Privacy Policy Caduta e rinascita azzurra. Tutti i protagonisti del Napoli Soccer - Pagina 7 di 10

Caduta e rinascita azzurra. Tutti i protagonisti del Napoli Soccer

22 Marzo 2021

Gaetano FONTANA

Le primavere sono quasi trentacinque quando Gaetano lascia la maglia viola della Fiorentina e la Serie A per dire sì all’offerta del Napoli. È un treno che passa una volta sola e l’elegante centrocampista non se lo fa ripetere. Non appena giunge all’ombra del Vesuvio, Ventura gli dà in mano le chiavi della mediana e lo piazza accanto a Corrent. Tuttavia, è con l’arrivo di Reja che Fontana cambia marcia e viene sempre maggiormente coinvolto nelle manovre d’attacco: sforna gol e assist con regolarità ed il tecnico lo conferma anche per la stagione del riscatto, per tentare il nuovo assalto alla Serie B, riuscendoci. Nell’anno e mezzo a Napoli segna quattro reti e manda i compagni in gol almeno in sette occasioni. Dimostrando che la classe non scompare con l’età che passa. D’altronde sin da quando era giovane aveva dimostrato di avere tutte le carte in regola per dire la sua nei due massimi campionati e le quasi quattrocento partite accumulate tra i professionisti sono una dimostrazione sufficiente, no?

Fabio GATTI

La sua maglia con il numero 44 è iconica. Ma non è l’unico motivo per il quale si ricordi Fabio, centrocampista generoso, di quelli deputati a svolgere il cosiddetto “lavoro oscuro” e che vede principalmente i compagni di squadra andare in gol, quando il suo compito è ormai finito. Forse la sua carriera non ha avuto i risvolti attesi dopo il promettentissimo inizio con il Perugia di Cosmi. Non ha neanche venti anni quando il tecnico umbro lo lancia titolarissimo con la maglia del Grifone e, dopo un anno di ulteriore apprendistato a Catania – società satellite della famiglia Gaucci – durante la quale incontra Reja, vive il suo anno d’oro a Perugia nel 2003-04 quando riesce anche a segnare una rete nell’Intertoto. Al termine della stagione, però, gli umbri tornano in Serie B e De Laurentiis lo sceglie come uno dei simboli della rinascita del Napoli: ha soltanto ventidue anni, ma una grandissima esperienza. Meglio di così. E invece l’esperienza napoletana non va per il meglio e quando ritrova ancora una volta Reja sulla strada, viene fatto gradualmente da parte, finché viene ceduto in B alla Cremonese nel gennaio 2006. Disputa il successivo torneo di B con i partenopei, ma dovrà faticare per riguadagnarsi la fiducia del tecnico friulano, finché nel 2007 viene messo fuori rosa e ceduto al Modena, dove pian piano s’inizieranno a perdere le sue tracce, fino al ritiro del 2013, a soli trentuno anni.

Carmine GAUTIERI

È un 2004-05 movimentato quello di Gautieri. L’esperta ala ha trentaquattro anni ed all’inizio del campionato viene acquistato dal Lecce: Zeman lo vuole dopo averlo già conosciuto nel suo biennio romano, sul versante giallorosso del Tevere. Sta per vestire di nuovo i colori, ma quelli a strisce dei salentini, quando il trasferimento salta e, per motivi famigliari, trova l’accordo con l’Atalanta. Con gli orobici si accontenta di vestire i panni della riserva, ma quando nel mese di gennaio viene contattato dal Napoli, accetta di vestire i colori della squadra della sua città. È un titolare inamovibile nello scacchiere dei partenopei, ma la sua esperienza in azzurro dura soltanto un mese: il tempo di vestire la maglia numero dieci e di segnare una rete alla Fermana. A fine mercato, Gautieri fa nuovamente le valigie per tornare al Nord e terminare la stagione con la maglia del Piacenza. Troppi i problemi di ambientamento e la luna di miele dura solo un battito di ciglia.

Leandro Luchese GUERREIRO

Forse Guerreiro uno dei più grandi oggetti misteriosi che hanno vestito la maglia del Napoli. In pochi, forse, si ricordano del suo passaggio al San Paolo nella prima parte della stagione-reset partenopea. Il mediano brasiliano conosce già la Campania per aver vissuto i primi sei mesi del 2004 con la casacca granata della Salernitana addosso. Anche allo stadio Arechi il suo apporto è impalpabile e la speranza dei dirigenti partenopei risiede nel buon curriculum che può vantare in patria, per aver disputato campionati di buon livello con l’Internacional di Porto Alegre prima ed il Guarani poi. Parte titolare nella sconfitta contro la Fermana e contro la Vis Pesaro in casa viene sostituito da Corneliusson, con cui ha già giocato nella Salernitana. Poi altri tredici minuti contro il Martina, prima della cessione al Pescara. Al termine dell’anno torna in patria, dove vince due campionati statali con Botafogo e Cruzeiro per poi laurearsi campione del Brasile con la casacca blu della Raposa nel 2013.

Francesco MONTERVINO

È un mastino del centrocampo e la sua carriera poggia essenzialmente su tre piloni che constano delle esperienze con l’Ancona, il Napoli e la Salernitana. Montervino fa rima con grinta, tenacia ed affidabilità e, infatti, è uno dei pochissimi che sopravvive alla rivoluzione targata De Laurentiis. Il mediano tarantino, infatti, vive al San Paolo già dal gennaio del 2003 e, dopo gli ultimi mesi vissuti a Catania, la sua leadership gli consente di guadagnarsi la riconferma. Rinunciare al suo apporto è quasi impossibile: il suo dinamismo è vitale per cucire gioco e legare i reparti, caratteristiche che gli consentono di far breccia nei cuori dei tifosi ed anche in quello di Reja. Il friulano gli dà fiducia incondizionata e lo porta con sé durante tutta la scalata che riporta il Napoli fino alla Serie A. Esordisce nella massima serie alla soglia dei trent’anni e, prima di salutare i compagni per sposare la causa della Salernitana, si toglie anche lo sfizio di esordire in Europa in occasione della doppia sfida contro gli albanesi del Vllaznia di Scutari.