Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai
8 Gennaio 2022
Mika Petri LEHKOSUO

Un’altra follia della famiglia Gaucci. Il centrocampista scandinavo vive proprio in Italia la sua unica esperienza lontano dalla sua Finlandia. Dal gennaio a giugno del 1999 prova a inserirsi negli schemi della squadra allenata prima di Castagner e poi di Boskov, senza riuscirci veramente. Bastano solo 530 minuti al vulcanico presidente perugino per capire che non è il caso di continuare a puntare sul cavallo sbagliato. Mika, dunque, torna in Finlandia: ad Helsinki lo trattano come un re.
Matias Emanuel LEQUI

L’arrivo del difensore argentino dall’Atletico Madrid, dopo esser passato anche dal River Plate, fa sperare i tifosi biancazzurri in un acquisto in prospettiva su cui rifondare il nuovo corso della Lazio. E invece il suo innesto che doveva essere risolutivo si trasforma in un pannicello caldo. Lequi non riesce ad inserirsi nello scacchiere di mister Caso e dopo soltanto sei partite e un apporto pressoché nullo, viene ceduto dopo un solo anno al Celta Vigo, dove rimarrà fino al 2008.
Mario LICKA

Nel 2003 vince il premio di miglior calciatore ceco. E con queste credenziali, il Livorno appena promosso in Serie A si espone per acquistarlo durante la sessione del mercato di riparazione del torneo 2004-05. Sulla panchina c’è Roberto Donadoni, ma il tecnico non riesce a trovare una collocazione congrua nel suo schieramento, tant’è che dopo quattro misere apparizioni, Licka fa ritorno in patria per poi tentare una nuova avventura estera, stavolta al Southampton, ancora una volta senza gioie.
David LIMBERSKY

Sulla Repubblica Ceca, da qualche anno, si puntano gli occhi degli osservatori di mezza Europa. Dopo l’infornata post-Euro ’96, in molti club sono alla ricerca di nuovi, interessanti profili. Nelle file del Viktoria Plzen gioca Limbersky che in patria han già soprannominato il Nuovo Nedved. Viene acquistato in comproprietà da Genoa e Juventus, ma il rifiuto di giocare in Serie B lo porta ad accettare l’offerta del Modena dove però viene chiuso da elementi più esperti. In quattro partite mette insieme la miseria di sessanta minuti e dopo un’altra infruttuosa esperienza al Tottenham Hotspur, David è tornato lì dov’è iniziato tutto, tanto da essere tutt’ora una bandiera della squadra rossoblù.
Apostolos LIOLIDIS

È l’estate del 2002 e l’attaccante greco è in Italia per cercare di convincere qualche squadra di Serie A ad ingaggiarlo dopo sette buone stagioni con l’Aris Salonicco. Il Perugia lo scarta, ma non l’Atalanta che lo mette sotto contratto. In attacco c’è molta concorrenza e mister Vavassori capisce subito come il suo profilo non possa dare alcunché alla squadra: gli bastano due sole partite in campionato e una in Coppa Italia per bocciarlo. A gennaio finisce in Serie C1 ai cugini dell’Alzano Virescit, dove fa molto per mettersi in luce, ma il fallimento degli orobici lo costringe a tornare in Grecia con la coda fra le gambe.
MARCOS PAULO Alves

Il centrocampista non ha uno stile da soddisfare i palati più fini delle esigenti torcide carioca, ma è dannatamente efficace quando viene chiamato in causa. Così efficace da dare un valido contributo al Cruzeiro che domina la scena in patria e in Sudamerica. L’Udinese pensa – a ragione – di aver acquistato il centrocampista del futuro nel torneo 2001-02. Tuttavia, mentre Hodgson non lo considera, Ventura lo impiega come pilone in mediana. A fine stagione colleziona quattordici gettoni, impreziositi da un gol al Brescia nel 3-2 del Friuli il 30 marzo 2002.
Andres Javier MARTINEZ

L’uruguaiano non è nuovo alle avventure europee e dopo quella in Spagna con la maglia dell’Osasuna del 1995, dopo due anni viene ingaggiato dal Lecce, appena promosso nella massima categoria. L’impatto con la realtà salentina non è affatto male, ma la squadra non gira affatto e durante il mercato di gennaio il biondo centrocampista lascia i Giallorossi, attratto dall’opportunità di giocare al Bologna, al fianco di Roberto Baggio. Tuttavia, con il Divin Codino condividerà lo spogliatoio soltanto per sei mesi. Ulivieri lo schiera soltanto una volta e per questo, nell’estate del 1998, fa le valigie per tornare in patria al Defensor Sporting.
Angel Alejandro MORALES

Non si pretendeva di avere in squadra un emulo di Mancini, ma qualcuno che fosse almeno degno di portare il suo dieci sulle spalle. Niente di tutto ciò. L’avventura di Matute alla Sampdoria parte malissimo, tant’è che viene subito messo sul banco degli imputati di una squadra che non gira. Il tecnico Menotti viene mandato via dopo nove giornate e così anche il suo figlioccio che, comunque, trova il tempo di segnare una rete alla Juventus prima di essere ceduto in Spagna, al Merida.
Jehad MUNTASSER

Nato in Libia, cresce in Italia, meritandosi la chiamata del settore giovanile dell’Atalanta. Nel 1997 la chiamata che non t’aspetti da parte dell’Arsenal di Arsene Wenger. Nessuna presenza in Premier League, ma qualche minuto in FA Cup. Quando rientra in Italia, non gioca e allora ecco che le prime apparizioni risalgono al 2000 con la Viterbese. Catania, L’Aquila e Triestina prima dell’avvento al Perugia (quindici presenze e zero reti). L’anno successivo, 2005-06 vince la B con il Treviso e quello dopo ancora debutta in A col club della Marca. Giusto il tempo di finire sull’album delle figurine.
Roberto Antonio NANNI

L’arrivo del Pistolero a Siena nell’estate del 2005 titilla gli ipotalami dei tifosi bianconeri che immaginano una coppia d’attacco ricca di gol con l’argentino al fianco di Chiesa. E invece, dopo aver fatto man bassa di reti nel Velez Sarsfield ed aver timbrato anche il cartellino in Champions League con la Dinamo Kiev, Nanni sembra ciò che è più lontano da un centravanti di grido. Dopo nove anonime presenze in Toscana, viene girato al Messina, ma anche sullo Stretto il bilancio è asfittico. Dopo un altro anno disastroso al Crotone, chiuso con la retrocessione in Serie C, Roberto rimane svincolato, vittima solo del suo ricordo.
David NYATHI

Il difensore è uno degli alfieri del Sudafrica che si è aggiudicato il suo primo titolo continentale ed ha partecipato al suo primo Mondiale. In Europa ha già vestito le maglie di Tenerife e San Gallo ed il Cagliari decide di metterlo sotto contratto proprio dopo la kermesse iridata transalpina. Il suo arrivo al Sant’Elia però si tramuta in una sorta di vacanza: viene impiegato soltanto in sei occasioni da mister Ventura e a fine anno viene sbolognato senza ripensamenti all’Ankaragücü.
Marc NYGAARD

Il granatiere danese giunge alla corte del Brescia nel 2003 dopo le esperienze vissute tra Olanda e Belgio. Tuttavia, viene subito girato al Catania, dove si fa notare per il gol realizzato al Messina durante il derby siciliano in Serie B per poi vestire la casacca del Vicenza in quattro occasioni. Esaurito l’anno di praticantato, Nygaard può tornare al Brescia, ma la sua mole fisica ed una tecnica non proprio raffinatissima lo fanno ricordare come un oggetto misterioso, capace solo di mettere insieme dieci gettoni prima del suo addio.

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