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Best of Africa. Gli attaccanti africani più prolifici nei maggiori campionati europei

2 Febbraio 2022

Sheyi Emmanuel ADEBAYOR – 123 reti

Ritenuto il più forte calciatore della storia del Togo, Emmanuel Adebayor muove i primi passi in Europa nei francesi del Metz, con cui troverà le prime due reti in Francia, salvo poi retrocedere il Ligue 2. Dopo una stagione in cadetteria arriva la grande chiamata del Monaco, con cui segnerà diciotto reti in campionato, senza però conquistare titoli. Nel gennaio del 2006 Arsene Wenger lo nota per il suo dinamismo e rapidità e sceglie di portarlo all’Arsenal. Coi Gunners Adebayor siglerà quarantasei reti, conquistando la chiamata Manchester City. Coi Citizens siglerà quindici gol in premier, tra cui quello che lo vide segnare proprio all’Arsenal un gol che celebrò sotto lo spicchio dei suoi ex tifosi, provocandogli una squalifica. Le prove in maglia azzurra gli aprirono le porte del Real Madrid. Cinque reti in sei mesi con la maglia dei Blancos, e la Coppa del Re, unico trofeo in bacheca, prima del ritorno in Premier League, questa volta al Tottenham, dove segnerà trentacinque reti, mentre la sua ultima rete nel campionato inglese verrà segnata nel Crystal Palace prima di andare a giocare in Turchia.

François M’PELÉ – 129 reti

La CAF, l’equivalente africano della nostra UEFA, ha inserito M’Pelé tra i calciatori più forti del continente. Il calciatore, cresciuto a Brazzaville nel Congo, si è spostato giovanissimo in Francia per cominciare la sua carriera da calciatore, sviluppatasi interamente nei tornei professionistici transalpini. Ricopre infatti la trentaquattresima posizione nella classifica marcatori di tutti i tempi del campionato con all’attivo ben 129 marcature. La sua avventura comincia in Corsica, nel 1968, tra le fila dell’Ajaccio dove segna cinquantasette reti nel massimo campionato francese, per poi siglarne sessanta al Paris Saint Germain. Le ultime dodici marcature le segnerà nelle file del Lens. Curiosità: M’Pelé è il capocannoniere di tutti i tempi dei parigini in Coppa di Francia con ventotto reti complessive. 

George WEAH – 134 reti

Calciatore africano del secolo, primo Pallone d’Oro non europeo della storia e mentore dei diritti di uguaglianza. George Weah è nato non solo per essere un incubo per le difese, ma anche per essere un simbolo per la sua gente. Lascia la sua Liberia per giocare prima in Costa d’Avorio poi in Camerun. Qui il Monaco lo nota e decide di concedergli l’occasione di giocare nel grande calcio. In Francia le prove sono di assoluto livello, e coi monegaschi troverà quarantasette reti in Ligue 1, facendo registrare nella sua ultima stagione il record di gol in un singolo campionato, diciotto. Queste prove lo portano all’ombra della Tour Eiffel dove con il Paris Saint Germain segnerà trentadue reti in campionato e vincendo il titolo di campione di Francia. Quelle prove convincono il Milan a puntare su di lui per la rifondazione post Capello, facendo di King George il fulcro dell’attacco. Si presenta con un gol leggendario al Verona, risalendo interamente il campo ed evitando cinque avversari e conquisterà due scudetti con quarantasei reti nella nostra Serie A. Gli ultimi gol europei saranno da dividere in: quattro in Premier League, tre al Chelsea e uno al Manchester City e cinque all’Olympique Marsiglia, nuovamente in Ligue 1.

Didier DROGBA – 144 reti

Drogba è stato uno dei maggiori esponenti dell’attaccante moderno: grande prestanza fisica unita a un grandissimo senso del gol e tecnica di base. Comincia la sua scalata europea in Francia, tra le serie minori tra il Levallois e il Le Mans, prima di essere notato dal Guingamp dove siglerà venti reti in Ligue 1, soprattutto il rendimento nella seconda stagione con diciassette reti gli vale la chiamata del Marsiglia, dove siglerà diciannove reti nella sua unica stagione con i biancazzurri. In una gara di Champions League tra i marsigliesi e il Porto, José Mourinho se ne innamorò e quando arrivò al Chelsea chiese immediatamente il suo acquisto. E Didì fece capire subito di che pasta fosse fatto, trascinando a suon di gol i londinesi alla vittoria del titolo e alla semifinale di Champions League al suo primo anno in Inghilterra. I gol e i titoli arrivarono copiosi, merito di cento reti in Premier, tuttavia a Stamford Bridge il suo nome divenne leggenda il 19 maggio del 2012, quando siglò la rete del pareggio in finale di Champions League, prima di convertire in rete il rigore decisivo per la vittoria della prima Coppa dalle grandi orecchie della storia del club londinese. Lasciò il club per la Cina, tuttavia tornò nel 2015 per siglare le sue ultime cinque reti in Premier League e conquistare il suo ultimo titolo europeo.

Samuel ETO’O – 209 reti

Miglior calciatore della storia del Camerun, personalità da vendere e un senso del gol che si è visto raramente in Europa. Samuel Eto’o muove i primi passi europei in Spagna, tra Leganes e Real Madrid. Proprio i Blancos non credettero mai in lui, privando Samuel dell’opportunità di vincere la Champions League in quella stagione. Il camerunense non si scoraggia e Maiorca mostra tutte le sue doti realizzative, segnando cinquantaquattro reti pesantissime, stabilendo il record del club di marcature nella Liga. Il Barcellona lo compra subito e non mostra timore reverenziale verso una chiamata così prestigiosa, venticinque e ventisei sono i numeri dei gol nelle prime due stagioni, dove porterà a casa campionato e Champions League, decisa proprio da un suo gol. Nel 2009, malgrado un altro gol, e sempre decisivo, in finale di Champions League viene ceduto all’Inter nell’affare Ibrahimovic dopo aver segnato 108 reti nella Liga. All’Inter dimostra non solo di non essere finito, ma che ha anche un grande spirito di sacrificio, con la leggendaria prova al Barcellona, dove giocò addirittura da terzino. Al termine di quella stagione sarà Triplete, il secondo consecutivo per lui. In Serie A trentacinque reti, tra le trentatre in nerazzurro e le due siglate nella parentesi alla Sampdoria. A chiudere il quadro dodici reti in Premier League con le nove al Chelsea e le tre all’Everton.

Daniele Riefolo