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Chi ha la migliore media reti in Nazionale rispetto ai minuti giocati?

6 Settembre 2021

Alessandro DEL PIERO – 27 reti in 5.247 minuti (un gol ogni 194 minuti)

Numerologia: Del Piero e l'azzurro | Numerosette Magazine

Su Pinturicchio sarebbe possibile scrivere intere collane di libri. Non parliamo, ovviamente, del pittore del XV secolo. Ma quella espressa da Alex, seppur non possa definirsi arte in assoluto, beh, è stato qualcosa che ci si è davvero avvicinato. Sin dalla più giovane età, Del Piero ha avuto lo stigma del predestinato e non ha fatto nulla per nasconderlo, riuscendo ad ereditare con una naturalezza incredibile un numero dieci pesantissimo come quello di Roberto Baggio in bianconero. Anzi, Alessandro da San Vendemiano diventa uno dei miti assoluti che abbina il suo nome a quello della Vecchia Signora: la Juventus. Forse in Nazionale, se comparato a quanto conquistato con il club di appartenenza, ha raccolto meno di quanto abbia meritato. Anzi, spesso e volentieri il suo apporto con la maglia azzurra è stato aspramente criticato: spesso tirato in ballo per i “soliti” dualismi da bar con Baggio prima e Totti poi, Del Piero ha saputo aspettare il momento più propizio per segnare una delle reti più importanti e “volute” della sua carriera. La sua corsa a perdifiato nel Westfalenstadion di Dortmund per reclamare il pallone da Gilardino e scagliarlo alle spalle di Lehmann rimane una delle più grandi opere d’arte che, fra pennellate d’autore, scaldano il cuore di ogni appassionato da Aosta a Pantelleria.

Paolo ROSSI – 20 reti in 3.851 minuti (un gol ogni 193 minuti)

La maglia azzurra della Nazionale compie 110 anni | Calcio e Finanza

Il rapporto di Paolo Rossi con la Nazionale, forse, rimane un esempio unico nell’intera storia del calcio italiano. Con l’azzurro addosso, l’attaccante toscano è riuscito a scrivere pagine indimenticabili, molto più che con i club d’appartenenza. Quando si ha al proprio fianco un secondo padre come Bearzot, prima ancora che un allenatore, è impossibile non ripagare tanta fiducia e tanto amore con prestazioni in grado di fare la storia. Paolo è stato il primo calciatore ad essere pagato più di due miliardi, il primo ad aver “spinto” un presidente ad apporre uno sponsor sulla propria maglia per finanziarne l’acquisto. La sua stella è esplosa in provincia, ha brillato in azzurro e in bianconero, per spegnersi velocemente così come s’è accesa nel giro pochissimo tempo. Col tecnico friulano in panchina, Paolo Rossi ha dato il meglio di sé stesso: prima in Argentina, durante i Mondiali del 1978, quando fece tremare i padroni di casa con un’azione meravigliosa, la più bella del Mondiale, conclusa in rete da Bettega, poi nel 1982 quando elettrizzò il Sarrià e l’Italia intera con la mitica tripletta al Brasile. Divenne capocannoniere del Mondiale che riportò l’Italia ad alzare il trofeo dopo 44 anni di lunga attesa e prima dell’addio all’azzurro che arrivò in concomitanza con la kermesse messicana del 1986, Paolo Rossi trovò il tempo di realizzare un’altra tripletta nel 5-0 con cui l’Italia annichilì il Messico nell’amichevole del febbraio 1984 a Roma.

Roberto BETTEGA – 19 reti in 3.391 minuti (un gol ogni 178 minuti)

IL PALLONE RACCONTA: ROBERTO BETTEGA | AIC - Associazione Italiana  Calciatori

Con l’arrivo di Bobby Gol in Nazionale sembrava che il record di Riva potesse essere abbattuto nel giro di pochissimo tempo. Il ragazzo, cresciuto nella Juventus, dopo l’esperienza con il Varese, prese in mano le sorti dell’attacco bianconero, portandolo spesso e volentieri alla conquista dello Scudetto a suon di reti. Nonostante fosse il centravanti della più forte squadra italiana, in attacco la presenza di big come lo stesso Riva e di Chinaglia gli chiuse le porte dell’azzurro fino al 1975, quando Bettega disputò il suo primo match vestito d’azzurro. A lui, Bearzot affidò le fortune offensive dell’Italia e Roberto lo ripagò con gli interessi: nel triennio che l’accompagnò fino al Mondiale del 1978, Bettega andò a segno per ben sedici volte in diciannove presenze. Spicca la quaterna realizzata nel 6-1 alla Finlandia che fu decisiva proprio per la conquista della qualificazione alla manifestazione iridata in Sudamerica. Dopo il ritorno dal Mondiale, però, la sua vena realizzativa in Nazionale si arrestò quasi completamente, nonostante nel 1980 si laureò capocannoniere della Serie A con sedici gol. Contribuì anche alla qualificazione ai Mondiali di Spagna ’82, impattando la Jugoslavia a Belgrado. Un grave infortunio e le rinnovate dinamiche decise dopo il suo rientro da Bearzot ne compromisero la partecipazione alla kermesse e quella contro gli slavi rimane, dunque, la sua ultima rete in azzurro.