Difensori con licenza d’attacco: la top 10 dei difensori-goleador (senza calci di rigore)
5 Aprile 2022
4. Christian PANUCCI (34 gol)

Tanti, tantissimi trofei per uno dei terzini italiani più prolifici in termini realizzativi. Lo si potrebbe definire un jolly, lui che alternava da destra a sinistra e sapeva anche fare benissimo il centrale. Cresce nella Veloce Savona e passa poi al Genoa con cui fa l’esordio in Serie A e va pure a segno per 3 volte nella sua seconda stagione quando diviene titolare inamovibile. Le doti realizzative proseguono nel quadriennio con il Milan e nel 1995-96 ne segna cinque in una stagione; nel mercato invernale della stagione successiva ecco arrivare il Real Madrid che lo mette sotto contratto. Panucci è il primo italiano a giocare con i Blancos (dopo di lui solo Cannavaro e Cassano, ndr). Dopo due stagioni e mezzo il ritorno in Italia con l’Inter (un anno e anche qui un gol) poi di nuovo all’estero con Chelsea (brevissima esperienza) e Monaco (un anno e mezzo e poche partite). È allora la Roma che decide di riportarlo in Italia, all’apice della sua carriera da calciatore, e Panucci qui ne mette a segno venti (peraltro trova la prima e unica doppietta in A nel 7-0 al Catania). Timbra anche quattro segnature in Nazionale, la prima al secondo incontro con l’Estonia (qualificazioni Euro ’96) poi torna a segnare in una gara ufficiale nelle qualificazioni di Euro 2008 (contro la Scozia) e segna anche un gol utile durante la fase a gironi di quello stesso Europeo, contro la Romania. I trofei nella bacheca di Panucci sono davvero tanti. Due Scudetti col Milan, uno con il Real Madrid in Spagna, con cui vince pure una Supercoppa. Al contrario sono tre in Italia, due con i rossoneri e una con la Roma con cui alza al cielo due volte la Coppa Italia. Fa parte della squadra che vince il Charity Shield (Chelsea 2000) e, in campo internazionale, si fregia di due Champions, una col Milan e l’altra col Real Madrid, una Supercoppa UEFA ancora con i milanisti e una Intercontinentale con i madrileni. A livello giovanile, con l’Under 21, vince due Europei, Francia ’94 e Spagna ’96.
3. Pietro VIERCHOWOD (38 gol)

Eterno Pietro Vierchowod che compie oggi sessantatré anni. Difensore centrale arcigno, rapidissimo in velocità ed in progressione (bellissima la sfida nella sfida con Ronaldo in un Inter-Piacenza), proprio a Piacenza, lo Zar ha concluso una lunghissima carriera all’età di quarantuno anni. In Serie A (562 partite) ha segnato trentotto reti che lo collocano sul podio dei difensori-goleador. L’esperienza più prolifica, senza dubbio, è quella con la maglia della Sampdoria, dove ne mette a segno venticinque soprattutto di testa. Inizia nel Como con cui gioca Serie C1, Serie B e Serie A, fino alla Mitropa Cup (due gol). Poi indossa le maglie di Sampdoria (quasi una seconda pelle), Fiorentina ed ancora Perugia, Roma, Juventus, Milan e, come detto, Piacenza. Gioca tanto anche in Europa, partecipando a Coppa Campioni (e Champions League), Coppa UEFA e Coppa della Coppe (tre gol); Supercoppa Italiana ed Europea. Tra i gol più belli sicuramente l’irresistibile falcata in maglia Samp contro la Lazio. Bomba da lontano contro il Milan, da dentro l’area contro il Lecce. C’è pure una punizione con l’Avellino al quale segna pure con un bell’esterno destro dopo sponda di Lombardo e perché no, anche il tiro al volo contro il Torino.
2. Juan Guillermo CUADRADO (41 gol)

Sfonda il muro delle quaranta segnature in Serie A il colombiano Cuadrado, unico giocatore di questa speciale classifica che può ancora insidiare il primo posto, sebbene sia distante diciotto “lunghezze”. L’esterno destro viene portato in Italia dall’Udinese, due stagioni e poi passa al Lecce dove trova un altro colombiano, Muriel, e si presenta con tre reti (ma che gol ha fatto contro il Siena?!). Si accorda allora con la Fiorentina (deliziosi i pallonetti a Cagliari e Torino, ndr) ed in tre campionati va sempre a segno; particolarmente prolifico è stato il 2013-14 con ben undici centri. Da ricordare anche la “bomba” contro la Samp e il “no-look” con cui decide il derby col Livorno. Salutata la Fiesole, Cuadrado parte in direzione Chelsea dove resta due anni prima di essere riportato in Italia dalla Juventus nella quale, ad oggi, ha realizzato diciannove gol in campionato. Nel corso degli anni ha arretrato la sua posizione, lui che ha anche giocato da prima punta, ma prevalentemente si tratta di un’ala destra con spiccate doti offensive (ha ricoperto tutti i ruoli in attacco, dal trequartista alla seconda punta e all’esterno sinistro) E pure nella Juve di Allegri (che lo preferisce a destra), sta continuando ad alternare le due fasi, dando manforte sia in attacco sia in difesa, sfruttando la sua velocità e capacità anche di palleggio. Stupendo il timbro direttamente da calcio d’angolo arrivato contro il Genoa, decisivo sull’assist di Alex Sandro quando in spaccata ha deciso il derby della Mole col Toro. Ha realizzato un solo calcio di rigore nel massimo campionato, nella scorsa stagione contro l’Inter. In Italia ha vinto solo con la Juventus (cinque Scudetti, quattro Coppe Italia e due Supercoppe italiane).
1. Giacinto FACCHETTI (59 gol)

È il compianto difensore (e dirigente) dell’Inter e della Nazionale vicecampione del Mondo nel 1970 e con gli Azzurri finì sul tetto d’Europa due anni prima con la fascia di capitano al braccio. Stiamo parlando di Giacinto Facchetti, un esempio da seguire dentro e fuori dal campo: è lui il miglior difensore-goleador (rigori esclusi) del campionato di Serie A. Una vita in maglia neroazzurra, dal 1960 al 1978. Grazie alle sue sgroppate in velocità da terzino, lui che da sempre ha avuto propensioni offensive, si guadagnò da Brera il soprannome di Giacinto Magno, per qualità fisiche ed atletiche. Maurizio Mosca racconta anche della sua unica espulsione in carriera, con il Giudice Sportivo che conoscendo i valori umani di Facchetti, non se la sentì di squalificarlo. Bravo anche nel gioco aereo, Facchetti concluse la carriera nel ruolo di stopper, ma con Herrera ha anche giocato da centravanti oltre che fluidificante. Ecco, il fluidificante: nacque con Facchetti una nuova era per i terzini (potremmo dire che Giacinto fu il precursore dei prima citati Cabrini e Maldini, ndr). Tra i gol più belli, l’irresistibile progressione con cui decide il derby della Madonnina edizione 1973-74.
di Fabrizio Cantarella

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