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Cronache di un calcio d’altri tempi: Gaucci, Matarrese e il ricovero di Olive

5 Aprile 2022

È la nona giornata di un campionato che vede la Lazio già volare in testa al campionato, seguita a ruota da Juventus, Milan e Roma. Nelle placide acque di metà classifica naviga il Bari, mentre il Perugia necessita urgentemente di punti per non ritrovarsi invischiato in vicende più calde e rischiose. Mazzone schiera i suoi con un 4-4-2 molto offensivo, con le due ali, Rapaic e Ba, maggiormente preposte a supportare le punte, Melli e Amoruso, che a coadiuvare i mediani, Bisoli e Olive, che purtroppo non avrà una serata felice. Fascetti risponde con un 4-4-2 a specchio, ma più difensivo, con gli esterni Collauto e Perrotta a tutta fascia, Osmanovski e Masinga davanti, Andersson e Marcolini a dirigere e spezzare il gioco. Sembrerebbe, a prima vista, una partita qualunque, una delle tante. Niente avrebbe lasciato presagire ciò che sarebbe successo.

Tutto inizia per un semplice scontro di gioco, che vede protagonisti Innocenti e Olive. Il primo, difensore centrale possente, era la colonna portante del Bari; il secondo, centrocampista ex Vis Pesaro, Lecce e Fidelis Andria, aveva vinto un campionato C2 con la compagine marchigiana e due campionati C1, uno coi salentini, l’altro con gli andriesi. Tutto si può dire sul capitano del Perugia e certo non lo si può tacciare di scarso temperamento, né rimproverargli un moderato agonismo, come dimostrano i sette cartellini rossi rimediati in carriera, di cui tre, ironia della sorte, proprio nella stagione 1999-00. Stavolta, tuttavia, non c’entra un’espulsione, anzi, è proprio una mancata sanzione a scatenare il tutto. Dopo dieci minuti dall’inizio del match, con una gomitata all’apparenza involontaria, Innocenti rompe lo zigomo al diretto avversario, che è costretto, suo malgrado, a uscire dal campo e ad essere ricoverato in ospedale per l’operazione. L’arbitro Pellegrino, stranamente, non punisce l’episodio, giudicandolo probabilmente un colpo involontario o non così grave da esser sanzionato. Cosa vuoi che sia: uno dei tanti scontri di gioco che capitano una miriade di volte nel mondo del calcio, i quali spesso poi vengono “sistemati” dalla prova TV, con cui infatti Innocenti si beccherà quattro giornate di squalifica. La sostituzione di Olive però costa cara al Perugia, che viene sconfitto dal Bari grazie alle reti di Andersson e Masinga, accorciate, inutilmente, dal goal di Ba. Amareggiato e infuriato per la sconfitta, il presidente Gaucci indica il contatto Innocenti-Olive come determinante ai fini del risultato: la famosa goccia che fa traboccare il vaso.

Il patron degli umbri, nel dopo partita, si scaglia contro il direttore di gara, reo di non aver sanzionato il contrasto, espellendo, per gioco scorretto e pericoloso, il giocatore avversario. Lapidario, Gaucci accusa Pellegrino di non aver fatto nulla, sebbene il ragazzo sia stato portato in ospedale. Un destino beffardo vuole che, a pochi metri da lì, il pullman del Bari stia per partire per il ritorno in città, e che uno degli ultimi a salire sia il presidente Matarrese, che non ci pensa due volte a intromettersi nella polemica, urlando letteralmente: “Gaucci, noi siamo di serie A, Gaucci!”. Non l’avesse mai fatto…

Gaucci esplode, slanciandosi furiosamente su di lui e “dedicandogli” una serie di eufemismi su cui è meglio glissare. Diciamo che Matarrese e il fratello Antonio vengono mandati metaforicamente a quel bel paese. Inoltre il patron del Bari è accusato di aver comprato la partita e l’arbitro. Non pago, il vulcanico proprietario del Perugia cerca addirittura lo scontro fisico, che troverebbe anche, se non venisse trattenuto da giornalisti e addetti ai lavori. Scene imbarazzanti che trascendono quasi nel tragicomico, ma allo stesso depositarie di un calcio “verace”, un calcio che ormai non si vede quasi più. Momenti nati dall’istinto, dall’irrazionalità, dai bollori della situazione, comunque presto placati. Dopo poco tempo infatti, tra i due presidenti è già pace, in seguito al passo indietro di Matarrese, che dichiara di esser stato semplicemente frainteso, data la situazione incandescente. In fondo, le sue parole significavano che, da squadre di serie A, non potevano permettersi comportamenti, per così dire, “provinciali”. Che sarebbe anche vero, ma quanto manca questo coinvolgimento emotivo nel calcio di oggi.

Alla fine dell’anno, il Bari dovrà sudarsi la salvezza, che agguanterà solo alla penultima giornata, mentre il Perugia finirà con un onesto decimo posto, non prima di fare un grosso sgambetto alla Juventus. Al Renato Curi si decideranno infatti le sorti del campionato e il Perugia, battendo inaspettatamente i bianconeri, regalerà il tricolore alla Lazio. E il campionato 1999-00 passerà alla storia come uno dei tanti, con un vincitore, le qualificate alle coppe europee e le retrocesse.

Resterà invece unico e inimitabile quel post-partita al Curi e sul litigio Gaucci-Matarrese, che avrà lunga fortuna nella memoria collettiva. Le iniziali stigmatizzazioni lasceranno il posto alla memorabilità. Figlia di un calcio che aveva come protagonisti personaggi istrionici e sanguigni che non lesinavano in reazioni eccessive, amorali e talvolta spudorate, quando presi dalla foga del momento. Uomini come Gaucci e Matarrese, tristemente scomparsi non molto tempo fa, sono sacerdoti indimenticabili di semplicità bonaria e di quel meraviglioso calcio degli anni ‘90.