I 20 Flop più incredibili dell’Inter dal 1990 al 2006
9 Ottobre 2020
Il calciomercato è come una zia a natale: un anno ti regala una PlayStation, l’anno dopo un paio di calzini. Imprevedibile, deludente, a volte esaltante, il mercato del pallone è un momento sacro, che lega le ambizioni di chi ha vinto alla voglia di riscatto dei vinti. Tuttavia, per quanto i nuovi arrivi possano esaltarci, il vero giudice rimane sempre e solo il campo.
Lo sa bene l’Inter che nel pieno del periodo nostalgico – dal 1990 al 2006 – ha vissuto un periodo di transizione tra due epoche dorate: da una parte, lo scudetto dei record targato Trap e dall’altra l’Inter del 2006, che dopo diciassette stagioni ritroverà il tricolore dando via al lustro che culminerà nel Triplete. Tra queste due epoche il mercato ha portato alla corte del Biscione vere e proprie leggende: Pagliuca, Zanetti, Simeone, Stankovic, Vieri e Ronaldo sono solo alcuni degli idoli nerazzurri di quelle stagioni.
Ma a volte la zia regala dei “calzini” memorabili. Nel nostro parallelismo natalizio, essi rappresentano delle vere e proprie delusioni che hanno accompagnato i nerazzurri negli anni più complicati della loro storia recente. I più esperti ricorderanno la grande maledizione del terzino sinistro susseguita alla cessione di Roberto Carlos, una cessione incomprensibile viste le sette reti in trentaquattro gettoni in maglia Inter. Ma non mancano gli attaccanti “spuntati” che hanno preceduto lo sbarco sul pianeta Serie A di un alieno travestito da Fenomeno.
Ecco a voi la nostra selezione dei venti flop nerazzurri tra il 1990 e il 2006.
20 – Felice CENTOFANTI

Nel 1995, alla prima apparizione da presidente, Moratti decide di puntare su Felice Centofanti in difesa. Un colpo che stupisce, vista l’età (ventisei anni) e il curriculum che vanta, tra le tante, Teramo, Verona, Barletta, Ancona e Palermo. La personalità non gli manca, neanche nella scelta del numero – la stagione 1995-96 vede il debutto della numerazione fissa – tant’è che Felice si presenta ai nastri di partenza con la mitica nove dietro le spalle. In campo racimola poche presenze e una rete contro la Fiorentina, ma non riuscì a esprimersi al meglio venendo ceduto a fine anno.
19 – Robbie KEANE

L’estate del 2000 è quella che può portare all’Inter un trofeo in bacheca, dopo la Coppa UEFA del 1998, quando i nerazzurri sfidano la Lazio nella Supercoppa Italiana. Per colmare la partenza di Roberto Baggio, il Biscione decide di puntare sul giovane talento irlandese del Coventry City: Robbie Keane. Per assicurarselo, Moratti firma un assegno di ben trentuno miliardi di lire. Il folletto celtico troverà la prima marcatura proprio in Supercoppa Italiana, poi persa, ma non riuscirà a sufficiente spazio: dopo quattordici gettoni in campionato e tre reti, nessuna in Serie A, la cessione a gennaio risulterà l’unico passaggio a vuoto di una carriera piena di soddisfazioni.
18 – Hector Fabian CARINI

In Uruguay è considerato un fenomeno autentico, tanto da conquistare le attenzioni della Juventus. I Bianconeri, complice l’arrivo di Buffon nella stessa stagione, lo cedono ai milanesi come contropartita tecnica nell’affare Cannavaro. In nerazzurro non riuscirà mai a scalzare Toldo. Tuttavia, in una delle nove presenze all’ombra della Madonnina, si toglierà la soddisfazione di parare un rigore in campionato. Dopo un’altra fugace apparizione nella nostra Serie A, a Cagliari, continuerà la sua carriera girovagando per il Sudamerica.
17 – Stephane DALMAT

In Francia, all’inizio del 2000 ne sono tutti sicuri: Stephane Dalmat è un fenomeno. A leggere i numeri, sette reti in quasi centocinquanta gare da professionista, qualche dubbio, comunque, era legittimamente sorto a tanti. Fuorché alla dirigenza interista che, nel gennaio del 2001, decide di puntare sull’estro del trequartista transalpino nell’ambito dello scambio che porta Vampeta a vestire la maglia del Paris Saint Germain. Nelle settantadue gare interiste, quattro reti e tanti mugugni su un talento mai davvero espressosi al pieno del suo potenziale.

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