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Gli stranieri del Napoli 2000/01 vi daranno una botta di adrenalina esagerata

21 Novembre 2021

Mauricio Hector PINEDA (Argentina)

L’argentino sbarca in quel di Udine durante la sessione invernale di calciomercato del 1998, forte delle buone indicazioni che arrivano dal Sudamerica. Pineda, infatti, è uno dei titolarissimi nel Boca Juniors e partecipa anche alla spedizione olimpica della Seleccion nel 1996 che termina con l’argento al collo. I friulani lo acquistano per dare un’alternativa a Zaccheroni sulla fascia di Helveg e l’impatto con la realtà italiana non è, però, rispondente alle aspettative. Finisce, infatti, ben presto ai margini del progetto e, dopo aver comunque registrato tre presenze con l’Albiceleste durante il Mondiale di Francia ’98, Pineda viene ceduto prima al Mallorca e poi al Napoli. E nonostante ventidue presenze in campionato, Mauricio non suscita entusiasmi neanche al San Paolo.

Steinar NILSEN (Norvegia)

Il norvegese giunge in Italia nel novembre 1997 dopo le buone impressioni destate in patria con il Tromsø. Il Milan per lui investe oltre un miliardo e la volontà è quella di farlo decantare nella vicina società-satellite del Monza per poi riportarlo alla casa-madre in vista del campionato 1998-99. E invece Steinar dimostra di aver carattere, rifiutando il trasferimento ai brianzoli per giocarsi le proprie chance in rossonero. Lo scandinavo, dopo l’esordio in Serie A contro il Bologna, pare dimostrare di aver tutte le carte in regola per dir la propria, andando a segno nel derby di Coppa Italia dominato dal Milan per 5-0. Tuttavia, un intervento di Ronaldo – a volte, le assurdità del calcio – lo costrinse a lasciare anzitempo il campo. Durante la sua riabilitazione fece particolare scalpore la notizia di una sua aggressione ad un cliente durante una notte (troppo) brava nei locali di Milano, un episodio che – come ammetterà in seguito – lo condizionò non poco. Dopo l’estate del 1998 fu mandato in comproprietà al Napoli insieme al compagno di squadra Daniele Daino nell’ambito dell’operazione che portò Ayala in rossonero. Tuttavia, il suo carattere particolarmente estroso rappresentò una zavorra non da poco che ne condizionò il rendimento coi Partenopei. Sebbene fu riscattato, un grave infortunio lo mise fuori squadra dopo la promozione in A che, così, lo convinse a tornare in patria proprio al Tromsø.

EDMUNDO Alves de Souza Neto (Brasile)

‘O Animal approda nel golfo di Napoli nel gennaio 2001, dopo l’esperienza con la Fiorentina fatta di molte ombre e poche luci di circa due anni prima. A Napoli le luci si dissolvono fin da subito per lasciare spazio al buio della retrocessione in serie B. Lo score personale dell’attaccante brasiliano recita quattro marcature su diciassette presenze, decisamente poche per uno con i suoi mezzi tecnici. Ma nell’esperienza napoletana di Edmundo non può di certo mancare una maximulta di duecento milioni a causa di un litigio con il tecnico di turno, il compianto Mondonico. Con questi numeri non servirebbe aggiungere che, a fine stagione, il riscatto, fissato a diciotto miliardi, non viene esercitato. Edmundo continua a indossare gli scarpini da calcio in Giappone e in Brasile, ritrovando la via del gol, per poi appenderli nel 2009. L’ultima casacca è quella del Vasco da Gama, il club che lo aveva lanciato giovanissimo e lo aveva salvato dalla povertà e dalla delinquenza, ma non dalla sua indole folle.  

di Stefano Carta