Privacy Policy Buon compleanno Davide, tu che sei "il calcio, quello puro dei bambini"

Buon compleanno Davide, tu che sei “il calcio, quello puro dei bambini”

7 Gennaio 2022

Amato. Basterebbe soltanto il significato del nome per raccontare Davide Astori, che oggi avrebbe compiuto 35 anni. Davide, che se ne è andato nel 2018, Davide capitano per sempre della Fiorentina, Davide e il tredicesimo minuto al Franchi, Davide e il saluto del capitano che ancora ogni tanto compare nelle esultanze viola.

È impossibile non parlare di Astori sulle nostre pagine, e questo per un motivo molto semplice. Davide è stato personaggio completamente fuori dagli schemi del calcio moderno, il tutto, sembra strano, senza mai essere sotto i riflettori. Mai una parola fuori posto, mai una polemica, niente di niente. Un leader, del resto, non ha bisogno di queste cose. Un leader ha la capacità di esserlo senza mai dover alzare la voce. Lo ha detto Badelj, nella struggente lettera scritta per salutare il capitano. «Tu sei quello che, anche non sapendo bene le lingue, sei riuscito a parlare con tutti noi a indicarci la strada perché hai sempre parlato col cuore tenendoci uniti. Sei tu che bacchetti i più giovani e inciti noi vecchi. Hai il dono della lingua universale del cuore, dono di pochi eletti».

Ha un sapore dolce rivedere l’ultima partita di Davide con la Fiorentina, contro il Chievo Verona. È il 25 febbraio 2018, il gol lo segna Biraghi, l’assist è di Astori, certamente non uno avvezzo a tale gesto. Davide era tempismo, visione di gioco, grinta e correttezza, di certo non un uomo assist. Ci piace pensare a quel gesto come un ultimo regalo alla squadra e ai suoi tifosi.

Il ricordo di Astori oggi continua ad essere esempio, continua ad essere luce, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e per chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare. Un piccolissimo aneddoto personale: in anni e anni di Fantacalcio, puntualmente, al momento dei difensori, il primo su cui puntavo era proprio Davide. Sempre. Cagliari, Roma o Fiorentina, nella mia rosa Astori c’era sempre: perchè era un vanto averlo ed un privilegio schierarlo. Si parlava di luce, quella luce che si è spenta all’improvviso ma che non ha mai smesso di combattere il buio che c’è intorno. Perché le persone che fanno luce non se ne vanno mai del tutto. Lasciano una scia, come quella cometa presente su tanti presepi che oggi saranno riposti nelle loro scatole, in attesa di tornare il prossimo anno. La luce che Astori regalava in vita adesso brilla in quel pezzetto di cielo che ognuno di noi possiede. Le stelle non stanno lassù per caso, e se ieri sera avete visto brillare qualcosa più forte, ci piace pensare che sia stata la stella di Astori, che splende per ricordarci che tutti noi esistiamo fintanto che siamo ricordati. Quella è la stella di un Capitano valoroso e sorridente. Degno di essere onorato, come fece Vitor Hugo, quel piovoso pomeriggio, il primo in campo senza di lui.

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