I migliori marcatori della Serie B 2003-04 VS i migliori della Serie A 2005-06: in testa c’è sempre Luca
26 Maggio 2020
Se facessimo un’indagine in casa Toni circa le suppellettili mandate all’aria dal piccolo Luca durante la sua infanzia, probabilmente i danni ammonterebbero al PIL del Lussemburgo. D’altronde, quando nel tuo DNA non ci sono aminoacidi ma piccoli palloni di cuoio è inevitabile che ciò accada. E se in casa Toni, in principio, si faceva la conta dei danni materiali, con l’andar del tempo, ad ogni suo genetliaco, si aggiornavano costantemente i benefici derivanti dalle sue caterve di reti.
Forse l’ultimo tra i “vecchi” centravanti o il primo tra i moderni, l’ingombrante – e non solo per caratteristiche fisiche – arrivo nel caravanserraglio del pallone del ragazzo di Pavullo nel Frignano ha rappresentato uno spartiacque generazionale che ci ha traghettato verso un mondo più completo dell’interpretazione del centravanti: potente ma tecnico, micidiale ma generoso. Toni rappresenta una crasi di tutte le principali caratteristiche ascrivibili alle varie tipologie numero nove. Anche con il trenta sulle spalle. E i risultati si sono visti sul campo.
La sua escalation è stata graduale e costante: dalla Serie C1 fino alla A, il processo di maturazione si è innescato con il gialloblù “di casa” del Modena addosso, per poi proseguire vestendo i colori di Empoli, Fiorenzuola, Lodigiani e Treviso fino a Vicenza. Con i biancorossi esordisce nella massima serie e sfiora la doppia cifra al suo primo approccio con il massimo campionato, obiettivo raggiunto – e superato – l’anno successivo, quando a suggerirlo c’era un dieci con il codino.
La sua esplosione, tuttavia, è avvenuta davanti al mare di Mondello, cullato dalla brezza di Palermo. In rosanero, Toni si è fatto latore di un desiderio di rinascita chiamato Serie A che il capoluogo siciliano covava da oltre trent’anni. Tanti quanti sono stati i gol scagliati in fondo alle porte difese dai portieri avversari. Nessuno fra i cadetti era mai stato in grado di segnare tante reti. Luca fa cose mai viste. E dopo il primo campionato tra i grandi che culmina con il sesto posto, giunge la chiamata della Fiorentina di Della Valle che punta forte sull’attaccante ventisettenne.
Il richiamo dei Mondiali è troppo forte e l’occasione di mettersi in mostra con la gloriosa maglia con su il giglio rosso è troppo ghiotta per poterle resistere. Con i Viola, Luca Toni riesce a fare ancora meglio, segnando l’astronomica cifra di trentuno reti. Un’impresa che gli vale il titolo di capocannoniere della Serie A e la Scarpa d’Oro, oltre a rappresentare il miglior viatico verso il Mondiale tedesco del 2006.
Sorvolando sulla matrice eterea dell’impresa degli Azzurri, Toni si conquista di diritto la visibilità globale. Il Bayern Monaco, che l’ha visto da vicino – ah, ah! – durante l’estate, lo tiene d’occhio per un anno intero e nel 2007 lo acquista per rinforzare il suo reparto avanzato. Inutile dire come, anche in terra di Germania, Toni conquisti il titolo di Torschützenkönig.
Passano, però, gli anni e la sua stella sembra pian piano offuscarsi, come testimoniano gli interlocutori passaggi con Roma, Genoa, Juventus ed Al Nassr che fanno presagire al canto del cigno.
L’istinto, tuttavia, è impossibile da sopprimere. E quando firma per il Verona qualcuno pensa inopinatamente che Luca stia già percorrendo il viale del tramonto. E infatti… Quarantotto reti in gialloblù in tre campionati. Titolo di capocannoniere nel 2014-15 a pari merito con Icardi condito da un ulteriore primato: è il più longevo di sempre. Dario Hubner dovrà farsene una ragione. Ma di fronte ad un atleta capace di segnare oltre trecento reti complessive, non c’è da far altro che togliersi il cappello e riverirlo come si conviene.
Nel nostro viaggio della memoria, dunque, celebriamo la sua quarantatreesima primavera estraendo dagli almanacchi i nomi di compagni e colleghi d’avventura che hanno assistito ai suoi due principali trionfi: quello in Serie B con il Palermo (2003-04) e quello in Serie A con la Fiorentina (2005-06). Mani ai fazzoletti, dunque. E tanti auguri, Luca!
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