Tutti gli italiani che hanno vinto la Champions League dal 1992 al 2006
4 Giugno 2020
Roberto DONADONI – Milan (1993-94)
Altro prezzo pregiato del Milan degli immortali, il ragazzo di Cisano Bergamasco con la sua intelligenza tattica, la duttilità e l’abilità tecnica, è considerato da sempre un giocatore capace di fare la fortuna degli allenatori. Lo sa bene Capello, che nel centrocampo a quattro lo sposta da destra – ruolo naturale – a sinistra, fino a farlo giocare perfino centrale. I risultati non cambiano di una virgola, basti pensare alla fantastica serata greca di Atene, dove Donadoni schierato sulla corsia di sinistra ridicolizza in lungo e in largo il malcapitato Ferrer, sfornando tra l’altro, un assist al bacio per il secondo gol di Daniele Massaro.
Stefano ERANIO – Milan (1993-94)
Luci ed ombre per l’ex prodotto del vivaio del Genoa. Dopo un buon inizio di campionato qualche infortunio di troppo metterà il bastone tra le ruote nel cammino stagionale del buon Eranio. Fino all’ aprile del 1994, quando una lacerazione al tendine d’Achille lo metterà fuori uso per il rush finale contro Porto, Monaco e Barcellona, e soprattutto gli farà saltare il mondiale negli Stati Uniti. Alla fine della vittoriosa stagione rossonera saranno tre le sue presenze in Champions League.
Ciro FERRARA – Juventus (1995-96)
Lui sì, può farlo. Ciro Ferrara nonostante la “giovane” età può raccontare al suo nipotino di come, dopo aver vinto lo Scudetto nella sua amata Napoli, si trasferì al nord nella fredda Torino e in una notte romana del 1996 dopo una lunga ed estenuante battaglia, che nonostante fosse durata la bellezza di 120 minuti non aveva ancora decretato un vincitore, fu il primo bianconero a presentarsi sul dischetto, nella lotteria dei rigori. Sangue freddo, esperienza, precisione, la festa juventina incominciava a prendere forma.
Filippo GALLI – Milan (1993-94)
Come Jack Burton in “Grosso guaio a Chinatown”. Filippo Galli è nato pronto. La cosiddetta “riserva di lusso” dei quattro fenomeni della linea difensiva del Milan di Sacchi prima e Capello poi, attende pazientemente il proprio turno, risultando assolutamente affidabile. La grande occasione del 1994 arriva in finale: Baresi e Costacurta sono squalificati, Panucci va a sinistra, Tassotti rimane a destra e lui affianca Maldini scalato al centro. Risultato impeccabile. Trionfo per 4-0, Coppa sollevata al cielo, e alzi la mano chi, in novanta minuti, si ricorda un solo tiro spagnolo verso la porta di Rossi.
Gennaro GATTUSO – Milan (2002-03)
Con Rui Costa, Seedorf, Pirlo, Kakà, la qualità nel centrocampo Milanista abbonda da tutte le parti. Tocca al ragazzo di Corigliano Calabro sacrificarsi, prenderle, darle (soprattutto), immolarsi e spendere le varie ammonizioni per i più classici falli tattici. Il leitmotiv della carriera di Ringhio nel Milan, che soprattutto con la vittoria della Champions 2002-03, segna il crocevia nella carriera di Gattuso, dimostrando che a volte generosità, professionalità e determinazione possono sopperire alla tecnica e alla qualità.
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