I 20 difensori centrali italiani più forti dal 1986 al 2006
24 Aprile 2020
3. Paolo MALDINI
Inserirlo in un ruolo specifico della difesa sarebbe ingiusto. Perché sì, nasce come terzino, ma garantisce le stesse prestazioni sia sulla fascia che al centro, come ha dimostrato nel corso della sua carriera. Un difensore universale, così potremmo definire Paolo Maldini, compagno storico di Billy e con lui protagonista di anni eccezionali in rossonero. L’era Sacchi e l’era Capello, l’addio di Baresi e la fascia al braccio dalla stagione 1997-98: il primo scudetto da capitano arriva nel 1999 ed è quello con Zaccheroni in panchina. La svolta della sua carriera arriva con Ancelotti in panchina, che lo mette al centro della difesa al fianco di Nesta. Esperimento – chiamiamolo così – decisamente riuscito, con l’apice raggiunto nel 2003, quando il 28 maggio Paolo alza la Coppa dalle Grandi Orecchie a Manchester, a quarant’anni esatti di distanza dal giorno in cui papà Cesare vince la stessa Coppa come Capitano del Milan. Se pensate ad un trofeo, Maldini l’ha vinto. Se vogliamo trovare un rimpianto, sta tutto nella scarsa fortuna con la Nazionale, della quale è stato Capitano. Non a caso, aggiungiamo noi.
2. Gaetano SCIREA
Tutti in piedi, per favore. «È inutile spendere parole su un uomo che si è illustrato da solo per tanti anni su tutti i campi del mondo, che ha conquistato un titolo mondiale con pieno merito e che era un campione non soltanto di sport ma soprattutto di civiltà». Il pensiero di Sandro Ciotti per Gaetano Scirea racconta meglio di qualsiasi cosa e meglio di chiunque altro la storia dello sfortunato difensore bianconero, prematuramente scomparso nel 1989. Uno dei massimi interpreti del ruolo di libero, cresciuto con l’Atalanta prima di fare la storia della Juventus, di cui diventa uomo-simbolo e capitano dal 1983 al 1988, oltre ad essere perno di una difesa storica con Zoff, Gentile e Cabrini. Sette scudetti vinti in bianconero, insieme a Cabrini il primo ad aver vinto tutte le competizioni europee per club. Soprattutto un’icona di stile, correttezza e gioco pulito, apprezzato dai tifosi di qualsiasi colore. Ecco perché quella di Scirea è una storia che va oltre la Torino bianconera e coinvolge praticamente tutto il calcio di italiano, quello di ieri e quello che verrà.
1. Franco BARESI
Venti stagioni al Milan, quindici da capitano. Storia dei rossoneri per antonomasia, protagonista di annate indimenticabili, leader di quella linea difensive composta da lui, Costacurta, Tassotti e Maldini che è riconosciuta tra le più grandi mai viste su un campo di calcio. Per Franco Baresi è la sua carriera a parlare, così come le sue vittorie e la sua interpretazione del ruolo di libero e di difensore centrale che è diventata riferimento per tutte le generazioni dopo di lui. Mai vincitore del Pallone d’Oro, nonostante per numerosi addetti ai lavori lo avrebbe senza dubbio meritato, Baresi ha segnato un’epoca col Milan, disegnando contemporaneamente un nuovo approccio al ruolo e al concetto stesso della difesa. Merito suo e degli allenatori che ha incontrato in carriera, che sempre lo hanno messo al centro dei loro progetti tecnici, godendosi da protagonista l’era delle vittorie di Sacchi e quella di Capello. Pochi dubbi sul fatto che sieda tra i più grandi di sempre. Chi lo nega è in fuorigioco, come quelli che chiamava lui durante le partite. Sbagliando quasi mai.
Perdonateci se abbiamo tolto qualcuno a voi caro, ma non è stato facile raccontare la storia delle difese italiane nell’arco di due decenni, che hanno visto tra i protagonisti Billy Costacurta, simbolo di una generazione d’oro di difensori, come forse non ne faranno più. Correttezza, temperamento, chiusure tempestive, rilanci in avanti, e ogni tanto un bel calcione in tribuna, perché può servire, e guai a temporeggiare. È la scuola dei centrali italiani, garanzia di qualità e di risultati. Quello che avete letto non è soltanto un omaggio a un difensore, ma ad una intera scuola calcistica, che in Italia ha avuto da sempre i migliori interpreti.
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