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Chi ha la migliore media reti in Nazionale rispetto ai minuti giocati?

6 Settembre 2021

Gianluca VIALLI – 16 reti in 4.860 minuti (un gol ogni 304 minuti)

Italia 1990: Vialli contro tutti | Storie di Calcio

Diciamocelo subito: l’addio alla Nazionale di Gianluca è stato traumatico. La sua crisi realizzativa successiva al passaggio dalla Sampdoria alla Juventus, la decisione di Trapattoni di dirottarlo a centrocampo e il rapporto “franco” (forse anche troppo) con Arrigo Sacchi hanno fatto sì che l’epopea di Vialli con la Nazionale si chiudesse all’improvviso nel 1992. Dopo aver segnato la sua ultima rete nel sofferto 2-1 dell’Italia su Malta per le qualificazioni a USA ’94, il centravanti Cremona è stato escluso dal giro dei convocati del commissario tecnico di Fusignano, fino a rinunciare definitivamente eventuali convocazioni dal 1996. È un peccato, specie perché la voglia di Vialli di far vedere quanto valesse anche in azzurro era tanta: dopo gli ottimi europei del 1988, i Mondiali del 1990 in Italia – complice un infortunio – non sono andati al meglio e, anzi, sono stati macchiati da un errore dal dischetto contro gli USA. Con Azeglio Vicini, allenatore che l’ha sempre avuto con sé nelle selezioni giovanili fino a farlo un leader, Vialli ha vissuto il suo periodo d’oro e a cavallo fra il 1987 e il 1988 realizza le sue due uniche doppiette con la casacca della Nazionale: quella splendida e decisiva per le qualificazioni ad Euro ’88 contro la Svezia a Napoli e nel brillante 4-1 con cui l’Unione Sovietica fu piegata in quel dello Stadio della Vittoria di Bari.

Giuseppe SIGNORI – 7 reti in 2019 minuti (un gol ogni 288 minuti)

Giuseppe Signori, da mito del calcio a "losco" imputato. Un calvario di 10  anni per l'ex campione della nazionale italiana assolto con formula piena

Fa quasi specie vedere l’emblema assoluto dei cannonieri italiani degli anni ’90, durante i quali vinse la classifica marcatori per ben tre volte, di cui due consecutive, fermo soltanto a quota sette. Eppure, sebbene costellato di magnifici ricordi, anche Beppe ha dovuto “subire” le decisioni talvolta poco digeribili del commissario tecnico dell’epoca: Arrigo Sacchi. È un rapporto di amore e di odio quello fra l’attaccante bergamasco e il tecnico romagnolo: proprio l’ex allenatore del Milan fece esordire un giovanissimo Signori con la Nazionale, quando l’ottovolante di Zemanlandia aveva ancora nel biondo centravanti uno dei suoi principali interpreti. Durante gli anni fu spesso chiamato a dare il suo contributo, ma durante i Mondiali di USA ’94 avvenne la definitiva rottura. Signori venne impiegato da attaccante soltanto in occasione dell’esordio iridato contro l’Irlanda (sconfitta per 0-1). Nelle successive partite, il tecnico lo dirottò sempre più sulla fascia, limitando il suo apporto in area di rigore, ma riciclandosi come uomo-assist: sono suoi i palloni messi a disposizione di Dino Baggio contro la Norvegia e di Roberto Baggio contro la Spagna durante i quarti. Tuttavia, la sua insofferenza verso il suo impiego lo portò al clamoroso rifiuto ad entrare in campo in occasione della semifinale contro la Bulgaria che, di fatto, gli costò l’opportunità di scendere in campo contro il Brasile. Odi et amo. Ecco l’ennesimo capitolo della sua declinazione calcistica.

Sandro MAZZOLA – 22 reti in 5.864 minuti (un gol ogni 265 minuti)

1974 - Mazzola: "Abbiamo sbagliato e pagato" | Storie di Calcio

Portare il suo nome non era affatto facile. Specie se tuo padre Valentino, il capitano del Grande Torino. Ma il giovane Sandro non ha mai subito il peso del ricordo del papà, dimostrando sin da giovane di averne ereditato il carattere e la tigna. La sua prima rete in assoluto, infatti, giunge dal dischetto nel 9-1 con cui la Juventus si sbarazza dei ragazzini dell’Inter nella ripetizione del match del 1960-61: Helenio Herrera e l’Inter contestarono la decisione della FIGC di ripetere l’incontro contro i bianconeri e per protesta schierarono la Primavera. Mentre Sivori segnava sei reti al povero Annibale, Mazzola mise il primo mattoncino di un’incredibile carriera. Dopo due anni, infatti, veste l’azzurro in una San Siro stracolma oltre ogni ordine di posto e si ritrova di fronte a Pelé. Il ragazzino, astro nascente del campionato italiano, sembra non subire lo shock dell’esordio nella sua Milano e va addirittura a segno. La sua epopea in Nazionale durerà fino al 1974, quando il suo addio coinciderà con l’amaro arrivederci al torneo iridato in Germania Ovest. Nel mezzo, si registrano ben quattro doppiette: due rifilate alla Finlandia, una contro la Romania e l’ultima in assoluto contro Cipro.