Caduta e rinascita azzurra. Tutti i protagonisti del Napoli Soccer
22 Marzo 2021
Nicola MORA
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Nicola sa già cosa vuol dire giocare davanti al pubblico napoletano. Lo ha fatto già diversi anni addietro, dal 1998 al 2000, in tempi non meno difficili, quando c’era l’obbligo di conciliare le aspettative sportive con quelle dirigenziali, alla ricerca del ritorno fra i grandi dopo l’onta della retrocessione. Ha venticinque anni quando nel 2004 torna a vestire l’azzurro del Napoli ed il terzino, dopo un esordio da giovanissimo in Serie A, ha ben figurato in piazze “toste”, soprattutto a Bari. Il settore sinistro del campo rappresenta il suo unico presidio e, sebbene non venga riscattato al termine della stagione, Mora mette in archivio un campionato oltre la sufficienza. Torna così a Bari dopo aver collezionato trenta presenze ed iniziare un giro d’Italia terminato nel 2015, con la maglia della Frattese, a pochi chilometri dal San Paolo.
Tommaso ROMITO
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Ha poco più di ventidue anni il ragazzo di Bari quando viene adocchiato dalla dirigenza napoletana. Da tre stagioni, ormai, è una presenza fissa nella retroguardia del Chieti. La squadra neroverde è impegnata nello stesso torneo dei campani e, dopo averlo osservato da vicino, nel gennaio 2005 avviene il passaggio che può cambiare la sua carriera. Dopo un primo periodo di adattamento, nella stagione successiva è uno dei principali protagonisti della corsa alla promozione diretta in Serie B, scendendo in campo in ben ventisei occasioni e levandosi anche lo sfizio di segnare il suo primo gol da professionista in occasione del 3-0 rifilato al Manfredonia allo stadio San Paolo.
Mirko SAVINI
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Di certo, insieme alle qualità atletiche e ad un piede sinistro educatissimo, non gli sono mai mancati il carattere e la tempra, caratteristiche che gli hanno sempre cucito addosso il ruolo di leader. Savini, nato a Roma nel 1979, è un difensore “quadrato” e solido che si è formato tra la capitale e le Marche. Cresce nella Lodigiani e qui va a pescarlo la Fermana: con i Canarini disputa due ottimi campionati e la chiamata dell’Ascoli avviene quasi automaticamente. Il suo rendimento cresce costantemente, tanto è che lo chiama la Fiorentina nel gennaio 2005 per affidargli una maglia da titolare e guidare la scalata alla Serie A. Missione compiuta. Nel massimo campionato, però, sulla fascia sinistra e nel ruolo di centrale sta crescendo tal Giorgio Chiellini e Savini deve fargli necessariamente spazio. Per questo, quando viene chiamato da Reja per scendere a Napoli, non se lo fa ripetere due volte. Nonostante un infortunio che ne condiziona il rendimento nella stagione in Serie C, Mirko è il padrone della fascia sinistra e nessuno lo leverà più dall’undici titolare sino alla stagione 2008-09 quando le incomprensioni con la dirigenza per il rinnovo del contratto lo fanno finire fuori rosa e quindi al Palermo, dove termina la stagione.
Alberto SAVINO
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È passato soltanto un anno dal suo primo arrivo al San Paolo. Eppure le cose sono cambiate profondamente quando il centrale si ripresenta in Campania nella tarda estate del 2004: nuova dirigenza, nuovo allenatore, nuovi compagni di squadra. La società vuole affidarsi alla sua esperienza per guidare una squadra alla ricerca della sua identità. D’altronde, la sua carriera parla chiaro ed Alberto conosce benissimo l’ambiente, essendo cresciuto a due passi dal capoluogo campano. Nella sua nuova esperienza disputa soltanto sette partite, ma lascia il segno in occasione del leggendario 3-3 contro il Cittadella – giorno dell’esordio assoluto in Serie C – quando, così come accaduto ad Ignoffo e Toledo, segna davanti a 55.000 spettatori in festa. A gennaio, però, viene ceduto al Venezia e dice definitivamente addio alla casacca del “suo” Napoli.
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