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Chi sono i trenta terzini sinistri più forti degli ultimi 30 anni?

26 Ottobre 2021

5. Claudio BRANCO

Brescia e Genoa le tappe italiane della carriera del difensore brasiliano, noto per la potenza dei suoi calci di punizione (chiedere per conferma al povero Murdo MacLeod, in ospedale con un trauma cranico per aver tentato di respingere con la testa un tiro di Branco). Con le Rondinelle nel 1986, si ferma per due stagioni a Brescia prima di essere acquistato dal Porto, Nel 1990 torna in Italia con il Genoa, centrando una memorabile qualificazione alla Coppa UEFA e entrando nei cuori dei tifosi con una punizione durante un derby, immagine diventata cartolina natalizia spedita dai rossoblù ai doriani.

4. Bixente LIZARAZU

Al suo attivo un record estremamente significativo: è stato infatti il primo calciatore della storia ad essere stato nello stesso momento Campione d’Europa e del Mondo sia con il club che con la nazionale, il tutto dopo la vittoria in Coppa Intercontinentale con il Bayern Monaco. È certamente tra i migliori interpreti del ruolo Bixente Lizarazu, fin dagli esordi con il Bordeaux (è in campo quando i Girondins eliminano il Milan dalla Coppa UEFA 1995-96), confermandosi poi con l’Athletic Bilbao e soprattutto con il Bayern Monaco, dove resta per dieci stagioni (salvo una parentesi a Marsiglia) vincendo sei Scudetti, cinque Coppe di Germania e quattro di Lega, la Coppa dei Campioni 2000-01 e il già menzionato Mondiale per Club. Incubo dei telecronisti, memorabili alcuni strafalcioni sul suo nome nei racconti di Francia ’98. Con i Bleus vince il Mondiale casalingo e l’Europeo del 2000, la Confederations Cup del 2001 e del 2003, oltre ad avere una presenza nella Euskal Selekzioa, nazionale di soli giocatori baschi.

3. Andreas BREHME

Senza dubbio uno dei terzini più forti della sua generazione. Dice di lui il compagno Lothar Matthaus: «È stato il miglior calciatore con cui abbia mai giocato», investitura mica male per il biondo terzino tedesco, nato sulla destra e reinventato difensore di fascia sinistra da Giovanni Trapattoni. Grande tecnica, cross, dinamismo, sagacia tattica, Brehme è stato una colonna sia dell’Inter che della Germania, con cui vince i Mondiali del 1990. Calcia sia di destro che di sinistro, e con eguale efficacia: nella sua carriera sono numerosi i calci piazzati realizzati in occasioni di grande importanza: su tutti il rigore calciato e segnato contro l’Argentina nella finale di Italia ’90.

2. Paolo MALDINI

Nasce terzino, ma è una definizione che riduce la portata del talento di questo giocatore. A sinistra o al centro, l’efficacia è la stessa per questo difensore universale e amato oltre i colori, basti ricordare il tributo dello stadio Franchi nella sua ultima gara da giocatore. Capitano rossonero dalla stagione 1997-98: il primo scudetto con la fascia al braccio arriva nel 1999 ed è quello con Zaccheroni in panchina. La svolta della sua carriera arriva con Ancelotti, che lo mette al centro della difesa al fianco di Nesta. Esperimento – chiamiamolo così – decisamente riuscito, con l’apice raggiunto nel 2003, quando il 28 maggio Paolo alza la Coppa dalle Grandi Orecchie a Manchester, a quaranta anni esatti di distanza dal giorno in cui papà Cesare vince la stessa Coppa come Capitano del Milan.

1. ROBERTO CARLOS da Silva

Principe di una generazione di terzini che in lui hanno trovato gioia e ispirazione. Una consacrazione che è iniziata con il suo arrivo alla corte del Real Madrid, e non provate a parlarne dalle parti della Pinetina, dove ancora si dannano l’anima per non averlo compreso e per esserselo lasciato sfuggire: spinta e copertura, difesa e offesa, Roberto Carlos nel contesto madridista si esalta, vincendo tutto quello che c’è da vincere e segnando di fatto un’epoca. Ed è nella storia del Real Madrid dal gennaio 2006, quando gioca la sua gara numero 330 con la maglia dei Blancos, diventando lo straniero con il maggior numero di presenze al Real. Chi ha superato? Alfredo Di Stefano. Non proprio uno dei tanti.

Corse, dribbling, ripiegamenti, cross, coperture e ripartenze. Se dobbiamo scegliere le caratteristiche del terzino perfetto, ogni giocatore che abbiamo menzionato potrebbe mettere un po’ del suo talento e del suo repertorio. Questi trenta che abbiamo nominato sono i Principi delle loro generazioni, i sublimi rappresentanti di un ruolo che per qualche anno è sembrato essere perduto nei meandri degli schemi e della tattica e che ora invece torna a splendere anche grazie a loro. Se pensiamo all’Europeo di Spinazzola possiamo certamente dirlo: i terzini sono tornati di moda. E meno male: gioia per gli attaccanti, cruccio per gli avversari che hanno vita dura con le loro corse a perdifiato per ripiegare. Tutti pensando ad una giocata di uno dei nostri Trenta, simbolo di un ruolo e, a modo loro, di intere generazioni.

di Yari Riccardi