I 47 giocatori stranieri portati in Italia da Luciano Gaucci per il suo Perugia (se ne salvano 5, forse 6)
9 Novembre 2021
Hector Santiago TAPIA (Cile)

Avanti un altro. Della serie i senza traccia. Uno, due, tre, quattro e si conclude qui l’esperienza italiana di Tapia. In Serie A, infatti, racimola quattro presenze, segnando zero gol. Se aggiungessimo le tre gare di Coppa Italia e le quattro di Intertoto, in totale avremmo undici tentativi di andare a rete, ma il risultato non cambia. Il bilancio è nettamente negativo. Scarso minutaggio e rendimento mediocre. Di gol neanche a parlarne. Lui che doveva essere un centravanti. Lui che in Cile veniva consideravano il terzo incomodo fra Salas e Zamorano. Il ritorno al Colo Colo, dove aveva lasciato ottimi ricordi, è la più naturale delle conseguenze ed in quattro e quattr’otto il trasferimento è cosa fatta.
DANI Garcia Duque (Spagna)

Quello di Dani, più che un caso tecnico-tattico, è un vero e proprio mistero da affidare a Federica Sciarelli e al suo programma Chi l’ha Visto? Dani è uno spagnolo nativo di Valencia, classe 1979, attaccante solo sulla carta. Evidentemente. Mazzone, chissà forse per caso, se lo ritrova in panchina solamente in quattro occasioni: contro Udinese, Parma, Venezia e nella storica sfida contro la Juventus, sotto il famoso nubifragio che consegnerà lo scudetto alla Lazio. Le possibilità di minutaggio per Dani? Nemmeno a pensarci. Un fantasma. Gaucci stavolta si è superato. Torna in patria per giocare con la seconda squadra del Real Saragozza nella terza serie spagnola.
Robson Machado TOLEDO (Brasile)

Quando il suo nome viene fatto da un pezzo da novanta come Careca, il presidente del Perugia si adopera per portarlo nel capoluogo umbro con una certa urgenza. L’ex giocatore del Napoli, infatti, svolge il doppio ruolo di giocatore e talent scout del Campinas dove la sgusciante ala destra si fa notare per la sua velocità. L’affare si risolve in quattro e quattr’otto e nell’estate del 1999 Robson Machado Toledo sbarca in Italia. Dopo un anno nelle giovanili, viene mandato in prestito in Grecia al Nea Kavala, dove riesce a mettersi in luce nel campionato ellenico. Al suo ritorno, però, decide di rescindere il suo contratto con i biancorossi, accettando l’offerta del Rieti in Serie D. Inizia, quindi, il lungo peregrinare dell’esterno d’attacco che dura tuttora, sebbene siano quarantuno le primavere trascorse. Fa faville in terza serie, sebbene riesca ad esordire con l’Udinese nella massima categoria: si distingue con le maglie di Catanzaro, Pro Patria e Pistoiese, trascorrendo anche sei mesi nel Napoli del nuovo corso griffato De Laurentiis.
Pablo Horacio GUIÑAZÙ (Argentina)

Un’altra meteora? Nì. Pablo Guiñazù è un vero mastino, l’emblema della garra argentina. Centrocampista centrale, il suo apporto garantisce un mix tra generosità, intensità e combattività. Caratteristiche che lo rendono uno degli idoli dei tifosi del Newell’s Old Boys. In Italia è vero che non è riuscito a sfondare, ma vi sono diverse attenuanti al riguardo. Su tutte, il lungo tira e molla fra Gaucci e il Newell’s Old Boys: le parti sono in disaccordo sul prezzo d’acquisto. Per risolvere il caso viene perfino interpellata la FIFA che ne sospende temporaneamente il trasferimento, salvo poi essere riabilitato dal giudice del lavoro del Tribunale di Perugia. Risolte le traversie burocratiche, ora ci sono da risolvere le questioni “di campo”. Gaucci lo ha voluto tutti i costi, Cosmi non ne aveva bisogno visto che, sistematicamente, gli preferiva la coppia Baiocco-Tedesco. Visto lo scarso utilizzo, Pablo saluta l’Italia e ritorna in Argentina, dove grazie a prestazioni di ottimo livello entra anche nel giro dell’Albiceleste, disputando le qualificazioni per il Mondiale del 2014.
Zisis VRYZAS (Grecia)

Prima punta, spilungone freddo sotto porta. Inizia con lo Skoda Xanthi poi passa al PAOK Salonicco, ma a causa di alcune divergenze caratteriali e in contrasto con il suo allenatore, prepara le valigie e se ne va. Gaucci fiuta il colpo e lo porta a Perugia. Zisis si rivelerà un ottimo acquisto per a truppa diretta da Serse Cosmi, tanto da diventare, in un colpo solo, il giocatore più prolifico con la maglia umbra in Serie A e il calciatore straniero con maggiori reti all’attivo nella storia biancorossa. Le altre esperienze italiane rispettivamente con Fiorentina e Torino non daranno i frutti sperati, in compenso con il Grifo vince anche una Coppa Intertoto, certo nulla se paragonato alla favola del 2004 che lo vide essere tra i protagonisti della Grecia Campione d’Europa.
Claudio Martin PARIS (Argentina)

Molto spesso in TV, negli spazi riservati alle televendite, sentiamo dire: «Se acquisti il prodotto X, come premio, in omaggio ti regaliamo anche il prodotto Y». Un po’ su questa falsariga, l’arrivo di Paris ricalca ciò che dev’essere successo anche al patron Luciano che, dopo aver preso Guiñazù, si ritrova nel pacchetto anche questo difensore argentino ex Newell’s Old Boys. Paris racimola la miseria di sette presenze in un anno e mezzo fra Coppa Italia e campionato dove esordisce contro l’Udinese entrando al posto di Milanese. Gioca tutta la gara contro la Juventus, un tempo a Lecce, ancora contro la Vecchia Signora, un minuto a San Siro contro il Milan e poi al Marc’Antonio Bentegodi nella sfida con il Chievo Verona, dove al ventiseiesimo minuto rimedia un cartellino rosso, lasciando il Perugia in dieci uomini. È questo il lascito di Paris al Grifo che, così, sparisce definitivamente dalla vista del buon Serse.

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