Privacy Policy Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai - Pagina 8 di 9

Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai

8 Gennaio 2022

Gustavo Enrique REGGI

Forse il suo nome lo ricorderà solo Toldo che, su un pallone spiovente, vide la sfera scappargli di mano e finire sulla testa del centravanti per il gol del definitivo 2-2. È stata quello l’unico segno di vita battuto dal gigante argentino, giunto sulle sponde dello Stretto per segnare le reti necessarie a garantire la salvezza della Reggina nella stagione del debutto in Serie A. Lento e impacciato, Reggi è finito sempre più ai margini del progetto amaranto e neanche il prestito a Crotone servì a dargli una sveglia.

Martin Sebastian RIVAS

Dopo la sorpresa Recoba, alla corte dell’Inter di Simoni giunge un altro uruguaiano nella sessione estiva di calciomercato del torneo 1997-98: è Martin Rivas. Lo si nota per la sua chioma fluente, ma il tecnico lo impiega solo nei ritagli di tempo durante le coppe. In campionato, il difensore centrale veste la maglia dell’Inter soltanto una volta: contro l’Empoli all’ultima giornata. Poi, dopo un buon campionato con il Perugia che centra la salvezza, Rivas resta per oltre un anno senza giocare: da qui, prima il prestito al Malaga, poi la cessione definitiva al Peñarol.

Luis Alberto ROMERO

L’arrivo dell’attaccante uruguaiano a Cagliari avviene per preciso volere di Gregorio Perez. Il presidente Cellino si augura di poter ripetere l’esperienza vissuta con Tabarez due stagioni or sono e il tecnico pretende l’ingaggio del suo pupillo. L’innesto di Romero si rivela un vezzo inutile alla causa rossoblù, visto anche l’esonero dopo sole sei giornate dell’allenatore, sostituito da Mazzone. Luis è un corpo estraneo e raccatta dieci apparizioni prima di esser rispedito in patria al Peñarol.

José Lopes RUI AGUAS

È il mese di novembre quando in casa Reggiana si cerca di ridar vita ad un attacco asfittico che ha soltanto in Bresciani e Futre gli unici in grado di andare in rete durante la prima parte di campionato. A novembre, dunque, Padovano torna a vestire la casacca granata e dal Portogallo arriva l’esperto centravanti – ex Benfica e Porto, fra le altre – che però ha già trentacinque anni ed è al crepuscolo della sua carriera. Il suo impiego, infatti, si rivela del tutto inutile e dopo la retrocessione in Serie B, Rui Aguas attacca gli scarpini al chiodo.

Tomislav RUKAVINA

Il centrocampista fa parte dell’amplissima rivoluzione operata da Zamparini per salvare il suo Venezia dalla retrocessione che sembra ormai inevitabile già dopo le prime giornate di Serie A. In panchina è un andirivieni fra Spalletti, Materazzi e Oddo e nel mese di gennaio viene ingaggiato – fra gli altri – anche il centrocampista croato dalla Dinamo Zagabria. Il suo apporto non evita la retrocessione, ma comunque rimane in Arancioneroverde fino al 2003 – conquistando anche una promozione – prima del suo definitivo addio verso l’Hajduk Spalato.

Karim SAÏDI

Il centrale difensivo della Tunisia arriva in prestito al Lecce dal Feyenoord, con cui ha militato per un campionato e mezzo di Eredivisie. Chiuso dai titolari, Saïdi accetta la chiamata dei Giallorossi per giocare titolare e mister Paleari all’inizio si affida alla sua potenza fisica per consolidare il reparto. Missione prontamente fallita: mette insieme nove presenze e, nonostante il Lecce retroceda mestamente in Serie B, viene convocato per i Mondiali di Germania 2006.

Diego Sebastian SAJA

È un novello Chilavert, disimpegnandosi spesso e volentieri dal dischetto con successo. Ma nulla di più. Del paraguaiano, Saja condivide soltanto il ruolo fra i pali. Dopo esser cresciuto nel San Lorenzo, l’estremo difensore è arrivato sino all’Albiceleste, ma al suo arrivo a Brescia nel 2003 deve accontentarsi di far da riserva a Castellazzi. Gioca quattro partite consecutive nelle quali incassa otto reti solo per l’indisponibilità del titolare e nel mese di gennaio viene sbolognato al Rayo Vallecano.

Mario Antonio SALGADO

Arriva al Brescia quando ha vent’anni, saluta l’Italia all’età di trenta. Nel decennio dell’attaccante cileno nel Belapese si ricordano pochi episodi felici e diversi naufragi nei quattro angoli della penisola. Dopo il suo arrivo alle Rondinelle nel 2001, acquistato dall’Huachipato, inizia un lungo peregrinare che vede la sua fase più felice durante le esperienze con le maglie del Foggia in Serie C1 e dell’Avellino in Serie B. Chiude con il Torino, con cui rescinde il contratto nel 2011 per far ritorno in Cile.

Ali SAMEREH

È il primo iraniano a giocare nel campionato italiano. Nel precampionato, Samereh fa sognare Cosmi, ma una rondine non fa primavera. E allora, dopo aver esordito alla prima di campionato a San Siro con l’Inter, il suo impiego crolla vertiginosamente. Alla fine del torneo, Ali gioca la miseria di 175 minuti in campionato e quarantacinque in Coppa Italia. Con un simile ruolino di marcia, non può che materializzarsi il ritorno immediato in patria. Provate a chiedere di lui ai tifosi perugini. Chissà perché, nessuno lo rimpiangerà mai.

SAMUEL Meira da Silva

Sì, si chiama Samuel. Sì, è un difensore centrale. No, non ha niente a che vedere con Walter. Samuel Meira da Silva è un altro oggetto misterioso passato per gli stretti vicoli di Perugia. I bene informati dicono di averlo notato nel doppio confronto di Coppa Italia contro il Modena, mentre in campionato si fa “apprezzare” contro il Piacenza e il Parma, durante i quali Cosmi gli concede addirittura la possibilità di giocare tutta la partita. E poi? Il vuoto assoluto. Samuel rimane nel capoluogo umbro fino al gennaio 2003, quando fa poi ritorno in patria al Criciuma.

Christophe SANCHEZ

Dopo un buon quinquennio trascorso al Montpellier, il Bologna decide di puntare sul centravanti francese per dare una valida alternativa a Signori, giunto al Renato Dall’Ara per ereditare la pesante maglia numero 10 che l’anno prima è stata di Roberto Baggio. Il francese, però, non incide affatto: zero reti in sei presenze. I Rossoblù, quindi, rimandano al mittente il pacco senza particolari remore, mentre nel 2002 un Venezia masochistico riprova a testarlo, con i medesimi, sconfortanti risultati.

Lee SHARPE

Il laterale è il quarto suddito della Regina che sbarca a Genova dopo Francis, Souness e Walker. A differenza dei suoi illustri predecessori, l’ex Manchester United e Leeds United non riesce ad incidere – né nel bene, né nel male – alla causa blucerchiata. È il gennaio 1999 quando arriva per soccorrere una Sampdoria in palese difficoltà, ma la stagione complicata e una condizione fisica non affatto in linea con quanto richiesto ad un giocatore di Serie A: dopo sole tre partite, Sharpe saluta il Luigi Ferraris.