Privacy Policy Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi! - Pagina 4 di 6

Halloween nel calcio: l‘enciclopedia delle notti horror dagli anni ‘80 ad oggi!

30 Ottobre 2022

MILAN – JUVENTUS 1-6 (6 aprile 1997)

Forse in molti fra i tifosi milanisti avranno pensato e sperato che fosse un pesce d’aprile. E invece no, era tutto vero. Seppur fossero passati soltanto cinque giorni, la Juventus di Marcello Lippi proiettata verso lo Scudetto che avrebbero strappato proprio dalle maglie rossonero di lì a poco era tremendamente seria e concreta. È un anno tremendo per il Milan che se non vede lo spettro della retrocessione della Serie B materializzarsi come quindici anni prima, beh, poco ci manca. Infatti, l’annata non è iniziata sotto i migliori auspici e dopo undici giornate l’esperimento-Tabarez è andato a farsi benedire, abbattuto dalla rovesciata di Pasquale Luiso che è fatale per il prosieguo del progetto dell’uruguaiano in panchina. Viene così chiamato Sacchi a salvare il salvabile, ma Brattbakk ed Heggem rovinano il ritorno di Sacchi in panchina: il Rosenborg vince a Milano e fa fuori il Diavolo dalla competizione. E la stagione prosegue su questo spartito: l’obiettivo è finirla quanto prima possibile per poter riprogrammare in vista della stagione seguente. Ma nel frattempo c’è un campionato da concludere e quando il Milan se la vede con la Juventus va in scena lo psicodramma: Vieri e Amoruso scherzano con due mostri sacri come Baresi e Vierchowod, bucando la rete di Sebastiano Rossi in tre occasioni, dopo la doppietta in apertura di Jugovic. Manca solo il rigore di Zidane per completare il cappotto e serve soltanto per gli almanacchi l’acuto di Marco Simone, ultimo ad arrendersi alla disfatta.

MILAN – JUVENTUS 1-6

MILAN (4-4-2): Rossi; Reiziger, Vierchowod, Baresi, Maldini; Savicevic, Desailly (82’ Tassotti), Boban, Blomqvist (59’ Baggio); Dugarry, Simone. A disposizione: Pagotto, Vukotic, Coco, Eranio. Allenatore: Arrigo Sacchi

JUVENTUS (4-4-2): Peruzzi; Porrini (73’ Pessotto), Ferrara, Iuliano, Dimas; Di Livio, Tacchinardi, Zidane (75’ Lombardo), Jugovic; Boksic (39’ Amoruso), C. Vieri. A disposizione: Rampulla, Nicoletto, Trotta, M. Vieri. Allenatore: Marcello Lippi

Arbitro: Stefano Braschi di Prato

Reti: 19’ Jugovic (Juventus), 32’ rigore Zidane (Juventus), 51’ Jugovic (Juventus), 71’ C. Vieri (Juventus), 73’ Amoruso (Juventus), 76’ Simone (Milan), 81’ C. Vieri (Juventus)

Ammoniti: Boban (Milan); Di Livio (Juventus)

MILAN – INTER 5-0 (8 gennaio 1998)

Campionato, coppa o amichevole che sia, un derby è sempre un derby. Ed il pokerissimo che il Milan rifila ai cugini in Coppa Italia rappresenta l’unico ricordo positivo di una stagione storta. Per l’Inter, invece, è una macchia impossibile da cancellare nel campionato che la vede nel pieno della lotta per lo Scudetto dopo anni di anonimato. Se in campionato le dinamiche sono diametralmente opposte, la magia della stracittadina è proprio quella di annullare le differenze e in campo il Diavolo la fa da padrone, mentre Ronaldo e compagnia cantante rimangono a guardare lo spettacolo rossonero. Esultano i tifosi Bauscia e lo fa soprattutto Maurizio Ganz che è stato appena ceduto proprio dai nerazzurri ai cugini: ritenuto un esubero, fa impazzire i suoi ex compagni di squadra, dando una concreta mano al Milan per superare la Beneamata. La partita si risolve a cavallo della mezz’ora con un uno-due firmato da Albertini e Ganz, mentre Savicevic timbra il 3-0 dopo un bruttissimo svarione di Sartor che lascia il macedone solo davanti a Pagliuca. Nella ripresa, però, ecco finita la frittata. Dopo trenta secondi un cross del neo-acquisto Leonardo finisce addosso a Colonnese per la palla del 4-0. E c’è gloria anche per il carneade norvegese Steinar Nilsen che vive la sua serata di gloria confezionando con una punizione dai trenta metri il gol dell’incredibile 5-0. È il giorno più brutto per i tifosi dell’Inter. È il giorno più brutto per i tifosi dell’Inter, finora! Passeranno tre anni per riuscire a fare ancor di peggio.

MILAN – INTER 5-0

MILAN (4-4-2): Rossi; Nilsen (86’ Cardone), Costacurta, Desailly, Maldini; Ba, Albertini, Boban (49’ Maini), Leonardo; Savicevic, Ganz (64’ Andersson). A disposizione: Taibi, Daino, Donadoni, Kluivert. Allenatore: FabioCapello

INTER (4-4-2): Pagliuca; Bergomi, Sartor (46’ Galante), Colonnese, West; Moriero (56’ Recoba), Simeone, Cauet, Zanetti; Zamorano (56’ Djorkaeff), Ronaldo. A disposizione: Mazzantini, Torretta, Polenghi. Allenatore: LuigiSimoni

Arbitro: Damiano Cesari di Genova

Reti: 29’ rigore Albertini, 33’ Ganz, 44’ Savicevic, 46’ autorete Colonnese, 60’ Nilsen

Ammoniti: Andersson, Costacurta, Desailly e Maini (Milan); Moriero (Inter)

EMPOLI – NAPOLI 5-0 (8 febbraio 1998)

È l’annus horribilis del Napoli e il tracollo del Carlo Castellani di Empoli rappresenta la vera e propria pietra tombale sulla stagione dei partenopei, i quali si presentano in Toscana letteralmente allo sbando. Dall’altra parte, i ragazzi di mister Spalletti fanno quel che vogliono degli avversari, segnando a ripetizione e dando così vita a un pomeriggio da record: il 5-0 sul Napoli, infatti, rappresenta la più larga vittoria nella storia degli Azzurri in Serie A. I campani, invece, non sanno porre un argine al furore agonistico dell’Empoli e si lasciano travolgere miseramente: Giovanni Galeone, chiamato a sostituire Carlo Mazzone, il quale ha preso il posto di Bortolo Mutti, viene sollevato al termine della partita. E così i padroni di casa sono liberi di svariare come meglio vogliono, dimostrando di meritare più dell’obiettivo minimo della salvezza. Apre le marcature Carmine Esposito, un figlio di Napoli, che sta sorprendendo tutti gli addetti ai lavori con una gran mole di reti. Poi l’esperto Massimiliano Cappellini realizza un calcio di rigore per chiudere il primo tempo sul doppio vantaggio. Nella ripresa, poi, l’Empoli esagera con una rete di Pane e l’ex Cremonese, Matjaz Florijancic, subentrato proprio a Esposito, batte Taglialatela per due volte in tre minuti.

EMPOLI – NAPOLI 5-0

EMPOLI (3-5-2): Roccati; Cribari, Baldini, Bianconi; Ametrano, Pane (56’ Martusciello), Ficini, Bonomi, Tonetto (80’ Lucenti); Cappellini, Esposito (65’ Florijancic). A disposizione: Mazzi, Bettella, Pecorari, Bisoli. Allenatore: Luciano Spalletti

NAPOLI (3-4-3): Taglialatela; Rossitto, Crasson, Baldini; Goretti, Altomare, Turrini (66’ Panarelli), Longo; Allegri (66’ Scarlato), Stojak, Protti. A disposizione: Di Fusco, Sergio, Facci, Bruno. Allenatore: Giovanni Galeone

Arbitro: Graziano Cesari di Genova

Reti: 24’ Esposito, 37’ rigore Cappellini, 50’ Pane, 76’ Florijancic, 79’ Florijancic

ROMA – MILAN 5-0 (5 maggio 1998)

La squadra di mister Zeman dà spettacolo e distrugge le residue speranze della formazione milanista di dare un senso alla sua stagione. Mister Capello è alla guida di una squadra alla deriva che torna all’Olimpico pochi giorni dopo aver perso la Coppa Italia contro la Lazio. Senza alcun tipo di motivazione e già rassegnati ad un epilogo di stagione “dimenticabile”, la Roma mette in ghiaccio la propria qualificazione in Coppa UEFA con il secondo 5-0 consecutivo – dopo quello rifilato al Brescia due settimane prima – davanti al pubblico amico. È una vera catastrofe quella che si abbatte sul Diavolo che va all’intervallo sul parziale di 4-0, prima che Delvecchio, pochi minuti prima del termine della partita, metta il punto esclamativo sulla manita che i giallorossi sventolano orgogliosamente all’indirizzo dei malcapitati rossoneri.

ROMA – MILAN 5-0

ROMA (4-3-3): Chimenti; Aldair (77’ Tetradze), Zago, Petruzzi, Candela; Tommasi, Di Biagio, Di Francesco; Paulo Sergio (77’ Gautieri), Delvecchio, Totti. A disposizione: Campagnolo, Pivotto, Dal Moro, Helguera, Balbo. Allenatore: ZdenekZeman

MILAN (4-4-2): Rossi; Daino, Costacurta, Cruz, Maldini; Ba (32’ Cardone), Desailly (69’ Nilsen), Donadoni, Ziege (46’ Leonardo); Maniero, Weah. A disposizione: Taibi, Smoje, Maini, Ganz. Allenatore: Fabio Capello

Arbitro: Stefano Farina di Novi Ligure

Reti: 16’ Candela, 20’ rigore Di Biagio, 28’ Di Biagio, 39’ Paulo Sergio, 82’ Delvecchio

Ammoniti: Delvecchio e Totti (Roma); Desailly e Maldini (Milan)

PARMA – INTER 6-1 (29 novembre 2000)

No, non è la Pistoiese quella in campo. È l’Inter ma forse la squadra toscana quell’anno impegnata in Serie B, probabilmente, si sarebbe disimpegnata meglio. Marco Tardelli è da poco tempo sulla panchina dell’Inter e riceve un indesiderato antipasto di quello che sarà il tracollo dei tracolli nel derby con il Milan. Il tecnico è alla guida di un gruppo allo sbando dopo l’addio fragoroso di Lippi al termine della prima giornata di campionato. Schizzo sta provando a raddrizzare la barra di una nave senza meta e già ha dovuto ingoiare diversi bocconi amari, fra cui la sconfitta interna contro il Lecce. In Coppa Italia, come al solito, si dà spazio alle seconde linee e quelle parmigiane hanno il pregio di crederci di più e gettare il cuore oltre l’ostacolo, mentre i nerazzurri sembrano un corpo morto, giunto a Parma solo per dovere di cronaca. Nella prima frazione il Parma segna già quattro reti, di cui tre in sei minuti. Recoba prova a rimettere in sesto le cose, d’altronde c’è sempre in palio la semifinale. E invece nella ripresa prima Appiah e poi l’ex Sartor arrotondano ulteriormente il punteggio, consegnando al presidente Moratti l’ennesima notte da incubo.

PARMA – INTER 6-1

PARMA (3-4-3): Guardalben; Thuram (67’ F. Cannavaro), Sensini, Benarrivo; Sartor (85’ P. Cannavaro), Appiah, Lamouchi, Junior; Montaño, Amoroso (67’ Basso), Micoud. A disposizione: Micillo, D’Imporzano, Torrisi, Falsini. Allenatore: AlbertoMalesani

INTER (3-4-1-2): Ballotta; Simic, Ferrari, Cirillo; Serena, Vampeta, Cauet, Gresko (46’ Macellari); Seedorf; Zamorano, Recoba. A disposizione: Frey, Lombardi, Zanetti, Pirlo, Jugovic, Robbiati. Allenatore: Marco Tardelli

Arbitro: Alfredo Trentalange di Torino

Reti: 18’ autorete Serena (Parma), 33’ Micoud (Parma), 34’ Montaño (Parma), 39’ Amoroso (Parma), 43’ Recoba (Inter), 53’ Appiah (Parma), 59’ Sartor (Parma)

Ammoniti: Simic (Inter)

INTER – MILAN 0-6 (11 maggio 2001)

Sarà ricordato da tutti come il derby dell’umiliazione nerazzurra: è la più larga sconfitta nella stracittadina meneghina e il derby terminato con il maggior scarto. Ma, soprattutto, sarà la giornata indimenticabile di Gianni Comandini che, al debutto nella sfida più attesa dell’anno dalla tifoseria rossonera, realizza una doppietta. Così come ha fatto Paolo Rossi e farà Olivier Giroud. Saranno le uniche marcature dell’anno, ma pesano eccome nella memoria di un derby che probabilmente turba ancora i sonni degli interisti e, soprattutto di Marco Tardelli, inerme spettatore della tragedia dei propri calciatori, presi letteralmente a pallonate dagli avversari. Il match si sblocca dopo due giri d’orologio e dopo venti minuti è già in ghiacciaia, grazie ai due acuti dell’ex centravanti del Cesena. Nel secondo tempo l’Inter non riesce a ritrovare l’equilibrio e, anzi, riesce a far peggio, andando in balia del Diavolo che va in rete con Giunti e Serginho, mentre Shevchenko realizza una doppietta. È un’umiliazione senza eguali e il Milan riesce a rimettere ulteriormente a posto una stagione nata sotto una cattiva stella e complicata dall’esonero di Alberto Zaccheroni. Diretti in panchina da Cesare Maldini e Mauro Tassotti, i rossoneri tornano decisamente in carreggiata e terminato il campionato al sesto posto.

INTER – MILAN 0-6

INTER (3-5-2): Frey; Ferrari, Blanc, Simic; Zanetti, Farinos (34’ Cauet), Di Biagio (46’ Seedorf), Dalmat, Gresko; Vieri, Recoba. A disposizione: Ballotta, Macellari, Pacheco, Ferrante, Hakan Sükür. Allenatore: Marco Tardelli

MILAN (4-4-2): Rossi; Helveg, Costacurta, Roque Junior, Maldini; Gattuso, Giunti (71’ Guglielminpietro), Kaladze, Serginho; Comandini (57’ José Mari), Shevchenko (81’ Leonardo). A disposizione: Abbiati, Sala, Boban, Pablo Garcia. Allenatore: Cesare Maldini

Arbitro: Pierluigi Collina di Viareggio

Reti: 2’ Comandini, 19’ Comandini, 53’ Giunti, 66’ Shevchenko, 77’ Shevchenko, 81’ Serginho

Ammoniti: Simic (Inter); Gattuso ed Helveg (Milan)

LAZIO – ROMA 1-5 (10 marzo 2002)

L’aeroplanino plana per quattro volte sulle teste dei laziali e Totti confeziona l’umiliazione definitiva in quello che è uno dei derby più ferali nelle memorie dei laziali. La formazione guidata da Capello fa quel che vuole degli avversari che si schierano in campo con un cervellotico 3-5-2 che lascia campo libero alle ambizioni dei giallorossi, desiderosi di conservare il predominio cittadino, dopo lo Scudetto vinto l’anno precedente, assieme al derby d’andata. È un monologo giallorossi con Montella che confeziona una tripletta nei primi quarantacinque minuti e, dopo la rete della bandiera di Stankovic, Vincenzino completa il suo poker con una staffilata sotto l’incrocio dei pali. L’apoteosi romanista si completa con il pallonetto del capitano che festeggia con la celeberrima maglietta “6 unica” sotto la tribuna Monte Mario. La Lazio, invece, è costretta a leccarsi le ferite e a subire gli sfottò dei cugini per lungo tempo ancora.

LAZIO – ROMA 1-5

LAZIO (3-5-2): Peruzzi; Nesta (46’ Gottardi), Mihajlovic, Fernando Couto; Baggio (46’ Poborsky), Giannichedda, Fiore, Pancaro; Stankovic; Inzaghi (75’ Liverani), Crespo. A disposizione: Marchegiani, Mendieta, Lopez, Comazzi. Allenatore: Alberto Zaccheroni

ROMA (3-4-1-2): Antonioli; Zebina, Samuel, Panucci; Cafu, Lima, Emerson (84’ Marcos Assunção), Candela; Totti; Montella (75’ Cassano), Delvecchio (60’ Tommasi). A disposizione: Pelizzoli, Aldair, Cufré, Guigou. Allenatore: Fabio Capello

Arbitro: Roberto Rosetti di Torino

Reti: 13’ Montella (Roma), 30’ Montella (Roma), 37’ Montella (Roma), 53’ Stankovic (Lazio), 64’ Montella (Roma), 72’ Totti (Roma)

Ammoniti: Fernando Couto, Pancaro e Stankovic (Lazio); Candela (Roma)