Dall’Aalborg passando per l’Helsingborgs e il Kosice fino allo Sheriff, le ricordate tutte?
15 Settembre 2021
2000-01 – Helsingborgs IF

Ci apprestiamo ad entrare nel nuovo millennio, facciamo la conoscenza dell’euro e il 23 agosto 2000 una sorpresa impronosticabile elimina l’Inter di Seedorf, Pirlo, Zamorano e Recoba. L’Helsingborg è una squadra storica, che però non vince un titolo in Svezia dal 1941. Conquistato il campionato nel 1999, i rossi partono dal secondo turno eliminatorio della Champions League e hanno la meglio del BATE Borisov con un secco 3-0 in Bielorussia, dopo lo 0-0 casalingo. Al terzo e ultimo preliminare hanno di fronte l’Inter guidata da Marcello Lippi: impossibile o quasi passare il turno. E invece un certo Hansson segna il gol che inchioda l’andata sull’1-0, anche se il ritorno a San Siro sembra già scritto: goleada dei nerazzurri e si ritorna in Scandinavia con il primo volo. La storia però racconta una serata un filo più complicata per l’Inter: la palla che non ne vuole sapere di entrare, la tensione che sale, El Chino che si fa parare un rigore da Sven Andersson poco prima del triplice fischio, che sancisce la fine a reti inviolate della sfida. Helsingborg ai gironi di Champions, contro nientepopodimeno che Paris Saint Germain e Bayern Monaco (addirittura un pareggio in Baviera e uno in Svezia contro i francesi). Ultimi ed eliminati, ma alla fase a gruppi con l’etichetta di “ammazza-Inter” è qualcosa che (forse) non ricapiterà più.
2005-06 – Artmedia Petržalka

No, non ci è passato il gatto sopra la tastiera. Qualcuno se lo ricorderà di sicuro l’Artmedia contro l’Inter, il Porto e i Rangers, peraltro senza sfigurare e finendo terzi nel raggruppamento. Squadra tostissima con sede in un distretto di Bratislava, il Petržalka per l’appunto, l’Artmedia ha cambiato nome una ventina di volte, evidentemente pronto a mutare per rimanere uguale a sé stesso: solido, deciso, concreto. Vinto il primo campionato della sua storia più che secolare nel 2005, affronta il primo turno preliminare di Champions contro i kazaki del Qayrat: sconfitta 2-0 ad Almaty, vittoria soffertissima 4-1 dopo i tempi supplementari in casa. Secondo turno contro il Celtic, che forse la prende sottogamba: 5-0 in Slovacchia, per poi mettere l’autobus davanti alla porta a Glasgow. Finisce 4-0 per gli scozzesi, ma tanto basta all’Artmedia per approdare all’ultimo scontro, in cui deve fronteggiare una trasferta semplicissima: Partizan Belgrado. Dopo 210 minuti più i recuperi vari non è stato segnato un gol. I rigori si tirano nella tana dei serbi. Una bolgia. Ma il Petržalka la spunta 4-3 e giunge così alla fase a gironi, addirittura vincendo 3-2 al do Dragão. Arriverà terzo e verrà eliminato ai sedicesimi di Coppa UEFA. Ci riproverà ancora tre anni più tardi, estromesso sul più bello dalla Juventus. Ma la missione di portare un codice fiscale ai gironi di Champions era stata completata con successo.
2005-06 – FC Thun

Stessa annata, altra squadra entrata negli almanacchi partendo dall’anonimato. Il Thun fu fondato nel 1898 per rappresentare i colori di una città che oggi conta poco più di quarantamila abitanti. Che ci crediate o meno, non ha mai vinto nulla se non un campionato cadetto. Nessun trofeo di primo piano. Anzi, a voler essere precisi, il Thun ha disputato moltissimi tornei di seconda e terza divisione, ma, seppur nei meandri della Federazione Calcistica Elvetica, ha continuato a perseverare, aspettando il momento giusto. Questo è arrivato nell’agosto 2005: ai preliminari come seconda compagine rossocrociata, il Thun ha eliminato prima la Dinamo Kiev (2-2 in trasferta e 1-0 tra le mura amiche), poi il Malmö (1-0 in Svezia e 3-0 secco in Canton Berna). Sconfitti in casa e fuori da Arsenal e Ajax, i biancorossi sono arrivati terzi nel girone davanti allo Sparta Praga, prima di uscire anche dai sedicesimi di Coppa UEFA per mano dell’Amburgo. Morale: se ci credi, puoi.

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