Campioni del Mondo? Quasi! I tredici “epurati” da Lippi prima della spedizione del 2006
12 Aprile 2022
Il 2006 per noi italiani appassionati di pallone non sarà mai un anno come tutti gli altri. È l’anno di Calciopoli, del terremoto che fece tremare dalle fondamenta l’intero movimento calcistico. Ma è soprattutto l’anno del quarto titolo mondiale per l’Italia.
Il Mondiale vinto in Germania è storia, è sorpresa, è rivincita contro acerrimi rivali, è sublimazione di uno stato d’animo collettivo e poi è diventato ricordo e, con dopo le ultime tre edizioni della Coppa del Mondo, si è trasformata in nostalgia. Che ha una forma ben precisa: quella di una statuetta sinuosa made in Paderno Dugnano (Milano), alta una quarantina di centimetri, con un globo in cima e corpi che quasi si avvitano per sostenerlo.
Ma la nostalgia di quel torneo ha anche dei volti ben precisi: quelli dei 23 azzurri che hanno portato la nostra nazionale sul tetto del Mondo. Capitan Cannavaro, Materazzi in stato ascetico, Grosso versione Tardelli 2.0 e tutti gli altri.
E poi c’è lui, Lippi che si fuma il sigaro dopo i rigori contro la Francia: il CT, il mestiere in cui hai più colleghi in Italia (circa diciotto milioni), che quei 23 li ha dovuti selezionare, lasciandone a casa altri.
Ci siamo quindi divertiti a ricordare quei quasi campioni del mondo: i giocatori esclusi da Lippi dalla spedizione azzurra a Berlino, gli sfrattati da Casa Azzurri a cui, col senno di poi, è stato privato il più grande trionfo della carriera. Il cielo sopra Berlino sarà azzurro, ma non per loro.
Alla fine, però, siamo sicuri che anche chi rimase fuori da quella che rivelò “una squadra fortissimi”, a casa si sarà abbracciato forte, perché quella finale all’Olympiastadion l’abbiamo vinta tutti.
1. Morgan DE SANCTIS (portiere – Udinese)
Questa volta a piantare in asso il Pirata Morgan non è Bugo, ma il CT Lippi, che come terzo portiere preferirà il suo fedelissimo Peruzzi al rosso portiere abruzzese. Fino al 2 giugno rimarrà in ritiro con gli azzurri, per poi essere liquidato. Insomma, che succede?
2. Daniele BONERA (difensore – Parma)
Il difensore centrale è uno dei pezzi pregiati del Parma di Beretta che chiude settimo in Serie A, centrando la qualificazione in Coppa UEFA. Pre-convocato da Lippi, lascerà il ritiro pochi giorni prima della partenza per Berlino.
3. Alessandro GAMBERINI (difensore – Fiorentina)
Il centrale bolognese, dopo due stagioni positive nella sua città natale, si trasferisce in riva all’Arno. Con la Fiorentina di Prandelli, Montolivo e Toni inizia bene ma un infortunio lo lascia fuori dal campo a lungo. Oggettivamente, un gradino sotto Cannavaro, Nesta e Materazzi.
4. Christian PANUCCI (difensore – Roma)
Le vecchie ruggini con Lippi, risalenti alla loro militanza nell’Inter, non giocano a vantaggio del terzino di Savona. Azzurro di vecchio corso dai tempi di Sacchi, le solide stagioni nella Roma non gli varranno il pass per la Germania.
Grigoris Georgatos nella classifica dei 20 terzini più prolifici di sempre
Ci sono terzini che nel corso della loro carriera sono stati apprezzati più per la loro fase offensiva che per quella difensiva. Addirittura in alcune stagioni sono risultati più decisivi di tanti attaccanti. Un esempio? Nel ricordare oggi il compleanno di Grigoris Georgatos ci è venuta in mente la sua incredibile stagione del 1998/1999, quando […]
Le rose dell’Europeo Under 21 2002: il pianto dell’Italia e l’insuperabile Cech
Tutte le rose dell’Europeo Under 21 2002, vinto dalla Repubblica Ceca di Baros e Cech. Quanti campioni e quanti talenti perduti.
Riscriviamo la storia del trofeo mai vinto da Diego
Se la giuria di France Football avesse potuto premiare anche i calciatori sudamericani, di certo la classifica del Pallone d’Oro 1986 sarebbe stata diversa. Ecco la nostra graduatoria Come sarebbe andata se non avessero costruito il Muro di Berlino? E se gli americani non fossero andati sulla Luna? E se non si fossero sciolti i […]
Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi!
Prepararsi ad Halloween non è mai stato così masochistico e autoironico. Per questo, ripercorriamo le peggiori e più clamorose disfatte delle big italiane negli ultimi quaranta anni Dolcetto o Caporetto? Cos’hanno in comune la festa che esorcizza la paura dei mostri con la più grande sconfitta militare nella storia del nostro Paese, tanto da diventare […]