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I 47 giocatori stranieri portati in Italia da Luciano Gaucci per il suo Perugia (se ne salvano 5, forse 6)

9 Novembre 2021

Nicolas Andres CORDOVA (Cile)

Photo: Grazia Neri – Allsport

Sembrava trattarsi dell’ennesima meteora importata dal vulcanico presidente. E invece, alla fine, il centrocampista originario di Talca, comune del centro del Cile, si rilevò una scoperta. A dirla tutta una mezza scoperta. Eh sì, perché sotto la guida di mister Cosmi non riuscì ad impressionare mai fino in fondo. Di lui si ricorda una sorta di comparsata. Nicolas, infatti, colleziona la miseria di quattordici partite, di cui appena tre da titolare. È già tutto finito? No. Cordova rimane in Italia, iniziando un lunghissimo tour tra le piazze di Crotone, Bari, Livorno, Ascoli, Messina, Grosseto, Parma e Brescia facendosi apprezzare come un elemento di spiccata qualità, dotato di una buona visione di gioco.

Christian OBODO (Nigeria)

Centrocampista di rottura, non propriamente bello da vedere ma terribilmente efficace in fase di recupero. Viene pescato in Nigeria tra le fila del Plateau United. La prima stagione in Umbria è praticamente di prova, diventa poi indispensabile per il centrocampo “cosmico” capace di qualificarsi per la Coppa Intertoto e di arrivare in semifinale di Coppa Italia. Dopo la retrocessione in Serie B, passa alla Fiorentina e successivamente all’Udinese dove diventa un elemento fondamentale dei bianconeri che riusciranno nell’impresa di qualificarsi per la Champions League. L’apoteosi della sua esperienza friulana sarà rappresentata dal gol in rovesciata segnato contro l’Inter, che ferma a diciassette le serie di vittorie consecutive dei Nerazzurri.

Denis André DASOUL (Belgio)

Era l’estate del 2001 quando Gaucci saccheggiò inspiegabilmente lo Standard Liegi, acquistando in un colpo solo Dasoul, Jacquemin e Galeri che in tre non riuscirono a raccogliere nemmeno un minuto in Serie A. Dopo essere tornato in Belgio e aver giocato in Austria con il SW Bregenz, Dasoul ci riprova in Italia, ma anche a Foggia l’esperienza non è esaltante. Denis non molla, e nel 2007 ritorna nel Belpaese, giocando nei campionati minori fra Serie D ed Eccellenza, con le maglie di Este, Bolzano dove segna anche tre gol in campionato, Jesolo e Torres. Lascia il calcio dedicandosi all’altra sua grande passione, il surf. Un destino infame lo tradisce senza pietà. Muore tragicamente a soli trentaquattro anni, colpito da un fulmine mentre si stava esercitando proprio con il surf al largo dell’isola di Bali.

Fabian Michel JACQUEMIN (Belgio)

Un fantasma oppure un turista. Scegliete pure la definizione che più vi piace. Chissà cosa avranno visto in lui i talent scout perugini. Un mistero. Un vero e proprio mistero. Centrocampista, almeno sulla carta, originario di Rocourt, frazione di Liegi, sparisce immediatamente dai pensieri di Cosmi, che lo considera subito un effettivo esubero. Dalle parti del Renato Curi non si vede mai. La sua triste avventura italiana continua alla Fermana, che puntualmente saluta in un batter d’occhio. E allora Belgio, casa dolce casa, dove prova a riscattarsi rispettivamente con le maglie di Visetois, Seraing Liegi, e Hannutois senza troppi risultati.

Raphael GALERI (Belgio)

Photo: Aldo Liverani

Dal settore giovanile dell’Anderlecht, a quello del Perugia con gli stessi risultati. Pressoché nulli. Un altro buco nell’acqua per quanto riguarda i rapporti diplomatici tra Gaucci e il Belgio. Al buon Galeri tocca la stessa sorte dei connazionali Dasoul e Jaquemin che in tempi record vengono immediatamente accantonati ai margini del progetto, se così si può definire, umbro. Ai nipotini però potrà raccontare di quella volta che nel maggio 2003, venne convocato per la trasferta di Milano e andò in panchina, gustandosi, in prima fila lo spettacolo di un pirotecnico Inter-Perugia 2-2. Passa anche dalla Vis Pesaro. Toccata e fuga naturalmente.

Silvio Reinaldo SPANN (Trinidad & Tobago)

Beh, sembra ormai chiaro. Re Luciano era un amante delle scommesse e della par condicio. Quando si trattava di andare a pescare pseudo-talenti in giro per il mondo non faceva distinzioni di alcun tipo. Nord, Sud, Est, Ovest, dall’Asia all’America, dalla Scandinavia all’Africa. Questa volta si va ai Caraibi. Ed ecco arrivare direttamente dal Trinidad & Tobago il trequartista Silvio Reinaldo Spann. Il ragazzo è sfortunato. Qualche profano prova subito ad etichettarlo come un nuovo potenziale Dwight Yorke, bomber del Manchester United. Con il suo connazionale in comune avrà i minuti giocati nel campionato italiano, cioè zero. Diventa uno dei tanti villeggianti pagati dal presidente perugino. Anche l’esperienza alla Sambenedettese non porta alcun beneficio. Dimostra di non essere adatto al calcio europeo, tanto meno a quello croato, visto che non raccoglie un minuto neanche con la Dinamo Zagabria qualche anno dopo.