Difensori con licenza d’attacco: la top 10 dei difensori-goleador (senza calci di rigore)
5 Aprile 2022
8. Antonio CABRINI (30 gol)

Dal conteggio del Bell’Antonio restano fuori i sei rigori realizzati con le maglie di Juventus e Bologna, con cui ha giocato il massimo campionato. Proprio con i bianconeri vince praticamente di tutto, dai sei Scudetti alle due Coppe Italia, mentre mette in bacheca un trofeo per ogni competizione internazionale, Coppa Campioni, Coppa UEFA, Supercoppa UEFA, Coppa delle Coppe e anche una Coppa Intercontinentale. Alza anche lui la Coppa del Mondo di Spagna ’82, col brivido del rigore fallito in finale con la Germania. Altro orgoglio italiano nel mondo, Cabrini è il classico terzino fluidificante, spina nel fianco continua e moto perpetuo, che alternava ottimamente le due fasi di gioco, non disdegnando, appunto, di andare in gol. Con una progressione scatenata segna nel derby contro il Torino, poi piazza anche una bella punizione a due, decisiva contro l’Avellino ed è molto simile a quelle timbrate contro Como e Bari. Calcio piazzato ad effetto contro il Bari, di potenza, sempre col mancino, con la Fiorentina. A proposito dei viola, sua la rete che decide lo Scudetto della stagione 1980-81 terminato appunto 1-0 proprio contro i toscani. Stop-controllo e tiro, tutto da manuale contro il Genoa, mentre ha il merito di sboccare il Derby d’Italia edizione 1983-84 contro l’Inter, scaricando in fondo al sacco l’assist di Platini arrivato dopo una serie di palleggi; niente male neppure i colpi di testa contro il Napoli.
7. Sinisa MIHAJLOVIC (30 gol)

Sono otto i calci di rigore esclusi da questo conteggio, ma Sinisa Mihajlovic ha segnato gran parte dei suoi gol, sempre e comunque su calcio da fermo. Non per niente è il difensore che in Serie A ha segnato il maggior numero di reti su calcio di punizione, lui che in maglia Lazio, contro la sua ex squadra, la Sampdoria, finisce per esagerare, finisce per farla davvero grossa: tripletta con tre gol su punizione (e che gol!). Da vicino, da lontano, con effetto o di potenza, segna in ogni modo possibile e da qualsiasi posizione. Il primo lo segna con la Roma, peraltro il suo unico con i giallorossi, e poi continua in maglia Samp, Lazio e Inter. Il suo bottino su punizione potrebbe aumentare ulteriormente, se non fosse che in due occasioni (entrambe col Piacenza) segna sì, ma solo dopo la ribattuta del suo stesso piazzato; poi col Bari, inoltre, disegna la traiettoria perfetta direttamente da calcio d’angolo. Un gol più bello dell’altro: come si può definire il migliore? E la speranza, infine, caro mister Sinisa, è che un’altra bordata delle tue possa aiutarti in questo nuovo e difficile momento che siamo certi riuscirai a passare con la grinta che ti contraddistingue da sempre.
6. Christian MAGGIO (32 gol)

Tutti arrivati su azione e con tre maglie diverse i gol messi a segno da Christian Maggio, che nel massimo campionato italiano ha difeso i colori di Vicenza, Fiorentina, Treviso, Sampdoria, Napoli e Benevento. Proprio con i partenopei mette a segno 20 dei suoi 32 gol, “inchinandosi” poi ai suoi tifosi. Terzino destro, all’occorrenza ala, diviene di fatto un attaccante aggiunto. Ha i giusti tempi per gli inserimenti, si fa trovare sempre puntuale “a rimorchio” oppure sul secondo palo, come nella classica giocata che si vede nel calcio a 5. Decisivo il sigillo su assist di Cavani con cui risolve all’ultimo istante la sfida col Palermo, da spellarsi le mani il tiro al volo contro il Livorno. Con la Nazionale Italiana esordisce al Mondiale, in Sud Africa contro la Slovacchia; agli Europei arriva al secondo posto in Polonia-Ucraina 2012, terzo in Confederations Cup.
5. Aldo MALDERA (33 gol)

Non solo quantità, ma anche qualità. Aldo Maldera, che ci ha salutati purtroppo nel 2012, era un altro dei terzini col vizio del gol e non solo ne ha fatti tanti ed anche di pregevole fattura. Terzo fratello dopo Attilio e Luigi anche loro giocatori (Aldo era il Maldera III), tecnica incredibile per lui che è cresciuto nel settore giovanile del Milan, con cui poi in Serie A (ed anche un anno di B) ha giocato circa 300 partite complessivamente e, in campionato in particolare, parlando proprio dei suoi gol, c’è una rovesciata stupenda contro l’Avellino, ma pure un bel lob contro il Genoa. Con i rossoneri contribuisce al decimo scudetto, quello della prima stella. Passa quindi alla Roma del Barone Nils Liedholm, un secondo padre ed un mentore per Aldo, che approda in giallorosso da protagonista. Fa tutto lui nella rimonta contro il Pisa e mette in mostra anche un’altra “specialità della casa”, vale a dire il calcio di punizione col suo mancino radiocomandato e lo sa bene anche l’Ipswich Town, come lo sa bene il Milan che subì una rete dalla lunghissima distanza, sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Conti, nel più classico dei gol dell’ex.

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