Chi ha la migliore media reti in Nazionale rispetto ai minuti giocati?
6 Settembre 2021
Giuseppe MEAZZA – 33 reti in 4.860 minuti (un gol ogni 147 minuti)

In molti dicono che un giocatore come Peppìn non sia mai più nato. Lo giurano gli allenatori ed i compagni di squadra che lo hanno avuto accanto, lo affermano soprattutto i tifosi dell’Inter che lo hanno visto sbocciare e con il cui mito sono cresciuti. È uno dei primi prototipi di calciatore moderno, distinguendosi dalla generazione di “pionieri” che lo ha immediatamente preceduto: nessuno, fino a quell’ora, giocava a calcio come Il Balilla. Divenne ben presto un simbolo dell’Ambrosiana, con cui vinse a suon di reti il primo, storico campionato a girone unico della Serie A. E Vittorio Pozzo, commissario tecnico della Nazionale, lo volle al suo fianco per costruire la squadra che avrebbe dominato, sportivamente parlando, l’Europa ed il mondo. Meazza, infatti, sarà in prima linea nella conquista della prima Coppa Rimet del 1934, condurrà i propri compagni di squadra all’arrembaggio dell’Inghilterra nella famosa partita dei Leoni di Highbury segnando anche due reti e si riciclerà centrocampista in occasione dei Mondiali del 1938. Proprio in Francia, durante il torneo, segna la sua ultima rete azzurra in occasione della semifinale vinta per 2-1 sul Brasile.
Filippo INZAGHI – 25 reti in 3.544 minuti (un gol ogni 142 minuti)

Semmai voleste un compendio su quale fosse la fame di gol di Superpippo basterà chiedere al povero Simone Barone, la cui corsa al suo fianco nella trequarti della Repubblica Ceca durante il match dei Mondiali 2006 ne è l’emblema assoluto. L’allora centrocampista del Palermo si riciclò spettatore d’eccezione in occasione del primo (ed unico!) gol iridato dell’attaccante del Milan: oltre cinquanta metri nel vano tentativo di chiedergli un pallone da depositare comodamente in rete. No, troppo facile. D’altronde, Inzaghi aveva già vestito i panni dell’assist-man otto anni prima quando mandò in rete Roberto Baggio nell’incontro con l’Austria al Parco dei Principi. E se quel gol diede una mano cospicua alla Nazionale nella corsa alla quarta stella, il suo apporto si è fatto più fattivo nei percorsi di avvicinamento ai grandi appuntamenti, durante le qualificazioni. Nonostante la sua tripletta rifilata al Galles a San Siro durante le qualificazioni ad Euro 2004, Trapattoni decise di escluderlo dal novero dei convocati, preferendogli Di Vaio. E allora Simone Barone potrà ben capire che quella corsa, alla fin fine, non è stata così inutile.
Luigi RIVA – 35 reti in 3.712 minuti (un gol 106 minuti)

Soltanto il dispiacere della divisione non porta Rombo di Tuono anche in cima a questa classifica. Il leader assoluto di marcature in azzurro, infatti, deve cedere lo scettro di miglior uomo-gol in rapporto ai minuti giocati ad uno dei più grandi centravanti di tutti i tempi come Silvio Piola. Poco male. Riva è e rimarrà un simbolo immarcescibile. Sia per quanto compiuto con la maglia del Cagliari, di cui è l’assoluto emblema e l’eroe di un incredibile Scudetto conquistato nel 1970, sia per quanto ha fatto vedere in mondovisione con l’azzurro addosso. Seppur le immagini siano quasi tutte in bianco e nero. C’è la sua firma in ogni passaggio memorabile della Nazionale della sua epoca: insieme ad Anastasi abbatté la resistenza della Jugoslavia nella ripetizione della finalissima degli Europei davanti alle ottantamila fiammelle che illuminarono la finalissima dell’Olimpico nel 1968; c’era la sua griffe anche nell’altalena emozionale del Match del Siglo all’Azteca di Città del Messico durante i Mondiali del 1970. Una quaterna al Lussemburgo nel marzo del 1973 gli consentì di effettuare lo scatto decisivo per avvicinarsi al record che, allora, era detenuto da Meazza, per poi segnare tre reti nelle successive partite che, così, lo incoronarono capocannoniere azzurro di tutti i tempi. Ha dato tutto per l’Italia. Anche una sua gamba. Il 31 ottobre del 1970 un intervento omicida dell’austriaco Hof gli causò la frattura del perone ed il distaccamento dei legamenti della caviglia. Ma Gigi fu più forte del Boia del Prater e riuscì, anche senza disputare alcun match per oltre un anno, a scalare la classifica assoluta per conservarne tuttora lo scettro. Ci voleva per altro per mettere a terra Rombo di Tuono.
Silvio PIOLA – 30 reti in 3.090 minuti (un gol ogni 103 minuti)

I suoi record parlano chiaro: in Serie A è il leader assoluto tra i marcatori, alla luce delle 290 reti complessive nel massimo campionato italiano ed è l’unico – insieme a Sivori – ad aver segnato sei reti in una singola partita. Sulla sua bacheca, inoltre, brilla di luce eterna il titolo della Coppa Rimet conquistato nel 1938 in Francia agli ordini di Vittorio Pozzo. Se non ci fosse stata la seconda guerra mondiale di mezzo, Silvio sarebbe riuscito a conquistare anche uno Scudetto, l’unico titolo di prestigio che manca. Tuttavia, sia Novara che Vercelli che gli hanno dedicato i propri stadi. E seppur senza tricolore sulla maglia, Silvio Piola ha fatto davvero la storia. Sul titolo mondiale del 1938, c’è ben impressa la sua firma: segna praticamente sempre in ogni partita disputata e quando non finisce sul tabellino dei marcatori, fa segnare i suoi compagni di squadra. Insieme a Colausig, mette a segno una doppietta che segna l’insormontabile solco fra l’Italia e l’Ungheria. Disputa la sua ultima partita nel maggio del 1952, alla soglia dei quarant’anni, quando guida l’attacco del Novara in Serie A. L’eternità ha un nome ed evidentemente è quello di Silvio Piola.
di Nando Di Giovanni

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