Privacy Policy I 20 stranieri più forti del campionato greco

I 20 stranieri più forti del campionato greco

4 Febbraio 2022

Difficile fermarsi alle prime impressioni. Soprattutto perché se ne può avere soltanto una. E, spesso e volentieri, è quella più sbagliata. Giudichereste mai un libro esclusivamente dalla sua copertina? Siam ben certi di no. Ed il medesimo ragionamento vale per il gioco del calcio. Specie quando si sposta il nostro radar per concentrarsi su un campionato che in molti – forse troppi – considerano meno importante. Sbagliando clamorosamente.

Chi descrive il campionato greco come un torneo minore, da affrontare a fine carriera per cercare nuovi stimoli, ha mai veramente visto una partita della Souper Ligka Ellada? Ha mai percepito l’intensità dei match, la rivalità sugli spalti, il puro agonismo e lo spirito competitivo che di questo popolo e di queste terre fanno parte da sempre? Forse no. E questo articolo potrà magari servire per porre una maggiore attenzione ai dati ed alle statistiche, prima di azzardare giudizi affrettati.

Perché vincere in Grecia non è facile per nessuno. Neanche per i più forti. Occorre una mentalità particolare, fortemente orientata alla vittoria ed all’obiettivo finale. Una fame di risultati, prerogativa di pochi, necessaria per emergere e fare la differenza in un campionato che, nella sua storia quasi centenaria, ha sempre regalato forti emozioni a tutti i suoi protagonisti. Per lasciare un’impronta, qua in terra omerica, non basta il talento. Serve il carattere.

Per questo, in attesa di vedere domenica gratuitamente su Mola TV la sfida tra Ionikos e Olympiacos, abbiamo deciso di stilare la classifica dei venti stranieri più forti che hanno calcato i campi greci in base alla carriera complessiva. Ma come vedrete, non per tutti è stata una passeggiata.

20. JULIO CESAR da Silva

Dopo aver messo in mostra i propri muscoli e la propria tecnica con le maglie di Montpellier, Juventus e Borussia Dortmund, il centrale brasiliano che si presenta ai Trifylli del Panathinaikos è ormai fisiologicamente arrugginito. Già da qualche anno è ai margini del progetto giallonero e dopo il prestito al Botafogo, il carioca tenta l’avventura in Grecia: è il dicembre 1998 quando Julio Cesar sbarca in Grecia, ma seppur le aspettative siano alte, saranno soltanto tre i gettoni messi insieme nel giro di sei mesi, prima di ritornare in Germania e vestire altri colori biancoverdi, ma quelli del Werder Brema.

19. Predrag DJORDJEVIC

Probabilmente si ricorderanno di lui i tifosi della Juventus. Durante la Champions League 1997-98, infatti, tutti i bianconeri esultarono dopo un suo calcio di punizione che consentì all’Olympiakos di pareggiare contro il Rosenborg a pochi minuti dal novantesimo e, quindi, alla Vecchia Signora di accedere alla fase ad eliminazione diretta a detrimento dei norvegesi. Ma se in Italia il suo nome si abbina solo a questo episodio o a qualche trattativa di calciomercato, il serbo è uno dei monumenti della storia recente dei biancorossi. Davanti al pubblico del Geōrgios Karaiskakīs, infatti, Predrag ha predicato calcio di gran qualità: con la maglia dell’Olympiakos, infatti, ha disputato 343 match di campionato con 126 gol. Prima di far la storia con la squadra della capitale, tuttavia, Djordjevic ha trovato il tempo di farsi ricordare anche con la maglia del Paniliakos che, in quattro anni, ha portato a suon di reti dalla terza alla massima serie.

18. GEREMI Njitap Fotso

Il centrocampista camerunense arriva all’Oikos Larissa nel 2010 all’età di trentadue anni. Negli auspici dei dirigenti del club granata c’è la speranza che la sua fiamma non si sia ancora spenta e il suo curriculum fa sperare in maniera più che giustificata i tifosi della Tessaglia. Dopo le esperienze con il Real Madrid e con il Chelsea che hanno popolato la sua bacheca di numerosi trofei – due Champions League con le Merengues e tre campionati, rispettivamente uno coi Blancos e due con i Blues – Geremi viene prelevato dall’Ankaragücü, ma le sue difficoltà di adattamento al nuovo ambiente sono decisive e, dopo sole dieci partite, decide di far le valigie, prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo nel 2012 dopo l’esperienza con i macedoni dell’Ohrid.

17. GIOVANNI Silva de Oliveira

Il brasiliano giunge al Pireo di Atene dopo tre anni al Barcellona. In Catalogna, dopo il primo anno da titolare assoluto, viene messo in disparte da Louis van Gaal che lo impiega sempre più raramente, preferendogli il connazionale Sonny Anderson. E nonostante si riveli decisivo nelle vittorie conquistate in azulgrana – specie nella Coppa delle Coppe 1997 – decide di cambiare aria per trovare la sua America in Grecia. L’Olympiakos che domina in patria si affida alle cure del numero dieci per cercare di migliorare il suo cammino in Europa. Sebbene non superi mai i gironi eliminatori, riesce a conquistare ben cinque Scudetti e il titolo di capocannoniere nel 2003-04 con ventuno reti.

16. Krzysztof WARZYCHA

Fosse per i tifosi del Panathinaikos, la sua statua potrebbe tranquillamente essere esposta sull’Acropoli. Infatti, l’attaccante polacco è un simbolo del club e uno dei migliori ambasciatori del calcio ellenico in Europa. Krzysztof arriva ai Tryfilli quando ha venticinque anni e lì rimane fino alla data del suo ritiro, quando le primavere sono diventate quasi quaranta. In mezzo, il centravanti polacco centra numerosi obiettivi: è lo straniero ad aver accumulato il maggior numero di presenze (390) e di reti (244) nel campionato greco e secondo assoluto per realizzazioni nella storia dell’intero club. Nel mezzo, si aggiudica per tre volte la classifica marcatori e porta il Pana per cinque volte in cima al campionato greco.

15. Djibril CISSÉ

Quando nel 2009 l’eccentrico attaccante francese passa dalla Premier League al Panathinaikos è un vero crac per tutto il movimento calcistico ellenico. Nel pieno delle forze, a ventotto anni appena compiuti, l’attaccante si presenta in Grecia tirato a lucido e fortemente deciso a vincere. Saranno ventinove le reti nella sua prima stagione, che varranno al club greco la conquista di campionato e coppa. Quello del 2010 è ad oggi l’ultimo trionfo per i biancoverdi di Atene. Inutile sottolineare cosa rappresenti ancora oggi Cissé qui, all’ombra del Pantheon.

14. Robert JARNI

Il cursore mancino croato ha ormai “sparato” tutte le sue cartucce quando si presenta al Leoforos Alexandras nell’estate 2001. Il suo curriculum parla chiaro per lui: Jarni ha brillato – e non poco – con le casacche di Torino e Real Betis, vivendo campionati di vera grazia, togliendosi anche grandi soddisfazioni – seppur fugaci – con le maglie della Juventus nel 1994-95 e con quella del Real Madrid nel 1998-99. Con la Vecchia Signora si appunta al petto Scudetto e coccarda tricolore della Coppa Italia, mentre con le Merengues alza al cielo la Coppa Intercontinentale. Nel mezzo, l’indimenticabile avventura con la sua Croazia ai Mondiali di Francia ’98. Ha trentatré anni quando Robert atterra in Grecia e dopo sole cinque presenze decide di appendere gli scarpini al chiodo.

13. Flavio CONCEIÇÃO

Quando il fisico non supporta più quel che il cervello vorrebbe, bisogna prendere necessariamente atto della realtà dei fatti e convincersi che è ora di dire basta. È questa la dura considerazione che il mediano brasiliano, ex colonna di Deportivo La Coruña e Real Madrid, è costretto a fare al termine della stagione 2005-06 appena vissuta con il Panathinaikos. Sono troppi gli infortuni e gli incidenti di percorso con cui Flavio Conceição è costretto a convivere e, dopo le esperienze poco edificanti con Borussia Dortmund e Galatasaray, è costretto a dire basta quando la carta d’identità non segna neanche trentadue anni.

12. Goran VLAOVIC

Dopo averlo visto spiccare il volo in Italia con la maglia del Padova, Goran Vlaovic assapora l’aria del grande calcio, dando il proprio contributo alla causa del Valencia che tenta d’interrompere l’egemonia che si gioca sulla direttrice fra Barcellona e Madrid. L’attaccante croato vive quattro anni in Spagna e, nel frattempo, si toglie anche la soddisfazione di partecipare alla sorprendente spedizione francese della sua Nazionale durante i Mondiali del 1998, tornandovi con la medaglia di bronzo al collo. Nell’estate del 2000 passa al Panathinaikos e con i Trifylli vive un quadriennio ricco di soddisfazioni, concludendovi la sua carriera con il double campionato-coppa.

11. Zlatko ZAHOVIC

Il fantasista sloveno ha nel Portogallo la sua seconda nazione. Infatti, la maggior parte della sua carriera si dipana sulle sponde dell’Oceano Atlantico, avendo vestito le maglie di Vitoria Guimarães, Porto e Benfica dal 1993 al 2005. Soltanto nel biennio 1999-2001 Zlatko si concede due avventure estere: prima accetta l’offerta dell’Olympiakos, dove il suo estro e il suo talento brillano ad intermittenza – a causa di un infortunio disputa soltanto una ventina di partite complessivamente – quanto basta per convincere il Valencia ad ingaggiarlo per l’anno successivo. L’esperienza al Mestalla sarà agrodolce: fallisce, infatti, uno dei calci di rigore nella finale di Champions League contro il Bayern Monaco nella cornice di San Siro.   

10. Darko KOVACEVIC

Bomber serbo dal fisico possente, all’apparenza scoordinato ed impacciato, ma letale sotto porta. Ce lo ricordiamo bene con la maglia della Juventus, della Lazio ed in Liga, dove con la Real Sociedad si è messo in luce a suon di gol. La ciliegina sulla torta della sua splendida carriera arriva in Grecia però: ventuno gol e due campionati vinti in altrettante stagioni con l’Olympiakos. Mica male per un ragazzo di trentacinque anni.

9. PAULO SOUSA Manuel Carvalho

Photo: Tony Marshall – Empics – Getty Images

I problemi fisici lo attanagliano da tempo e, infatti, il mediano portoghese che si presenta ai nastri di partenza del campionato greco nella stagione 2000-01 è soltanto un lontano parente del meraviglioso centrocampista che si è messo in mostra con le casacche di Benfica, Sporting Lisbona, Juventus e Borussia Dortmund. Infatti, il lusitano è reduce da deludenti tornei disputati con Inter e Parma e i Biancoverdi tentano di recuperarlo: d’altronde, ha soltanto trent’anni quando arriva in Grecia. Tuttavia, la missione fallisce, visto che Paulo Sousa disputa soltanto dieci partite in campionato e a fine torneo saluta i Trifylli per andare all’Espanyol e chiudere la sua carriera ad appena trentadue anni.

8. Sergio Paulo CONCEIÇÃO

Ha girato l’Europa, diffondendo con successo il suo verbo, fatto di corsa, accelerazioni, traversoni e tanti, tanti gol. Dopo la sua esplosione con la maglia del Porto, Sergio Conceição si è affrancato dall’etichettatura di “fenomeno passeggero” dando sfoggio delle sue qualità con la casacca biancoceleste della Lazio, vincendo ogni trofeo possibile: Scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe, Supercoppa UEFA e Supercoppa Italiana. Dopo due anni nella capitale, il suo rendimento cala durante le sue esperienze con Parma e Inter. Vive due fugaci amarcord proprio con Lazio prima e Porto poi, per poi vivere una seconda gioventù nello Standard Liegi. La chiamata da parte dei kuwaitiani dell’Al-Qadisiya sembra essere il prologo ad un finale di carriera dorato, ma la voglia di mettersi in mostra su altri palcoscenici non scema e per questo risponde presente alla chiamata del PAOK Salonicco. Aumentano le primavere, ma il club bianconero – anche grazie al suo aiuto – riesce a mettere in seria difficoltà l’Olympiakos nella corsa al titolo nella stagione 2008-09. Segna complessivamente sei gol in trentuno presenze, dando l’addio al calcio giocato l’anno successivo a trentasei anni.

7. Christian KAREMBEU

Christian è uno che di vittorie se ne intende: due trionfi in Champions League con la maglia del Real Madrid, a cui approda dopo le ottime stagioni con la maglia blucerchiata della Sampdoria, un Mondiale ed un Europeo con la nazionale francese fanno già parte del suo palmarès quando sbarca in Grecia. E poi vince ancora: dal 2001 al 2003 due campionati ellenici con l’Olympiakos e gloria eterna per il tenace centrocampista, tra i più vincenti della storia.

6. GILBERTO SILVA Aparecido

È una delle sorprese più inattese e gradite che ci lasciano in eredità i Mondiali del 2002 in Corea del Sud e Giappone. Nella Seleção dove brillano Ronaldo, Ronaldinho e Rivaldo, a centrocampo domina incontrastato il mediano dell’Atletico Mineiro, dai cui piedi passano tutte le manovre per la costruzione delle azioni d’attacco. Dopo la kermesse iridata, Gilberto Silva firma per l’Arsenal e Wenger gli consegna le chiavi del motore dei Gunners. Il risultato va oltre ogni più rosea aspettativa e matura l’epopea degli Invincibles che dominano la Premier League nel 2003-04. Resta all’Emirates Stadium – segna il primo gol ufficiale nell’impianto che ha sostituito Highbury – fino al 2008 quando a trentadue anni viene ceduto al Panathinaikos. Forse troppo frettolosamente. Eh sì, perché Gilberto dimostra di avere ancora molto da dire, trascinando i Trifylli nella Champions League 2008-09 fino agli ottavi di finale e vincendo quello che, ad oggi, è l’ultimo campionato conquistato dai Biancoverdi.  

5. Giuseppe SIGNORI

Scommettiamo che in molti non ricorderanno affatto dell’esperienza di Beppe in Grecia. Dopo esser stato la bandiera di club come Lazio e Bologna, infatti, l’attaccante accetta di vestire la maglia dell’Iraklis Salonicco dopo essersi tolto lo sfizio di aver disputato una tournée estiva con addosso la casacca del Milan. Signori ha trentasei anni quando accetta l’offerta degli Imitheos e mostra di non aver perso lo smalto segnando poco dopo l’esordio assoluto in Coppa di Grecia. Tuttavia, un grave infortunio lo blocca per gran parte della stagione e, alla fine, Giuseppe lascia la penisola ellenica dopo aver collezionato soltanto cinque presenze in campionato.

4. Alvaro Alejandro RECOBA

Il suo nome si lega inevitabilmente alla storia dell’Inter, titillando gli ipotalami dei tifosi più romantici che hanno avuto la gran fortuna di ammirare il suo magico sinistro nel miglior momento del suo sfavillio. Tuttavia, come ogni fuoriclasse che si rispetti, all’estro e alla fantasia, talvolta fanno da contraltare caratteristiche peculiari dei campioni stessi: mancanza di continuità, forse l’indolenza e una certa fragilità fisica. È il 2008 quando Alvaro, dopo aver messo nel cassetto dei ricordi i fasti nerazzurri ed aver archiviato l’esperienza poco edificante con il Torino, accetta la proposta del Panionios che sceglie di affidarsi al suo estro per tentare di conquistare una fetta di paradiso. E grazie all’aiuto dell’uruguaiano, ai tifosi rossoblù sembra di poter ambire a qualcosa di più soddisfacente che il consueto anonimato: segna cinque reti in Super Liga affianco al connazionale Estoyanoff che valgono l’ottavo posto, ma l’anno successivo, con il fisico minato da continui infortuni, dice addio alla Grecia e all’Europa dopo sole cinque partite.

3. Esteban CAMBIASSO

El Cuchu non ha assolutamente voglia di dire basta e per “saziare” la sua fame di vittorie sceglie di dire sì all’Olympiakos. Reduce da anni colmi di successi tra il Real Madrid e l’Inter e fresco del miracolo sportivo con il Leicester City – con cui ha vinto il titolo di calciatore dell’anno delle Foxes – nell’estate del 2015 accetta l’offerta dell’Olympiakos e vive due anni all’ombra del Pireo, gli ultimi della sua carriera che, comunque, saranno coronati da altrettanti successi in campionato. Il modo migliore per dire basta a trentasette anni.

2. Yaya Gnegneri TOURÉ

Il colosso ivoriano conosce il campionato greco ancor prima di divenire il campione che tutti conosciamo. Nel 2005 veste la maglia dell’Olympiakos e, a ventidue anni appena compiuti, si mette in mostra per possenza fisica e tecnica, vincendo da protagonista assoluto campionato e coppa e attirando a sé le attenzioni dei top club europei. Poi verranno Monaco, Barcellona, City ed i successi internazionali. Ma questa è un’altra storia.

1. RIVALDO Vitor Borba Ferreira

Non aveva certo bisogno di affermazione o consacrazione, il talentuoso brasiliano giramondo, quando ha accettato l’ennesima sfida della sua carriera, quella greca. Chi ama il calcio, ama Rivaldo: un piede mancino baciato dagli dèi e una intelligenza tattica fuori dal comune lo hanno reso tra i calciatori più apprezzati al mondo tra gli anni ’90 e ’00. Arriva in Grecia a trentadue anni ed in tre stagioni, con la maglia dell’Olympiakos, vince altrettanti campionati e due coppe, oltre a ben figurare in Europa. Parentesi meno fortunata successivamente all’AEK Atene, ma il suo avvento nel campionato ellenico.

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