Chi ha la migliore media reti in Nazionale rispetto ai minuti giocati?
6 Settembre 2021
Se c’è qualche cosa d’imprescindibile ed inamovibile in Italia, queste possono essere varie: la centralità del Colosseo in quel di Roma, il ragù della domenica e la presenza in cima alla vetta dei marcatori di Luigi Riva, detto Gigi o Rombo di tuono. Dando lo sguardo un po’ più in là, andando al di là delle Alpi e vedendo quel che accade nel resto d’Europa, fa quasi effetto vedere come nel Paese del Tricolore sia ancora in vita un primato che rappresenta un unicum su scala continentale e mondiale. No, non parliamo del ragù, quanto dell’incredibile circostanza di un record di reti, quello del bomber di Leggiuno che ha fatto la storia del Cagliari: sono quasi cinquant’anni, infatti, che nonostante centravanti ed attaccanti di ogni stazza e foggia si siano succeduti al leggendario numero undici, nessuno sia riuscito minimamente a scalfire o ad avvicinarsi al record di trentacinque reti che dura ormai dal 20 ottobre 1973, giorno dell’ultima rete in azzurro di Riva, in occasione della qualificazione ai Mondiali del 1974 contro la Svizzera allo Stadio Olimpico di Roma.
In pochi sono riusciti ad inserirsi nella scia di Gigi – “pochi” che rispondono al nome di Baggio e Del Piero a quota ventisette – seppur l’avvicendarsi di epoche ed alfieri nazionali sia stato premiato con due titoli mondiali ed uno europeo, fresco fresco. La statistica assume ulteriore peso specifico, specie in questi giorni in cui la questione “attacco” sia dirimente in termini di efficacia per le sorti della Nazionale. D’altronde, la questione è sotto gli occhi di tutti: l’Italia di Mancini produce un’ingente mole di gioco, ma spesso si rivela sterile in fase offensiva. Proprio per questo, cercando una chiave di lettura del momento storico che stiamo vivendo nell’analisi delle statistiche a disposizione, abbiamo provato a capire se il trend sia generalizzato o soltanto frutto del caso.
Ecco qui, dunque, la classifica dei calciatori con la miglior media-gol in Nazionale. La graduatoria è stata stilata con i calciatori che hanno disputato almeno duemila minuti con indosso la maglia azzurra.
Roberto MANCINI – 4 reti in 2.042 minuti (un gol ogni 511 minuti)

Il rapporto del Mancio con la maglia azzurra non è stato propriamente idilliaco. Sebbene intercorrano dieci anni fra la prima e l’ultima convocazione (1984-1994), la sua collocazione nell’undici di partenza mal si è conciliato con le filosofie dei commissari tecnici suoi predecessori che si sono alternati alla guida dell’Italia: da Bearzot, passando per Azeglio Vicini che lo tenne sempre in panchina durante Italia ’90 ad Arrigo Sacchi, con il quale non sbocciò mai l’amore. Dopo la prima rete – con polemica – siglata durante Euro ’88 contro la Germania Ovest, proprio con il tecnico di Fusignano ha trovato più volte la via della rete in occasione delle qualificazioni ad USA ’94: doppietta nel 6-1 rifilato a Malta ed ultimo acuto nel 3-0 di Tallinn contro l’Estonia.
Francesco TOTTI – 9 reti in 3.864 minuti (un gol ogni 429 minuti)

Il suo sguardo di ghiaccio poco prima del rigore calciato all’Australia al Fritz Walter Stadion di Kaiserslautern durante gli ottavi di finale del Mondiale 2006 rimane l’ultima e più nitida cartolina che l’Ottavo Re di Roma ha lasciato in ricordo ai tifosi italiani. L’azzurro è stato l’unico colore vestito assieme al giallorosso della sua Roma e negli otto anni (1998-2006) in cui ha indossato la maglia della Nazionale maggiore, Francesco si è distinto particolarmente nel mandare in rete i suoi compagni, piuttosto che concludere a rete (specie se rapportato alle statistiche-monstre in campionato). Tra le nove perle, si ricorda una sua doppietta nel pirotecnico 4-3 con cui l’Italia ebbe ragione della Bielorussia nel match dell’Ennio Tardini di Parma del 13 ottobre 2004.
Giampiero BONIPERTI – 8 reti in 3310 minuti (un gol ogni 414 minuti)

Così come Totti, Marisa è stato un simbolo della Juventus. Non solo sul campo, ma anche dietro ad una scrivania. Boniperti ha disegnato un’intera parabola bianconera che ha racchiuso l’alfa e l’omega della sua vita, raccogliendo in Nazionale la pesante eredità di Valentino Mazzola. Sulle sue spalle, si sono caricate le aspettative di un’Italia desiderosa di trovare un undici che potesse sostenere l’ingombrante ricordo del Grande Torino fornitore unico di titolari della Nazionale nell’immediato dopoguerra. Fra il 1947 e il 1960 Giampiero colleziona trentotto gettoni. Pochi, in considerazione del suo talento. Ma la cosa non deve stupire, visto il cattivo rapporto con i tornei mondiali che ebbe in quel periodo l’Italia: esclusa immediatamente nel 1950 e nel 1954, in occasione della kermesse iridata in Svezia del 1958 non riuscì neanche a centrare la qualificazione. Fra le otto reti che Giampiero mise a segno, spicca la doppietta rifilata all’Egitto nello spareggio per la qualificazione ai Mondiali del 1954.

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