Privacy Policy Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai - Pagina 4 di 9

Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai

8 Gennaio 2022

Vojislav DRAGOVIC

Il suo inserimento sia nella rosa del Chievo Verona che dell’album Calciatori Panini rimane un mistero tuttora irrisolto. I veneti lo acquistano dallo Zemun di Belgrado, ma lo relegano al ruolo di quarto portiere dietro Lupatelli, Ambrosio e Codognola. In un anno e mezzo, l’estremo difensore non riesce a mettere insieme neanche una presenza in campionato e nel 2003 fa ritorno in patria all’FK Obilic.

EMERSON Pereira da Silva

Altro giocatore catalogato sotto la dicitura “I bidoni di Re Luciano”. Seppur l’anagrafe li accomuni, il nostro Emerson non ha nulla a che vedere con il Puma ex Roma, Milan e Juventus. Il presidente del Perugia lo definisce il nuovo Falcão. Morale della favola? Un disastro. Le difficoltà di adattamento ai ritmi del nostro calcio, gli equivoci tattici e, come se non bastasse, i problemi burocratici con il suo passaporto, minano il rendimento. Gioca contro Empoli e Vicenza, facendo arrivare il suo minutaggio in Serie A a quota 161. Giri di lancette non propriamente indimenticabili.

Robert ENGLARO

Nelle sue vene scorre sangue italiano, ma Robert Englaro è un punto di riferimento della neonata nazionale della Slovenia oltreché dell’Olimpia Lubiana, sua squadra di club. È il novembre 1996 quando si decide ad attraversare il confine per accettare l’offerta del Foggia che in lui vede un sinonimo di sicurezza. L’investimento dei Satanelli è ripagato: Robert disputa ventuno match e a fine stagione si guadagna l’interesse dell’Atalanta. Con la Dea rimarrà fino al 1999-00, mettendo però insieme solo dodici gettoni di presenza.

Tomislav ERCEG

L’attaccante croato non ha certo paura di tuffarsi in nuove avventure, tant’è che durante la sua carriera approda in otto Paesi diversi. Il turno dell’Italia scatta nel gennaio del 1998 quando viene acquistato dall’Ancona insieme a Flachi. Nonostante siano buoni i numeri dell’intesa con l’attaccante toscano, i marchigiani retrocedono in Serie C1. Il suo profilo, comunque, finisce sul taccuino degli osservatori del Perugia che lo acquistano nel mese di giugno. Bastano però quattro partite per convincersi della svista estiva. Sarà stato il caldo d’agosto.

Edwards Vinicio ESPINAL

Sulla sua carta d’identità c’è scritto Repubblica Dominicana, ma è un bergamasco a tutti gli effetti. Cresce nella cantera orobica e dopo l’esordio in Serie B, Espinal viene impiegato per due partite intere da mister Vavassori che l’ha visto crescere da vicino nelle giovanili. Dopo altre sei presenze, però, non riesce ad imporsi ed inizia un lunghissimo peregrinare in giro per la provincia italiana che termina soltanto la scorsa primavera, quando assume il ruolo di player manager nel Mapello.

Ricardo Filipe dos Santos ESTEVES

Ha girovagato per quasi tutto il Portogallo, disputando anche dieci partite con il Benfica. È l’estate del 2004 quando la Reggina lo acquista, impiegandolo come sostituto di Paredes, al quale subentra praticamente ogni volta che viene chiamato in causa. Si toglie anche diverse soddisfazioni in amaranto: segna la rete del prezioso pareggio contro il Bologna nel suo primo campionato e – dopo un anno in prestito al Vicenza – partecipa fattivamente alla clamorosa impresa della Reggina che si salva nonostante la penalizzazione e guadagnandosi contemporaneamente anche la cittadinanza onoraria della città sullo Stretto.

Ernesto Antonio FARIAS

El Tecla ha la sfiga di ritrovarsi nell’attacco del Palermo al momento sbagliato. Davanti a lui, infatti, c’è Luca Toni, indiscusso re dei marcatori in dei Rosanero. Dopo le trenta marcature realizzate fra i cadetti, a Guidolin non passa neanche per la testa di farlo fuori, ma il profilo dell’argentino ventiquattrenne può assicurare una salutare alternanza. Dopo le oltre 110 reti realizzate nella Primera Division con l’Estudiantes, Farias impatta drammaticamente con la realtà della Serie A e dopo tredici match e sei mesi di sofferenze viene sbolognato al River Plate dove ritrova la vena perduta.

Mark FISH

Il Sudafrica ha emozionato gli sportivi di tutto il mondo, dopo il riscatto in Coppa d’Africa che simboleggia la rinascita di un intero popolo dopo la tragedia dell’apartheid. I multicolori Bafana Bafana suscitano le curiosità degli osservatori dei club europei e Fish finisce nella rete della Lazio per volere di Zeman, diventando il primo sudafricano nella storia della Serie A. Il difensore disputa quindici partite e segna un gol contro il Verona, ma l’arrivo di Zoff ed un errore marchiano nel derby convincono la dirigenza biancoceleste ad aprirgli la via che porta all’Inghilterra dove rimane fino al 2006.

José Maria FRANCO

Per il suo cartellino, l’allora presidente del Torino (Attilio Romero) sborsò ben quattordici miliardi di lire, su suggerimento di Sandro Mazzola, all’epoca direttore dell’area tecnica dei Granata. Dopo lunghe diatribe con il Peñarol e con il suo procuratore Paco Casal che lo costrinsero a vivere sei mesi da giocatori fuori rosa e senza stipendio – tanto da essere ospite per alcuni mesi di Paolo Montero – Franco risolse i suoi problemi solo nel mese di gennaio del 2002. Durante la sua prima stagione segnò tre reti decisive in undici partite, poi il crollo verticale sia del Torino che dell’uruguaiano, il quale lasciò dopo tre anni di fallimenti.

Milos GLONEK

Il difensore slovacco arriva ad Ancona durante la sessione del mercato di riparazione del primo, storico campionato in Serie A dei marchigiani per sostituire il deludente Ruggeri. Nonostante l’innesto aumenti la qualità del reparto, Glonek non riesce a scongiurare una retrocessione praticamente annunciata a metà campionato. Resta al Del Conero anche l’anno successivo fra i cadetti, sfiorando il sogno di conquistare una clamorosa Coppa Italia con i Dorici, poi persa contro la Sampdoria, nel 1994.

Henok GOITOM

Il giovane Goitom è un perticone di 190 centimetri che nel 2003 sbarca a Udine dopo le buone sensazioni messe in mostra con le selezioni giovanili della Svezia. Il suo nome rimarrà per sempre nelle memorie dei tifosi interisti per un suo colpo di testa che, al novantesimo, consentì ai ragazzi di Spalletti di pareggiare il match con i nerazzurri in pieno recupero. Sembra l’inizio di una buona carriera con la maglia bianconera addosso e invece rimarrà l’unica traccia del suo passaggio.

Esteban Nicolas GONZALEZ

Dopo il tracollo finanziario della gestione targata Cragnotti, la presidenza viene assunta da Claudio Lotito che rifonda da zero una squadra con investimenti low cost. Nella masnada di nuove facce che si presentano a Formello in vista della preparazione per il campionato 2004-05 fa la comparsa anche il biondo centrocampista argentino proveniente dal Gimnasia La Plata. Sulla panchina c’è Domenico Caso che si ritrova Gonzalez spesso e volentieri al suo fianco, impiegandolo soltanto in tre occasioni.