reti stagionali del 2009-10 dell’ex West Ham United sono il frutto dell’ennesima intuizione dell’emiliano, il quale ripone sul capitano tutte le sue fortune alla guida del Chelsea. In sella ai Blues, li guida verso il loro primo storico Double della loro storia: Premier League ed FA Cup. Un idillio che proseguirà ancora per una stagione, seppur i risultati non siano all’altezza degli anni precedenti. Basta ciò, però, per finire nel novero dei grandissimi di questa decade.
Andrea PIRLO
Non poteva esserci altro play-maker se non Andrea Pirlo. Quando Pirlo incontra Ancelotti al Milan i suoi lampi d’assoluta genialità e la sua classe vennero amplificati dall’innata tecnica e dalla volontà del tecnico di impiegarlo stabilmente in un ruolo in cui si rese precursore, rendendolo così il portabandiera di una nuova generazione di calciatori: il play-maker basso. Grazie alle indicazioni di Ancelotti, che diede continuità all’intuizione avuta da Mazzone, quella collocazione in campo permetterà ad Andrea di sbocciare a pieno ed esaltare tutte le sue qualità.
Ricardo Izecson dos Santos KAKA
Arriva durante l’estate 2003 al Milan e sin da subito stabilisce un legame indissolubile con il tecnico emiliano che si tramuterà in vittorie individuali e di squadra. Guardando l’intero percorso del brasiliano, possiamo dire con certezza che Ancelotti è stato il solo allenatore capace di ottenere il 100% dal fantasista brasiliano.
Didier DROGBA
Per questa decade abbiamo scelto un attacco a due e non potevamo non inserire Didier Droga. L’attaccante ivoriano fu protagonista indiscusso della vittoria in Premier League con Ancelotti in panchina: ventinove reti segnate in trentadue partite disputate, un autentico carrarmato.
Andriy SHEVCHENKO
Chiudiamo questa decade decisamente al meglio, con il prototipo dell’attaccante moderno: Andriy Shevchenko. Quando Carletto sbarca a Milano, Sheva è già uno dei leader della squadra, ha già messo a segno più di sessanta reti in poco più di due anni, eppure il tecnico di Reggiolo intuì che il bomber ucraino potesse rendere anche oltre. Detto-fatto, l’Usignolo di Kiev diviene uno dei più grandi attaccanti non solo d’Italia, ma del mondo intero, tanto che nel 2004, dopo lo Scudetto arrivò perfino il prestigiosissimo Pallone d’Oro.
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