L’ultima serata di gala della Coppa delle Coppe: i protagonisti di Lazio-Mallorca
19 Maggio 2020
L’ultima serata di gala della Coppa delle Coppe: i protagonisti di Lazio-Mallorca
Il 19 maggio 1999 segna, per la Lazio, un nuovo appuntamento con la storia. Un anno dopo la triste finale di Coppa UEFA persa contro l’Inter per 3-0, il club biancoceleste ha una nuova ghiotta opportunità per affermarsi, per la prima volta, nell’Europa che conta. Vincitrice della Coppa Italia nel ’98 (3-1 contro il Milan), la Lazio accede alla trentanovesima edizione della Coppa delle Coppe. L’ultima, prima della cancellazione della competizione. In un torneo privo di significative sofferenze – tranne quelle vissute in semifinale, contro la Lokomotiv Mosca – gli uomini di Sven-Göran Eriksson arrivano fino in fondo. Tra loro e la Coppa, l’ultimo ostacolo è il Real Mallorca allenato da Hector Cuper, el Hombre Vertical.
Il match, che si svolge al Villa Park di Birmingham, parte subito con ritmi molto intensi: sono proprio i biancocelesti a dar segno di essere entrati concentratissimi in partita. Dopo la delusione di un anno prima, sanno di non poter buttare al vento un’occasione come questa: i compagni di squadra lo hanno spiegato bene a Christian Vieri, che spedisce in rete il primo pallone toccato. Su lancio di Pancaro, dalla linea del centrocampo, Vieri nota il portiere argentino Roa fuori dai pali, e con un pallonetto di testa, che unisce forza e precisione, porta in vantaggio la Lazio.
Passano appena cinque minuti e il Mallorca sfrutta un calo di concentrazione dei biancocelesti: sulla fascia sinistra, Soler lancia Stankovic (Jovan), che vede solo a centro area Dani García, al quale non resta altro che indirizzare la palla alle spalle di Luca Marchegiani: 1-1, dopo poco più di dieci minuti. Dopo la partenza a mille, entrambe le squadre nei minuti successivi si dimostrano molto abili nel contrastare le offensive avversarie: ne sa qualcosa Salas, che non riesce quasi mai a trovare spazi liberi per giocare come sa, accerchiato e sovrastato da una gigante e solida cerniera difensiva maiorchina, composta da Marcelino Elena e Siviero.
Il secondo tempo regala poche emozioni nei suoi primi minuti: la prima minaccia arriva dal destro potentissimo del promettente camerunese Lauren, che impegna Marchegiani in un salvataggio strepitoso. Qualche minuto più tardi, Vieri si trova al limite dell’area di rigore spagnola. Tra i piedi gli scotta il pallone di un potenziale vantaggio che, a meno di dieci minuti dal termine, potrebbe dare una piega decisiva alla tesissima finale: l’attaccante guarda la porta e calcia, ma il suo tiro viene ribattuto dal difensore argentino Siviero. A seguito della deviazione, il pallone rimane per aria per qualche secondo, il tempo giusto che serve a Vieri per saltare e impedire al difensore avversario di recuperare la sfera. Siviero tenta di spazzare di testa, ma disturbato dall’attaccante laziale svirgola il pallone, che cade tra i piedi di Nedved. Il ceco, nonostante si trovi quasi spalle alla porta, fa partire un missile di destro che si infila all’angolino sinistro della porta difesa da Roa: 2-1.
Il Mallorca non si rialzerà più, e per il suo tecnico Cuper la serata inglese segnò l’inizio di un maledetto rapporto sia con le finali di competizioni europee che con la Lazio, che quattro anni dopo farà accostare, per sempre, il suo nome a quello della più grande disfatta della storia dell’Inter. La Lazio vince il suo primo grande trofeo internazionale. Il capitano Alessandro Nesta alza al cielo l’ultima Coppa delle Coppe della storia del calcio, che porterà per sempre i colori del club biancoceleste.
E voi, li ricordate tutti i ventisei protagonisti (subentranti inclusi) di questa storica finale? Riguardiamoli insieme.
LAZIO
Luca MARCHEGIANI
Il portiere romano aveva ancora dolore agli addominali obliqui dopo la finta subita da Ronaldo l’anno prima a Parigi, in occasione della finale di Coppa UEFA persa contro l’Inter. Marchegiani arriva alla finale di Birmingham in formissima: fu lui a parare il rigore a Rui Costa, quattro giorni prima, che tenne in vita le speranze di scudetto di una Lazio che, tuttavia, riuscì a cucirsi il tricolore solo dodici mesi più tardi. È stato un signor portiere, che in quasi venti anni di carriera tra i professionisti alzerà tre Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, due Supercoppe italiane e un campionato di Serie A.
Giuseppe PANCARO
Trasferitosi alla Lazio nell’estate del 1997 per circa due miliardi di lire, Pippo ottiene subito la fiducia di mister Eriksson, che gli affida le chiavi della zona destra del reparto difensivo. Dotato di buona spinta e di un ottimo senso tattico, il ventisettenne Pancaro, nel 1998, si trovava nel miglior periodo della sua carriera. Dopo sei anni a Roma, fu acquistato dal grande Milan allenato da Carlo Ancelotti: anche con i rossoneri si dimostrò decisivo contribuendo alla vittoria di una Supercoppa europea, uno scudetto e una Supercoppa italiana. Adesso allena la Pistoiese, in Serie C.
Alessandro NESTA
Che dire. Uno dei più difensori più completi che il calcio italiano abbia avuto. Cresciuto nel settore giovanile della Lazio, vi resta fino all’estate del 2002, dove all’ultimo giorno di mercato fu ceduto al Milan per trentuno 31 milioni di euro. I problemi finanziari legati al club biancoceleste gli hanno impedito di giocare per tutta la carriera con la maglia della sua squadra del cuore, come ha fatto il suo amico Francesco Totti, seppur sulla sponda opposta del Tevere. A Milano riuscì a conquistare due Champions League e una Coppa Intercontinentale: con il mondiale del 2006, il palmares di Nesta è uno dei più ricchi di trofei in assoluto.
Sinisa MIHAJLOVIC
Rocciosissimo difensore serbo, dotato di uno dei sinistri più vellutati mai visti in Europa a cavallo tra il ventesimo e il ventunesimo secolo, Sinisa Mihajlovic ha difeso la maglia laziale dal 1998 al 2004, quando si trasferirà all’Inter, dove trascorrerà gli ultimi due anni della sua prestigiosissima carriera. In questo periodo, Sinisa sta affrontando la battaglia più difficile della sua vita: ne approfittiamo per fargli nuovi auguri di pronta guarigione!
Giuseppe FAVALLI
Cresciuto nella Cremonese, il lombardo Favalli è stato un difensore della Lazio per ben dodici anni, vivendo tutti gli episodi pregni di emozioni, dall’inizio alla fine, dell’era Cragnotti. Serio e affidabile, il terzino sinistro è stato un elemento fondamentale per la difesa laziale, lui che era in grado – all’occorrenza – di ricoprire il ruolo di difensore centrale, mantenendo così l’equilibrio della difesa, in caso di galoppate di una squadra spettacolare, sempre votata all’attacco. Chiuderà la carriera a Milano, dopo aver passato due stagioni all’Inter (2004-2006) e quattro al Milan (2006-2010).
Dejan STANKOVIC
Uno straordinario centrocampista. Fu scoperto dall’osservatore Vincenzo Proietti Farinelli, che rimase colpito dalle prestazioni e dalla personalità del serbo che già a diciannove anni aveva, al braccio, la fascia di capitano della sua Stella Rossa di Belgrado. La stagione 1998-99 fu la prima in biancoceleste per il serbo, condita con nove gol in quarantadue presenze. Nel 2004 fu ceduto all’Inter, dove per tredici anni si dimostrò un elemento quasi sempre imprescindibile.
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