I 30 giocatori più forti che sono passati da Parma negli anni ’90 (considerando tutta la loro carriera)
16 Dicembre 2021
Quando si sfoglia i ricordi del passato bisogna necessariamente muoverci a tentoni. Non perché la memoria inizi a giocare brutti scherzi o faccia leva sugli anni che passano, ma per non correre il rischio di inciampare in quelle spiacevoli emozioni che, inevitabilmente, fanno parte del percorso. È un’azione istintiva, o più semplicemente “di protezione” che il nostro cervello sviluppa inconsciamente. Stavolta però non c’è spazio per gettare il sale su ferite aperte, né tantomeno per piangersi addosso. È molto più bello, invece, emozionarsi sui momenti indimenticabili, sugli abbracci rubati e sulle gioie commoventi che ci hanno fatto vibrare le corde del cuore per poi sciogliersi in qualche aberrante lacrima di compiacimento.
Oggi, con voi, vogliamo riaprire l’album dei ricordi di un decennio indimenticabile del calcio italiano. Quello degli anni ’90. Quando fra le Sette Sorelle – a contendersi scudetti e trofei internazionali – c’era il Parma di Nevio Scala e Alberto Malesani. C’erano le punizioni di Gianfranco Zola e di Enrico Chiesa, i gol di Asprilla e Crespo, le sgroppate di Benarrivo e le chiusure di Thuram e Cannavaro. Senza dimenticarsi delle parate di Claudio Taffarel e i miracoli di Gigi Buffon. Sembra quasi inutile e riduttivo cercare di riconoscere la fortuna che noi, bambini oramai cresciuti, abbiamo avuto nel goderci i campioni della serie A di quegli anni.
Ma quel Parma aveva un altro profumo. Era tutta un’altra storia. Si dava voce al gesto tecnico, alla qualità dell’intuizione che imperava, a sua volta, sui fisici statuari che oggi si vedono nel calcio moderno. E allora per ripercorrere quella meravigliosa favola, colorata di giallo e blu, concedeteci una breve cronistoria attraverso il palmares di quel decennio, per rendersi conto del valore assoluto che quei giocatori esprimevano in campo. Sul tramonto degli anni ’80 il Parma conquista per la prima volta la Serie A, e da neopromossa raggiunge la sesta posizione con la conseguente qualificazione in Coppa UEFA. Iniziando la personale escalation di risultati che porta alla conquista dei primi trofei: nel 1991-92 vince la sua prima Coppa Italia e riconferma il posto in Europa; l’anno dopo arriva la Coppa delle Coppe; poi vince la Supercoppa e la Coppa UEFA; ripetendosi nel 1998-99 quando si aggiudica ancora una volta la Coppa Italia e la Coppa UEFA. Senza tralasciare il rendimento in campionato che vede il club, nell’arco di tutto il decennio, raggiungere almeno il sesto posto. Iscrivendo ogni volta il proprio nome nelle qualificazioni per le competizioni internazionali.
Niente male per una squadra che, fino pochi anni prima, guardava alla massima serie soltanto attraverso la televisione. A corollario di tutto ciò, non dobbiamo neanche dimenticarci dello scudetto sfiorato con Carlo Ancelotti nel 1996-97 e del successivo approdo in Champions League. Dieci anni pieni di soddisfazioni, scolpiti su pietra, che ci hanno regalato una delle squadre più forti e romantiche della nostra serie A. Dieci anni dove sognare l’impossibile era davvero possibile. In tutta questa cavalcata nostalgica, noi abbiamo scelto trenta istantanee, per omaggiare i profili dei trenta calciatori più forti degli anni ’90 che hanno contribuito a innalzare il nome del Parma sul tetto d’Europa.
Iniziamo con la carrellata dei trenta, e che nomi!
30. Massimo CRIPPA
Dal vivaio del Meda, di strada ne ha fatta tanta, compresa la lunga gavetta nelle serie inferiori. Il Torino lo preleva dal Pavia – in C2 – per gettarlo subito in Serie A. Crippa dimostra spirito di adattamento e affidabilità. Passa al Napoli dove vince lo Scudetto del 1990, per poi trasferirsi al Parma nel 1993. Con i crociati diventa per cinque anni il metronomo intoccabile della mediana, vincendo la Supercoppa e le due Coppe UEFA. Infine, tornerà al Torino, per poi chiudere la carriera in Eccellenza.
29. Daniele ZORATTO
Centrocampista centrale dai piedi buoni, agiva appena a ridosso delle punte assicurando, con le sue geometrie, qualità e quantità. Dopo una lunga gavetta, giunge in massima serie con il Brescia con cui conquista la tripla promozione dalla serie C. Al Parma arriva nel 1989 diventando subito un perno imprescindibile della formazione emiliana, dove resta fino al 1994, contribuendo all’approdo in Serie A e alle vittorie in Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Supercoppa UEFA.
28. Marco BALLOTTA
Cercare di descrivere, o anche soltanto elencare in poche righe la carriera da portiere di Ballotta, è alquanto complicato. Tra i professionisti, il suo è veramente un percorso infinito, nato con il Bologna e chiuso con la Lazio. Alla veneranda età di 44 anni e 38 giorni. Fra le sue squadre più importanti ci sono Inter, Modena e Brescia, mentre con il Parma disputa tre campionati, sul principio degli anni ’90, vincendo tre trofei. Una volta lasciato il professionismo si reinventa attaccante nelle categorie dilettantistiche.
27. Roberto MUSSI
Cresce nella Massese, la squadra della sua città con cui esordisce diciottenne in Interregionale. Terzino di grande spinta, ma all’occorrenza, adattabile anche come centrale. Al Parma gioca in due frazioni: ad inizio carriera facendo la spola nelle serie inferiori e poi dal 1994 al 1999, nel momento di massimo splendore della storia crociata, vincendo per due volte la Coppa UEFA. Fa parte anche della spedizione azzurra al mondiale del ’94, ma in nazionale non troverà la continuità.
26. Luca BUCCI
Portiere dalla grande affidabilità, abile nelle uscite basse e con ottime doti acrobatiche con cui sopperiva alla statura non elevata. La tappa di Parma è tra le più importanti della carriera e in gialloblù gioca a più riprese: dalle giovanili all’esordio in prima squadra, da riserva nel 1989 e da titolare a metà anni ’90. Prima di ritornarci agli albori del nuovo millennio. Con i crociati vince Coppa e Supercoppa UEFA e conquista il ruolo di terzo portiere ai mondiali di USA ’94.
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