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Gli stranieri del Napoli 2000/01 vi daranno una botta di adrenalina esagerata

21 Novembre 2021

Marek JANKULOVSKI (Repubblica Ceca)

In un Napoli pieno di equivoci tattici, Zeman questa volta non sbaglia e suggerisce alla società l’acquisto di questo giovane esterno sinistro. Il maestro boemo ci azzecca in pieno. Nonostante la stagione per il Napoli sia da dimenticare, grazie alle sue buone prestazioni, dal punto di vista personale, Janku si merita la riconferma. Nell’annata successiva con De Canio il rendimento raggiunge livelli ancora più alti, dando di fatto il via alla sua ascesa nel nostro campionato. Diventa a tutti gli effetti un giocatore completo. Tre anni nell’Udinese targata Luciano Spalletti lo consacrano come uno dei migliori esterni del torneo. Il Milan di Ancelotti si fionda su lui. L’offerta dei rossoneri è irrinunciabile. Scelta vincente. Praticamente conquista tutto. Sotto la gestione del tecnico di Reggiolo ottiene una Champions League, un Mondiale per Club e una Supercoppa Europea con tanto di eurogol nella sfida contro il Siviglia terminata 3-1 per i Rossoneri.

José Luis VIDIGAL (Portogallo)

Europeo 2000. Una vetrina molto importante. Il Portogallo viaggia grazie alla qualità di Rui Costa e di Luis Figo. Ma tra i temibili lusitani spicca anche la combattività e l’aggressività di Jose Vidigal, guerriero vero. Zeman lo vuole, Ferlaino lo accontenta. Il trasferimento al Napoli è cosa fatta. Ma la beffa è in agguato. Pronti via e ad ottobre del 2000 con la sua nazionale si spacca il legamento del ginocchio. Infortunio che lo obbliga a saltare praticamente tutta la stagione. Nonostante la retrocessione, Vidigal rimane a Napoli. Il recupero dal brutto infortunio è graduale. Prima le sue prestazioni sono altalenanti poi la sua grinta e la voglia di lottare per la squadra emergono su tutto. Nonostante la mancanza di buoni risultati, le quattro stagioni all’ombra del Vesuvio rimangono indelebili nel suo cuore. Un idillio interrotto nel 2004. Il Napoli fallisce e lui passa al Livorno. Stagione super, che li vale il trasferimento all’Udinese dove a distanza di 8 anni torna ad ascoltare dal vivo la musichetta della Champions League.

David SESA (Svizzera)

Lecce. Prestazioni importanti, terzo posto in Serie B e promozione in Serie A. La stagione successiva i giallorossi centrano una salvezza tranquilla, Sesa segna sette reti. Punisce la Roma di Capello e l’Inter di Lippi. Segna anche nel derby contro il Bari. Si presenta così l’attaccante svizzero al momento del trasferimento a Napoli. Acquistato per una cifra che si aggira sui diciotto miliardi di lire. Un boom decisamente esagerato in proporzione al rendimento dell’elvetico in maglia azzurra. Perfetto per il 4-3-3 zemaniano con l’esonero del boemo a beneficio di Mondonico perde subito il posto nel 3-5-2 disegnato dall’ ex tecnico granata. Come se non bastasse una serie di guai fisici ne minano ulteriormente il rendimento. Quattro anni in azzurro ottantadue presenze con sei reti. Una miseria. Come disse una volta lo stesso svizzero: il Napoli una è religione e la tifoseria di conseguenza è molto calda. Se perdi, meglio non farti vedere troppo in giro. Infatti, Sesa passò molto tempo a casa durante la sua esperienza partenopea.

Anderson Luis Pinheiro PAQUITO (Brasile)

Il centrocampista brasiliano arriva nell’estate del 2000 alla corte dei partenopei quando ha appena compiuto diciannove anni. Né Zeman, né Mondonico, però, lo impiegano in prima squadra e resta sempre ai margini del progetto, finché durante il mercato di riparazione viene mandato al Ravenna in Serie B per testarne le doti. Con i Giallorossi colleziona quattro presenze e segna due reti; tuttavia, non riesce mai a vestire la maglia azzurra dei napoletani. Nel 2001 viene ceduto anche al Cosenza e con i calabresi colleziona soltanto sei gettoni, tanto da convincere i dirigenti campani al cederlo definitivamente al Chiasso, in Svizzera, dove tocca le vette più alte della sua carriera.