Caduta e rinascita azzurra. Tutti i protagonisti del Napoli Soccer
22 Marzo 2021
Emanuele CALAIÒ
L’Arciere che sbarca a Napoli nel gennaio del 2005 ha la sua faretra in fiamme, Emanuele è pronto a scoccare dei dardi infuocati dopo la grande esperienza che ha vissuto con la maglia del Pescara. Con gli adriatici ha realizzato sei reti nel girone d’andata con Simonelli in panchina e nell’anno precedente è riuscito a segnarne addirittura ventuno, diventando una delle più grandi promesse del campionato cadetto. Il suo nome, d’altronde, è da tempo nel novero dei maggiori talenti che il calcio italiano sta sfornando e dopo essere esploso con la maglia del Delfino, la dirigenza del Napoli investe tutto si di lui per tornare immediatamente tra i cadetti. Dopo i primi sei mesi di ambientamento, nella seconda stagione – quella del trionfo che coincide con la promozione – Calaiò si laurea capocannoniere con ben diciotto reti, guidando l’armata azzurra che domina il girone B della Serie C1. Il messinese si replica anche l’anno successivo, spingendo i partenopei ad effettuare il doppio salto con quattordici gol. Dopo aver compiuto il proprio dovere, Calaiò finisce in secondo piano nella stagione del ritorno in A, dietro Lavezzi, Sosa e Zalayeta. Contribuisce con due reti prima di essere ceduto al Siena dove vive una seconda gioventù nel massimo torneo nazionale.
Roberto DE PALMA
Viene ingaggiato per mettere a ferro e fuoco la fascia destra dell’attacco partenopeo. I numeri parlano per lui. È uno dei più esperti della categoria e nella vicina Benevento è uno dei migliori elementi in dote alla compagine sannita. Reja scommette molto su di lui: è maturo, è veloce. Sicuramente può essere una delle armi più affilate a disposizione del tecnico friulano. Tant’è che appena recupera dall’infortunio, alla terza giornata, Edy lo inserisce in campo al posto di Capparella con cui, idealmente, si passa il testimone quando c’è bisogno di far di più in avanti. Un tempo contro la Lucchese e nei sei minuti finali contro la Torres al San Paolo riesce a farsi espellere al novantesimo con il risultato ancora fermo sullo 0-0. È la pietra tombale della sua esperienza napoletana, perché Reja gli dà spazio per altri dodici minuti nella trasferta di Chieti per poi cederlo a fine gennaio all’Acireale.
Gaetano GRIECO
In quanto a talento, la scuola napoletana non è mai stata seconda a nessuno. Peccato che, in molti, si siano persi lungo la strada che porta al successo. In molti, all’epoca, scommisero di poter vedere nell’età della maturità un ragazzo come Grieco in grandi club. Ed invece, con l’esperienza nella “sua” Napoli, Gaetano si è giocato l’ultima chance di poter dire la sua in una squadra di primo piano. Seppur sia cresciuto nel capoluogo partenopeo, il ragazzo classe 1982 viene acquistato dal Genoa che, quando non è ancora maggiorenne, lo fa esordire in Serie B e, nel 2000-01 scende in campo ben ventuno volte, segnando cinque gol. In molti parlano di lui come uno degli astri nascenti più promettenti del calcio italiano ed il Parma se lo assicura. Esordisce in A ed anche in Coppa UEFA e – dopo le esperienze con l’Empoli e ancora con il Genoa – viene ceduto in Serie C1 al Foggia. Il tempo passa, ma Grieco non esplode. Chissà se facendogli respirare l’aria di casa cambi qualcosa. Ed invece la sua annata al Napoli è disastrosa, nonostante la promozione: scende in campo sedici volte, soltanto una volta da titolare e viene sostituito al 45’ nella sconfitta per 2-0 contro la Torres. I Ducali, proprietari del cartellino, esauriscono la pazienza e lo lasciano al suo destino. Si ricordano soltanto le buone annate ad Avellino e con l’Aversa Normanna. Ma nulla di più. Si perde nelle serie minori e del suo passaggio a Napoli non rimane che un ricordo sbiadito.
João Batista Inacio PIÀ
Se vi abbiamo sbloccato più di un ricordo, la colpa è solo sua. L’attaccante brasiliano, infatti, ha lasciato il suo segno anche a Napoli, durante un giro d’Italia durato sedici anni, nel quale ha cambiato altrettante maglie – includendo quella greca dell’Oikos Larissa, nell’esperienza di sei mesi nel 2013 – e, un po’ ovunque, lasciando un nitido ricordo del suo passaggio. La storia d’amore con la maglia del Napoli, quasi sicuramente, è stato quello più forte e viscerale vissuto dall’attaccante esterno. Sono ben quattro gli anni complessivi trascorsi con l’azzurro addosso, seppur siano distribuiti in due diverse esperienze – intervallate dalla stagione 2007-08 trascorsa fra Treviso e Catania – durante le quali assapora le diverse gioie dalla Serie C1 fino alla A. Va in rete con una certa costanza, ogniqualvolta viene chiamato in causa. Dalla rete contro il Giulianova nel giorno dell’esordio il 6 gennaio 2005 fino alla doppietta in Coppa UEFA contro il Vllaznia ne è passata di acqua sotto ai ponti e, tra i tifosi, Pià rappresenta senz’altro uno dei simboli della rinascita sportiva e calcistica del Napoli. E già che ci siamo, dunque: tanti auguri.
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