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Chi ha la migliore media reti in Nazionale rispetto ai minuti giocati?

6 Settembre 2021

Alberto GILARDINO – 19 reti in 3.138 minuti (un gol ogni 165 minuti)

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Dopo aver fatto la storia con l’Under-21 di cui è il portabandiera che alza al cielo il trofeo dell’Europeo di categoria ed aver portato l’Italia Olimpica ad aggiudicarsi la medaglia di bronzo, Gilardino ha iscritto il suo nome anche nella Hall of Fame della Nazionale dopo il successo conseguito nel Mondiale del 2006. La carriera del centravanti biellese è stata costellata di successi sin dall’inizio e dopo aver messo al sicuro il record di realizzazioni con Gli Azzurrini con quindici reti – ex-aequo con Pirlo – il commissario tecnico Lippi lo premia dopo la fantastica stagione disputata con il Parma. All’Ennio Tardini, Alberto si conferma anno dopo anno – fra l’altro segna la sua prima rete con la nazionale maggiore proprio nel capoluogo emiliano nel 4-3 alla Bielorussia – e il passaggio al Milan lo porta ad essere uno dei protagonisti che in Germania alzeranno la Coppa del Mondo al cielo. Questo è l’ultimo acuto vissuto in azzurro. Infatti, dopo i successi con la Nazionale, Gilardino riesce a confermarsi ad alti livelli soltanto a Firenze, raccogliendo l’eredità di Toni. Dopo qualche anno di relativo appannamento, con il passaggio a Bologna e il ritorno al Genoa riconquista la fiducia di Prandelli che lo impiega in vista delle qualificazioni per il Mondiale del 2014. La sua ultima rete è decisiva ai fini della qualificazione: segna il gol che vale il successo contro la Bulgaria al Renzo Barbera di Palermo il 6 settembre 2013.

Luigi COLAUSIG – 15 reti in 2340 minuti (un gol ogni 156 minuti)

Il regime fascista cambiò il suo cognome in Colaussi, ma ciò non gli impedì di fare comunque la storia della “sua” Triestina e della Nazionale. Era un’ala sinistra scattante e veloce e, nonostante i cross fossero il suo pezzo forte, ciò non gli impediva di andare a rete con una certa regolarità. Fu uno dei componenti che Vittorio Pozzo volle con sé per la vittoriosa “missione” che gli Azzurri compirono in Francia nel 1938, vincendo il loro secondo titolo iridato consecutivo. Anzi, il suo apporto fu più che decisivo, segnando ben quattro reti nelle tre partite disputate: una nel 3-1 con cui l’Italia fece fuori i padroni di casa allo Stade des Colombes nei quarti di finale, uno in semifinale contro il Brasile e addirittura due nella finalissima contro l’Ungheria del Parco dei Principi che contribuirono al 4-2 finale.

Roberto BAGGIO – 27 reti in 4.120 minuti (un gol ogni 153 minuti)

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Il Divin Codino è stato l’essenza del calcio. Sia umanamente che professionalmente. Mai come intorno a lui si è cementata una nazione intera, per cercare di tributargli il giusto riconoscimento a coronamento di una carriera indimenticabile, irripetibile ed unica. Il rapporto con l’azzurro di Roberto, lo sappiamo, è un pout-pourri di emozioni: di grandi gioie ed incredibili delusioni; sogni sfiorati e fragorose cadute. Ma tutti, davvero tutti, sono sempre stati dalla sua parte. E come si potrebbe altrimenti? La sua storia abbraccia un arco di quattordici anni che racchiude cinquantasei partite, condite da ventisette reti. Anche le sue gesta in Azzurro lo porteranno alla conquista del Pallone d’Oro. E con la maglia della Nazionale si ricordano non solo le reti, ma le veroniche, le intuizioni, i lampi di genio e le giocate. La serpentina con la Cecoslovacchia, la vendetta contro chi lo aveva già definito bollito all’indomani della doppietta contro la Nigeria ad USA ’94, la dimostrazione planetaria del campione durante il campionato di Francia ’98. Non è possibile limitarsi a poche righe. Ma come lui, nessuno mai.

Christian VIERI – 23 reti in 3.502 minuti (un gol ogni 152 minuti)

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Forse Bobo è stato uno dei più grandi della sua generazione ed uno degli ultimi rappresentanti dei centravanti in vecchio stile. Muscoloso, potente, dirompente. In una sola parola: inarrestabile. Guardando alle statistiche che l’attaccante ha annoverato durante la sua carriera, vien quasi da chiedersi come mai la sua media sia così “umana”. Ma si sa, la Nazionale non è una squadra di club, nel bene e nel male. E nonostante ciò, Vieri è riuscito spesso e volentieri a mettere il bene dell’Italia davanti ad ogni cosa. Sicuramente, con la maglia azzurra Christian non ha avuto particolare fortuna, raccogliendo molto meno di quel che avrebbe meritato e saltando un appuntamento importante come quello di Euro 2000 a causa di un infortunio che gli avrebbe dato l’opportunità di dire la sua in un torneo dal quale siamo tornati con un’amara medaglia d’argento al collo. Negli almanacchi è suo il nome alla voce “millesimo gol”, realizzato contro la Moldavia nel giorno dell’esordio assoluto e dopo le ottime prestazioni fornite ai Mondiali del 1998 e del 2002, durante i quali segna praticamente tutte le reti azzurre, fallisce l’occasione di disputare il terzo torneo iridato nel 2006, seppur la sua ultima rete contribuisca alla qualificazione: segna, guarda un po’, alla Moldavia la sua ultima rete con la maglia dell’Italia nel 2-1 del Via del Mare di Lecce dell’ottobre 2005.