Privacy Policy Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai - Pagina 3 di 9

Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai

8 Gennaio 2022

Gabriel Alejandro CICHERO

È il primo venezuelano “purosangue” a disputare una partita in Serie A. A scommettere su di lui è il Lecce in occasione del mercato di riparazione invernale del 2005-06. Può giocare sia nel ruolo di terzino che di difensore centrale, ma nonostante la sua versatilità, Cichero vede il campo solamente in quattro occasioni. Il campionato dei salentini è disastroso e la retrocessione in B è la logica conseguenza. Cichero saluta in estate per approdare ai bulgari del Vihren Sandanski.

Alejandro Adrian CORREA

Il Brescia cerca di trovare il jolly all’indomani del Mondiale Under 20 del 1999, pescando nel mazzo della Celeste che ha centrato il quarto posto nel torneo. Correa, dunque, sbarca in Italia nell’estate dell’anno successivo, dopo un anno convincente con il Deportivo Maldonado. All’arrivo in Lombardia, però, le cose sono ben diverse e scende in campo per dodici volte in quattro anni con le Rondinelle, fallendo anche le due esperienze in Serie C1 con la Fermana e il Martina, per tornare poi in Uruguay.

Mario CVITANOVIC

Il difensore croato ha venticinque anni quando sbarca in Italia per sposare la causa del Verona. Gli Scaligeri centrano una buona salvezza, ma Cvitanovic non viene confermato e passa al Venezia con cui precipita in Serie B, accumulando solo sette presenze in arancioneroverde. Il terzo anno nel Belpaese si apre con un nuovo cambio di maglia: Mario passa al Genoa, ma il Grifone disputa un campionato catastrofico che termina con una nuova retrocessione, evitata solo dai terremoti finanziari di alcune compagini. La sua esperienza in Italia si chiude col Napoli, che milita fra i cadetti e lotta per non fallire. Non riuscendoci.

Wilfried DALMAT

Il calcio scorre nelle vene della famiglia Dalmat. Wilfried è il più piccolo di tre fratelli ed anche lui, come Stephane e Cyril, si diletta con il pallone fra i piedi. Vince un campionato e una Supercoppa di Francia con il Nantes ad appena diciott’anni, anche se da comprimario. Dopo aver vagato fra Olympique Marsiglia, Châteauroux e Grenoble, il Lecce lo acquista in prestito nel mercato di gennaio, ma riesce a mettere insieme soltanto sette comparsate, segnando l’inutile rete nel finale dell’1-2 durante la sconfitta interna con il Perugia.

Pascual DE GREGORIO

Il suo idolo è Zamorano, ma vedendolo bene in campo ricorda il disastroso Rubio che fece inorridire nel 1988-89 i tifosi del Bologna. Dopo aver vestito le maglie di sette squadre nel campionato cileno, De Gregorio sbarca in Italia a ventisette anni in occasione del calciomercato di riparazione del campionato 1999-00. Lo acquista il Bari e si presenta al San Nicola proprio poco prima del calcio d’inizio di Bari-Inter – quella del celebre gol di Cassano – ed abbraccia negli spogliatoi proprio Bam Bam. Poi disputa undici partite in diciotto mesi, segno evidente di come i miracoli non sempre si avverino.

Drissa DIARRA

Il suo arrivo in Italia lo si deve a Pantaleo Corvino, i cui emissari lo notarono durante la Coppa d’Africa Under 17. Il maliano arriva così a Lecce nel 2002 e rimane nell’orbita della squadra salentina per otto anni. L’anno successivo, Delio Rossi lo impiega in tre occasioni, ma non sembra avere i numeri per giocarsi un posto in prima squadra e così viene mandato in Serie C1: due prestiti a Perugia e Lucchese, prima della cessione definitiva al Bellinzona.

Djibril DIAWARA

Dopo aver rotto un labbro ad Inzaghi durante la semifinale di Champions League tra il suo Monaco e la Juventus, solo qualche mese dopo Diawara torna in Italia per vestire la maglia granata. Mister Mondonico prova a sfruttare la sua esperienza per dare spessore al campionato del Torino, ma dopo un buon approccio il suo rendimento precipita come quello dei piemontesi che, infatti, retrocedono mestamente in Serie B. Diawara rimane ancora un anno al Delle Alpi per poi salutare un pubblico che non l’ha mai rimpianto.

Daniele DICHIO

È l’ultimo “regalo” che Eriksson fa alla Sampdoria poco prima di firmare per la Lazio nell’estate del 1997. E pensare che il penultimo è stato quello di portare con sé nella capitale Roberto Mancini. Quando l’inglese dalle chiare origini italiane arriva a Genova si ritrova el Flaco Menotti in panchina ed è lì che si materializza il disastro: in avanti è chiuso da Klinsmann e quando in panchina arriva Boskov, Danny viene spedito a Lecce dove rimane fino al mese di gennaio quando – dopo quattro presenze e una rete – viene rispedito in Inghilterra al Sunderland.

Serge Aristide DIÉ

Sebbene sia riuscito a disputare a malapena quindici partite nei quattro anni vissuti alla Reggina, il suo nome rappresenta la quint’essenza del romanticismo. Giunto giovanissimo in Italia, partecipò – seppur da comprimario – alla promozione in Serie A della compagine amaranto. Nella massima categoria disputa soltanto quattro match, entrando spesso a partita inoltrata. Il suo addio ai calabresi si materializza nel 2001, anno in cui passa all’Avellino, ultima tappa – compresa una fugace esperienza a Benevento – della sua avventura italiana.

Oumar DIENG

La Sampdoria lo acquista nel 1996 dopo averlo visto all’opera con il Paris Saint-Germain con cui vince una Coppa delle Coppe, una Coppa e una Supercoppa di Francia. Al suo arrivo in blucerchiato, però, Dieng viene impiegato soltanto per dar fiato ai suoi colleghi di reparto, tant’è che nei due anni trascorsi al Luigi Ferraris raccoglie soltanto ventotto presenze tutt’altro che indimenticabili, prima di essere rimandato oltralpe all’Auxerre.

Igor DOBROVOLSKY

Viene acquistato dal Genoa a ventitré anni, subito dopo aver disputato i Mondiali con l’Unione Sovietica. In patria fra sfracelli con la Dinamo Mosca, ma il suo ingaggio dà vita a una querelle internazionale che potrebbe risolversi con l’arrivo in rossoblù di Igor, ma Spinelli acquista Branco durante la sessione autunnale e Dobrovolsky rimane con il proverbiale cerino in mano. Dopo aver girovagato fra Spagna (Castellon) e Svizzera (Servette), finalmente arriva al Genoa nel 1992. Segna la sua unica rete nel 4-3 contro il Pescara – seppur prima non venga clamorosamente espulso, nonostante venga ammonito due volte – per poi passare all’Olympique Marsiglia a dicembre dove riesce a vincere un’incredibile Champions League, seppur da panchinaro.

Matias Abel DONNET

Quello del centrocampista è uno dei profili più interessanti di tutto il campionato argentino ed il suo sbarco a Venezia suscita moltissima curiosità. Prelevato dall’Union Santa Fe, ma Venezia è una polveriera. Il presidente Zamparini cambia allenatori con la ben nota leggerezza e l’alternarsi di Prandelli, Buso e Magni non favorisce l’inserimento del mediano sudamericano in squadra. Raccoglie soltanto due presenze in un anno, prima di essere ceduto al Boca Juniors con cui vince l’Intercontinentale contro il Milan e segnare la rete del pareggio che porta gli Xeneizes ai rigori e quindi alla vittoria finale.