Tutti gli italiani che hanno vinto la Champions League dal 1992 al 2006
4 Giugno 2020
Marco BORRIELLO – Milan (2002-03)
Il ragazzo di Napoli era all’inizio della sua carriera che certamente alla fine risulterà non priva di soddisfazioni. Nell’annata magica milanista che porterà alla conquista della sesta Champions League, riuscirà a scendere in campo quarantacinque minuti contro il Lens, prendendo il posto nientemeno di Shevchenko. A gennaio verrà girato in prestito all’Empoli.
Christian BROCCHI – Milan (2002-03)
Alzi la mano chi non lo ricorda girare, coppa alla mano, per il campo dell’Old Trafford con la t-shirt con su scritto “Brocchi si nasce, campioni si diventa”. È la cartolina che ci regala il centrocampista milanese che, con fatica e umiltà, si è sempre fatto trovare pronto in un Milan dalla rosa stellare. Elemento prezioso nel rush finale in quella Champions League 2002-03 soprattutto nei quarti contro l’Ajax e in semifinale dell’Euroderby d’andata.
Angelo CARBONE – Milan (1993-94)
Lo strano caso del centrocampista pugliese. Con i rossoneri gode di una discreta fiducia da parte di Sacchi tant’è che sarà il ragazzo originario di Bari ad eliminare il Bruges con il suo gol e a spedire ai quarti il Milan verso l’infausta notte di Marsiglia, che costò la sconfitta a tavolino con annessa squalifica dei rossoneri. Con Capello le occasioni per mettersi in mostra diminuirono notevolmente, ma quei 126 minuti in dodici partite bastano e avanzano per laurearsi Campione d’Europa.
Massimo CARRERA – Juventus (1995-96)
Prima di raggiungere Bergamo, per vestire la maglia dell’Atalanta, il difensore lombardo trova il modo migliore per congedarsi dalla Torino bianconera. Una stagione che regala grandi soddisfazioni, con sette presenze all’attivo in Champions di cui cinque da titolare. Uno degli eroi a difendere il fortino juventino a Nantes, in terra francese e che nonostante la sconfitta per 2-3, significò finale.
Antonio CONTE – Juventus (1995-96)
Quando nell’autunno del 1991 parti dal Salento direzione Torino, chissà se avrebbe immaginato di diventare una bandiera indiscussa della Juventus, condividendo però, almeno in campo europeo, più dolori che gioie. Lasciando da parte le tre finali perse, il ricordo va alla splendida edizione 1995-96, nove presenze con due gol, uno nella notte magica di Del Piero a Dortmund, l’altro al Delle Alpi confezionato per i malcapitati scozzesi del Glasgow Rangers su suggerimento di Ravanelli. In finale alzerà bandiera bianca anzitempo per malanni fisici, ma alla fine alzerà anche la Champions League.
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