Chi sono i 30 brasiliani più forti che hanno giocato in Italia?
3 Marzo 2020
25. EDMUNDO
Febbraio ‘99, Fiorentina in lotta per lo scudetto. Batistuta si infortuna in modo serio, ma i viola possono contare su Edmundo… anzi no. C’è il Carnevale di Rio ed Edmundo abbandona la Fiesole lasciando la Fiorentina orfana del suo attacco. Come si sarebbe concluso il campionato se Edmundo fosse rimasto, non lo sapremo mai, anche se bisogna dire che il peso specifico dell’argentino era notevolmente superiore a quello di ‘O Animal, attaccante potente e tecnico, quanto umorale. Dopo i due anni in maglia viola, vissuti da croce e delizia della tifoseria viola, rientrò in Italia a gennaio del 2001 vestendo per sei mesi la maglia del Napoli.
24. BRANCO
Prima di Roberto Carlos, lui. Claudio Ibrahim Vaz Leal, terzino sinistro carioca abilissimo nei calci piazzati, tirati rigorosamente col mancino, talvolta con le tre dita. Per lui due anni a Brescia di cui uno in B, e poi tre indimenticabili stagioni nel Genoa (1990-93) con tanto di gol vittoria in un derby del 25 ottobre ’90. Su YouTube potete apprezzare alcuni dei capolavori balistici di questo terzino campione del mondo nel 1994, ma forse non troverete la perla tra le perle, ovvero una sua dichiarazione: “Ruotolo con Mercedes è come favelas con piscina”.
23. AMOROSO
Una carriera da giramondo del pallone vissuta tra Brasile, Giappone, Italia (tanta), Germania, Spagna e Grecia. Il suo nome è legato alla maglia dell’Udinese che, insieme ai compagni di reparto Poggi e Bierhoff, portò ad uno storico terzo posto nella stagione 1997-98. L’anno successivo si laureò capocannoniere con 22 gol; peraltro è ancora oggi l’ultimo brasiliano ad aver ottenuto questo riconoscimento. Meno felice la sua esperienza al Parma (1999-2001) e decisamente trascurabile la comparsata al Milan nel 2006.
22. EMERSON
Roma (2000-04), Juventus (2004-06) e Milan (2007-09) rappresentano il passato italiano di Emerson da Rosa Ferreira, o più semplicemente Il Puma; per quel suo incedere quasi felino a cui univa capacità di interdizione e visione di gioco. Pupillo di Fabio Capello che lo volle con sé sia durante la sua esperienza giallorossa che bianconera, l’Emerson visto in maglia rossonera fu invece un pallido ricordo del giocatore ammirato negli anni precedenti. Prese inoltre parte ai Mondiali del 1998 e del 2006, saltando quelli vincenti del 2002 a causa di una lussazione alla spalla procuratasi mentre faceva il portiere in allenamento. Dopotutto lo chiamavano Il Puma, mica Ragno Nero.
21. DIDA
Da flop a miglior portiere del mondo, scettro condiviso con Buffon. Incredibile la parabola di Dida che, acquistato nel 1999 dal Milan, dovette aspettare due anni per prendere possesso stabilmente dei pali rossoneri, anche a causa di una paperissima contro il Leeds nel durante la Champions 2000. Se Taffarel fu il capostipite della scuola brasiliana dei portieri negli anni 90, lui è sicuramente il primo vero campione emerso da quella scuola.
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