I 47 giocatori stranieri portati in Italia da Luciano Gaucci per il suo Perugia (se ne salvano 5, forse 6)
9 Novembre 2021
AHN Jung-Hwan (Corea del Sud)

Mondiali di Corea e Giappone 2002. Un’Italia in netta difficoltà tra demeriti propri e torti arbitrali approda agli ottavi di finale. L’avversario azzurro è la Corea del Sud, padrona di casa. Lo show dell’arbitro Byron Moreno rimarrà nella storia. Un rigore regalato ai padroni di casa, Totti ingiustamente espulso, un gol regolare annullato a Tommasi. Il punteggio di parità ci porta ai supplementari dove proprio lui, Ahn, al minuto 117, anticipa sua maestà Paolo Maldini e di testa realizza il golden gol che qualifica gli asiatici. Il giorno dopo Gaucci non la prende bene e a causa di questo gol iridato annuncia di non voler più Ahn tra i piedi. La vendetta è servita: Lucianone colpisce ancora. Era arrivato in Umbria carico di aspettative, tanto da definirsi anche più forte di Nakata. Se ne va da idolo assoluto… per il suo popolo. Non di certo per i tifosi perugini.
EMERSON Pereira da Silva (Brasile)

Altro giocatore catalogato sotto la dicitura “I bidoni di Re Luciano”. Seppur l’anagrafe li accomuni, il nostro Emerson non ha nulla a che vedere con il Puma ex Roma, Milan e Juventus. Cresce nel vivaio del San Paolo, ma non è semplice farsi spazio tra i Tricolores:lo spazio in prima squadra è poco e la concorrenza è agguerrita. Emerson, dunque, ai cileni del Colo Colo. Le sue buone prestazioni non passano inosservate e Gaucci se ne innamora. Il presidente del Perugia lo definisce addirittura il nuovo Falcão! Morale della favola? Un disastro. Le difficoltà di adattamento ai ritmi del nostro calcio, gli equivoci tattici e, come se non bastasse, i problemi burocratici con il suo passaporto, minano il suo rendimento. Gioca contro Empoli e Vicenza, facendo arrivare il suo minutaggio in Serie A a quota 161. Giri di lancette non propriamente indimenticabili, tant’è che quando il Maccabi Haifa chiama, lui e Gaucci acconsentono al trasferimento senza particolari remore.
Ivan Jaime KAVIEDES (Ecuador)

Carattere focoso, difficile da addomesticare. Ivan è un idolo assoluto in Ecuador e arriva in Italia dopo l’exploit da record con l’Emelec: quarantatré gol in trentanove gare. Anche l’impatto nel nostro campionato sembra ottimo. Tre gol nelle prime cinque gare contro Juventus, Sampdoria e Inter. Purtroppo sarà un fuoco di paglia. La stella del Nine, infatti, ben presto si offusca e il suo temperamento ribelle obnubila le sue prestazioni. Dopo una lite furiosa con Zé Maria, Ivan torna in Ecuador rendendosi irreperibile, per poi tornare in Italia come nulla fosse. Un comportamento che compromette irreversibilmente la sua avventura nel Grifo. Nel 2006, durante i Mondiali in Germania, viene ricordato per il suo modo insolito di festeggiare un gol. Dopo aver segnato al Costa Rica, l’attaccante esulta indossando una maschera stile Spiderman. All’apparenza sembra il classico gesto folkloristico che contraddistingue il personaggio, in realtà Kaviedes vuol ricordare Otilino Tenorio, un suo ex compagno di squadra scomparso un anno prima.
HILARIO Paulino Neves Leal (Portogallo)

Terzino destro pescato dal Portogallo. Più propenso alla fase difensiva che a quella offensiva, Hilario esordisce in Serie A durante la gestione Vujadin Boskov nella gara vinta 2-1 contro l’Inter. Ancora meglio andrà con Carletto Mazzone: il tecnico romano lo vede di buon occhio, impiegandolo con una certa costanza. Con l’avvento di Cosmi, invece, il minutaggio del portoghese diminuisce drasticamente e viene raramente chiamato in causa, soltanto per disputate una manciata di minuti contro il Vicenza e il Brescia. Dopo il rientro in patria, torna in Italia e scende in Serie C indossando la casacca della Samb.
Mika LEHKOSUO (Finlandia)

Un’altra follia della famiglia Gaucci. Il centrocampista scandinavo vive proprio in Italia la sua unica esperienza lontano dalla sua Finlandia. Dal gennaio a giugno del 1999 prova a inserirsi negli schemi della squadra allenata prima di Castagner e poi di Boskov, senza riuscirci veramente. Undici presenze per un totale di 530 minuti bastano al vulcanico presidente perugino per capire che non è il caso di continuare a puntare sul cavallo sbagliato. Mika, dunque, torna in Finlandia: non poteva fare altrimenti! Ad Helsinki lo trattano come un re.
Paulo DA SILVA Barrios (Paraguay)

Chissà qual è il mistero che si nasconde dietro all’ingaggio di Da Silva. Difensore paraguaiano comprato ma mai utilizzato. Alla dirigenza perugina è bastata l’ottima stagione con il Cerro Porteño per farsi convincere. Da Silva rimane un corpo estraneo e viene rispedito in Sudamerica. In seguito ritorna in Italia con le maglie di Venezia e Cosenza, ma senza fortuna. Parliamo di un difensore che negli anni si è notevolmente affermato nel panorama calcistico sudamericano, diventando un idolo sia in Messico dove ha vinto coppe e campionati. Molto amato ovviamente anche in Paraguay, grazie alle numerose partite con la maglia della sua nazionale.

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