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Don’t look here: 100 meteore di cui sicuramente non ti ricorderai

8 Gennaio 2022

Robert SPEHAR

Il Verona acquista dal Monaco l’attaccante croato che ha già vinto il titolo di miglior marcatore in patria nel 1995 con la maglia dell’Osijek ed in Belgio nel 1997 con quella del Club Bruges nell’estate del 1999. L’obiettivo è affidargli le manovre d’attacco della compagine scaligera, ma si presenta agli ordini di Prandelli in condizioni fisiche così scadenti che il tecnico può impiegarlo soltanto in tre occasioni, senza che riesca mai ad andare in rete, prima di andarsene in Portogallo a gennaio allo Sporting Lisbona.

Eric TINKLER

Il centrocampista sudafricano prende parte all’allegra brigata dei Bafana Bafana che alza al cielo la Coppa d’Africa nel 1996 e che, subito dopo, impacchetta le valigie per sbarcare nel Belpaese assieme a Fish e Masinga. Il centrocampista, reduce da quattro stagioni con il Vitoria Setubal, viene acquistato dal Cagliari di Cellino che deve puntare alla salvezza. Quell’anno, però, l’aria che si respira al Sant’Elia è tutt’altro che buona e anche Tinkler ne fa le spese: i Rossoblù retrocedono in Serie B dopo un acceso spareggio contro il Piacenza a Napoli ed Eric viene ceduto agli inglesi del Barnsley.

VAGNER Rogerio Nunes

Acquistato dal Santos per otto miliardi di lire, nei riguardi del versatile centrocampista brasiliano si diceva un gran bene e il suo sbarco a Fiumicino era carico di aspettative: bravo in fase offensiva, sapeva arrangiarsi anche in copertura. Eppure all’ombra del Colosseo ha racimolato soltanto undici presenze in campionato, dopodiché se n’è tornato in America Latina. A Roma ha avuto la stessa consistenza di un ectoplasma.

Georgios VAKOUFTSIS

Più che baciati dagli dei, i piedi di diversi attaccanti ellenici giunti nel massimo campionato italiano sembrava fossero baciati da qualche altro tipo di divinità. Non hanno fatto eccezione neanche quelli di Vakouftsis che, come i suoi illustri predecessori Anastopoulos e Choutos, al termine della loro esperienza nel Belpaese, ci hanno lasciato in eredità un pingue bottino di zero gol. La Fiorentina lo acquistò dal Panathinaikos non ancora maggiorenne e, nonostante avesse in Trapattoni il suo nume tutelare, Vakouftsis non riuscì ad incidere minimamente.

José Adolfo VALENCIA

El Tren infiamma subito i tifosi che ne fanno il simbolo della squadra pronta ad affrontare la terza stagione in Serie A dopo la promozione datata 1995-96. Resteranno delusi. Già, perché il giocatore che a USA ’94 ha fatto coppia in attacco con Asprilla nella deludente corsa iridata degli uomini dei Cafeteros, trovando peraltro la via del gol, ma in Italia non ingrana, anzi, potremmo dire metaforicamente che “deraglia”: segna il suo primo gol nel pari interno con la Roma, ma dopo ventitré presenze, un errore dal dischetto col Piacenza e sole quattro reti all’attivo, saluta la compagnia.

Ivan René VALENCIANO

Nel 1992-93 l’Atalanta si “sfoga” a suon di intuizioni ed insieme al centravanti colombiano arriva anche l’argentino Rodriguez che, però, non compare sull’album delle figurine. Un onore che viene però concesso all’ex attaccante dello Junior Barranquilla che è addirittura capace di far peggio del fantasista: in tutta la stagione, infatti, mette assieme soltanto cinque presenze, senza realizzare alcuna rete. Sempre fuori fase ed incapace di adattarsi ai ritmi e alle “cure” dei difensore della Serie A, Valenciano fa immediatamente ritorno alla base dove riprende a segnare come prima della sua “gita” bergamasca.

Ramon VEGA

Come Pascolo, anche il difensore centrale svizzero venne acquistato dal Cagliari dopo la manifestazione di Euro ’96. E proprio come il portiere elvetico, anche Ramon Vega deluse le aspettative, accumulando errori su errori, tanto da far disperare allenatori e tifosi. Proprio per questo, il presidente Cellino non esitò un solo attimo quando il Tottenham Hotspur bussò alla sua porta sventolando un assegno da ben dieci miliardi di lire (il doppio di quanto fu pagato per prelevarlo dal Grasshoppers di Zurigo) per il cartellino del difensore. E vissero tutti felici. Almeno lo speriamo.

Patrick VERVOORT

I tifosi dell’Ascoli hanno di che ben sperare dopo l’annuncio dell’acquisto del laterale mancino belga. Ha disputato i Mondiali del 1986 e del 1990 con la maglia dei Diavoli Rossi ed è reduce da un’ottima stagione con il Bordeaux. Tuttavia, il Vervoort che si presenta agli ordini di Giancarlo De Sisti è tutt’altro che brillante: del laterale mancino reduce dal campionato coi Girondini neanche l’ombra e i marchigiani precipitano all’ultimo posto, senza più riuscire ad issarsi per evitare la retrocessione in Serie B.

Marciano VINK

La sua memorabile serpentina tra le maglie della Sampdoria durante il derby del 10 aprile 1994 rimane uno dei più bei gesti atletici che si siano mai visti in tutta la storia del campionato di Serie A. È stato davvero un peccato non averlo visto al meglio delle sue possibilità, nonostante sia riuscito comunque a lasciare un segno ad ogni suo passaggio: sia all’Ajax che al PSV Eindhoven. Per fare i pignoli, fu anche Figo a lasciare il segno su di lui dopo un contrasto durissimo che gli provocò un grave infortunio.

Miodrag VUKOTIC

Giunto a Milanello nell’estate del 1997 dopo i trascorsi nel Buducnost e nel Vojvodina, il difensore viene girato all’Empoli con la speranza che Spalletti possa intravedere in lui qualche segnale promettente. Al tecnico di Certaldo bastano pochi minuti durante la gara interna persa dai toscani contro la Roma per farsi un’idea. Tre giri d’orologio per esaurire in un nulla di fatto la sua esperienza in Serie A. Nel mese di novembre, Vukotic viene dirottato allo Young Boys per poi fare ritorno in patria, dove racconterà a parenti ed amici di quella estate trascorsa nello stesso spogliatoio di Maldini e Weah.

Herbert WAAS

Quasi come un Sansone dei tempi moderni, non appena il tedesco si tagliò i baffi, il suo rendimento precipitò nettamente. Gli utenti più stagionati lo ricorderanno nella sua versione baffuta, ma nel 1990-91 l’ex attaccante del Bayer Leverkusen disputò una pessima annata, nonostante avesse conquistato la qualificazione con il Bologna l’anno precedente. Segnò soltanto due gol – contro Juventus e Lecce – che non evitarono la retrocessione dei felsinei in Serie B.

Kenneth ZEIGBO

È il 1998 quando l’attaccante nigeriano arriva al Venezia, acquistato dal Legia Varsavia. Ha già giocato con la sua Nazionale, ma lo Zeigbo visto in arancioneroverde è incapace di dare qualsiasi tipo di vantaggio competitivo alla sua squadra. Per questo, viene ceduto prima agli emiratini dell’Al-Ain e poi ai libici dell’Al-Ahly dove ritrova la sua vena realizzativa. L’ultima tappa prima di tornare in Laguna è quella de L’Aquila, ma anche in Abruzzo sembra di rivedere la sua prima versione. Dopo ulteriori tre presenze nel 2002-03 proprio con il Venezia, Zeigbo trova il suo habitat fra la Serie C e la D italiana.

di Nando Di Giovanni