Tutti i giocatori che sono passati dalla Serie C alla Nazionale in 5 anni
9 Aprile 2020
Fabrizio MICCOLI
Il Maradona del Salento. Questo era il suo soprannome che descriveva, con le dovute proporzioni, il suo innato talento calcistico. Sapeva fare la differenza. Gli esordi con il Casarano sono subito di valore e la Ternana lo fa esordire in B, prima di coronare l’esordio in A con i cugini del Perugia. Le ottime prestazioni convincono la Juventus a sceglierlo come punta di riserva e il Trap a portarlo in Nazionale (dieci presenze e due gol). Poi il Benfica e gli anni d’oro a Palermo, al Lecce l’ultima maglia.
Simone BARONE
Lega il suo nome a quello del Parma. Società con cui è cresciuto e con la quale poi si è affermato. In mezzo c’è il prestito a Padova e le ottime stagioni all’Alzano Virescit e al Chievo Verona. Abbina sostanza e qualità, le doti che gli permettono di raggiungere la maglia azzurra con cui vince il Mondiale del 2006. Tra le sedici presenze italiane riesce a segnare un gol, senza dimenticare quello mancato dall’egoismo di Inzaghi che lo ha reso celebre. In seguito, passa al Palermo e chiude in B con il Livorno.
Luca TONI
Tanta gavetta sui campi della Serie C. Arriva tardi al grande calcio, ma ha fame di vittoria, l’ambizione di diventare il numero uno. Dopo Vicenza e Brescia decide di scendere di categoria. A Palermo fa la differenza, segna trenta gol, record personale poi superato con i trentuno alla Fiorentina. In Nazionale arriva tardi ma non fa attendere i risultati. È titolare al Mondiale vincente del 2006 dove segna all’Ucraina di Shevchenko, e diventa l’idolo del Bayern Monaco, prima di tornare a segnare in giro per lo stivale e laurearsi capocannoniere a trentotto anni a pari merito con Icardi durante l’esperienza di Verona.
Cristian ZACCARDO
Terzino destro che all’occorrenza giocava anche da centrale. Il Bologna lo cede in prestito allo Spezia, in C1, dove è subito titolare. L’ottima stagione convince i felsinei a riportarlo a casa dove si distingue per la maturità e la continuità. Passa al Palermo dove esplode definitivamente conquistando anche la Nazionale, con la quale vince i Mondiali del 2006. Sceglie poi l’esperienza positiva al Wolfsburg e ritorna in Serie A nelle file del Parma. Tra le ultime squadre ci sono Milan, Carpi e Vicenza.
Stefano MAURI
Muove i primi passi nel Brugherio e nel Meda dove in pochi anni arriva dall’Eccellenza alla C2. Il Modena lo inserisce in formazione e conquista la promozione in A. L’impatto con la massima serie è buono ma esplode l’anno dopo a Brescia, dove gioca alle spalle di Baggio e segna sette gol. Passa all’Udinese dove entra nel giro della Nazionale (undici presenze) prima di dedicare il successivo decennio alla Lazio, di cui indossa spesso la fascia di capitano. L’ultimo anno da professionista lo trascorre al Brescia.
Andrea BARZAGLI
Difensore centrale. Fisico possente e un senso innato sui tempi di intervento. Anche lui conosce la gavetta, giocando prima in D con il Rondinella e in C1 con l’Ascoli, dove ottiene subito la promozione. Al Chievo si fa conoscere in A, ma è con il Palermo che si afferma ad alti livelli. Dalle prestazioni in rosanero arriva l’azzurro con cui gioca 73 volte e vince il mondiale del 2006. Poi lo scudetto al Wolfsburg e la conferma della sua caratura nella Juventus dei record.
Andrea CARACCIOLO
Con 132 gol è il terzo marcatore della storia della Serie B. L’Airone ha legato il suo nome a quello del Brescia con cui risulta, con 179 gol, il miglior marcatore di sempre delle Rondinelle. La maglia azzurra la veste soltanto in due occasioni senza vedere la porta, ma in carriera, in mezzo alle tre esperienze bresciane, gioca e segna ovunque in Italia. A Perugia, Palermo, Sampdoria, Genoa e Novara. L’ultima casacca è del Feralpi Salò di cui è ancora il cannoniere nonché capitano.
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