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I 47 giocatori stranieri portati in Italia da Luciano Gaucci per il suo Perugia (se ne salvano 5, forse 6)

9 Novembre 2021

Zeljko KALAC (Australia)

Il gigante buono. Marcantonio alto più di due metri per novantacinque chili, in un match di Coppa UEFA fra il suo Roda Kerkrade e il Milan, gioca divinamente e para due rigori ai Rossoneri, stregando letteralmente Gaucci, che lo volle portare subito in Italia. Il primo anno duella con Sebastiano Rossi per una maglia da titolare, ma successivamente diventa a tutti gli effetti il numero uno della porta del Grifo. Il Perugia scende in B e manca l’occasione della risalita immediata. Il portierone australiano dimostrerà di meritare la Serie A, trasferendosi al Milan. Farà il dodicesimo di Dida, ciò non gli impedisce però di vincere tutto a livello intercontinentale. Una Coppa dei Campioni, una Supercoppa UEFA e una Mondiale per Club. Non c’è dubbio: una gran bella bacheca per chi come lui ha incominciato la carriera nel Sydney Croatia.

Konstantinos LOUMPOUTIS (Grecia)

Photo: Imago – Contrast

Quando arriva a Perugia ha ventitré anni, ma nonostante la giovane età ha già una discreta esperienza, avendo esordito appena sedicenne con la maglia di una delle squadre della sua città, l’Aris Salonicco. Purtroppo per lui il suo transito italiano sarà quasi totalmente anonimo. Una quindicina di partite il primo anno, il trasferimento a Siena la stagione successiva per provare ad avere più spazio. Risultato? Con i toscani giocherà una miseria di partite. Torna a Perugia, raccoglie altri otto gettoni ed emigra in Olanda al Twente Enschede. Ci ricorderemo di lui per la sua maglia numero tre e la scritta Lubutis, in sostituzione del suo nome: una sorta di scioglilingua ellenico.

Tiago Coelho Branco CALVANO (Brasile)

Direttamente da Rio de Janeiro, dopo l’esperienza al Botafogo, cosa sarà venuto a fare in Italia? Si sarà dedicato alle visite guidate del Pozzo Etrusco, alla Casa del Cioccolato, alla Galleria Nazionale dell’Umbria, oppure sarà andato alla scoperta di Gubbio o di Assisi? Di certo non ha fatto il calciatore. In campo questo difensore brasiliano non si è mai visto: un altro “regalo non richiesto” dal tecnico Cosmi. Saluta Perugia in direzione Sambenedettese, confermando la sua totale inadeguatezza ai ritmi di gioco italiani. Incomincia il suo pellegrinaggio per l’Europa, tra Spagna, Germania e Svizzera dove almeno gioca con una certa frequenza tra le fila dello Young Boys.

Moise Brou APANGA (Gabon)

Photo: Patrick Tellier – Le Telegramme

Stagione 2000-01. Il difensore ivoriano naturalizzato gabonese viene portato in Italia appena maggiorenne. Viene inserito nel roster del Grifo, ma anche a causa della dura concorrenza non riesce mai ad esordire in prima squadra. Le cose non andranno meglio neanche alla Sambenedettese, e successivamente al Brescia. Per lui il campionato italiano resta un tabù. In compenso riesce a diventare capitano della Nazionale del Gabon, grazie al riscatto che ottiene in Francia con la maglia del Brest. Decide di tornare in patria per chiudere la carriera, fino a quel drammatico 26 aprile del 2017 quando, nel bel mezzo di un allenamento, il giocatore accusa un malore che risulterà purtroppo fatale. Un infarto pone fine alla sua giovane vita.

FABIANO Lima Rodrigues (Brasile)

Photo: New Press – Getty Images

In Brasile, il centrocampista ha vinto tre titoli con l’Atletico Paranaense. Le sue prestazioni con la maglia biancorossa saranno condizionate da un iniziale difficoltà nell’intraprendere correttamente i meccanismi di un campionato sicuramente più complesso rispetto a quello sudamericano. Gioca quattordici partite e lascia l’Italia, ma dopo le stagioni al Fenerbahçe e al Palmeiras fa ritorno nei nostri campionati. Prima ad Arezzo dove segna contro il Cesena il suo unico gol italiano, poi passa al Genoa sotto la guida di Gasperini con cui si trova benissimo e che gli regaleranno le migliori stagioni della sua avventura italiana

Ferdinand COLY (Senegal)

Il leone d’Africa pronto a battersi per l’onore della maglia e a difesa dei compagni. Terzino destro all’occorrenza esterno di centrocampo, i suoi cross al bacio sono diventati famosi, un marchio di fabbrica con cui serviva i compagni del reparto offensivo, basti pensare ai vari Ravanelli, Mascara, Vryzas. Molto bravo anche in marcatura, stava sul collo degli avversari obbligandoli a cedere per sfinimento, proprio come fa il leone con la “sua” gazzella. Il Perugia scende tra i cadetti e lui si trasferisce al Parma dove, nel marzo del 2007, segnerà anche il primo gol in Serie A contro l’Atalanta.