I 7 momenti iconici della vita rossonera di Kakà
22 Aprile 2020
Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte Kakà, ha speso la sua carriera tra San Paolo, Real Madrid, Orlando City e soprattutto Milan, squadra a cui ovviamente viene associato dalla stragrande – se non totalità – dei fan calcistici al di qua delle Alpi. Stiamo parlando di uno dei trequartisti più forti e completi della prima decade del ventunesimo secolo: alto, rapido, elegante, inarrestabile in progressione e con i piedi “da brasiliano vero”. Nel corso della sua carriera si è reso protagonista di diversi momenti iconici della storia milanista, scrivendo interi paragrafi, se non capitoli interi, dell’ultracentenaria enciclopedia rossonera. Ha vinto di tutto in carriera: una Liga, una Supercoppa di Spagna, una Copa del Rey, una Serie A, una Supercoppa Italiana, due Supercoppe Europee, un Mondiale per club ed una Champions League, a cui aggiungiamo una Coppa del Mondo, due Confederations Cup ed il prestigiosissimo Pallone d’Oro nel 2007. Quest’oggi vogliamo riportarvi indietro a quando Kakà vestiva la maglia a strisce rossonere numero 22 e farvi ripercorrere assieme a noi la timeline con i sette momenti più significativi della sua vita milanista. A proposito: tanti auguri, Ricardo.
Il debutto
Kakà arriva al Milan da campione del Mondo in carica nell’estate 2003 per 8,5 milioni di euro, segnalato dallo storico brasiliano milanista Leonardo. Il suo acquisto passa in secondo piano visto l’approdo in rossonero di due tra i migliori terzini in Italia all’epoca: Cafu, campione d’Italia con la Roma e Pancaro, campione d’Italia con la Lazio. Sbarcato a Milano, con gli occhiali da vista e l’aria del bravo ragazzo, timido e introverso, si inserisce subito alla perfezione negli schemi di Carletto Ancelotti. Pochi giorni ed arriva il primo trofeo: la Supercoppa Europea, strappata al Porto di Mourinho per 1-0 grazie alla rete di Shevchenko. Kakà non gioca, ma il costante impegno del ragazzo convince il mister e l’esordio ufficiale arriva alla prima di campionato. Il 1° settembre 2003 il Milan, fresco di Champions League, affronta l’Ancona: allo stadio Del Conero la gara termina 0-2 per i rossoneri e Kakà effettua il suo debutto, è il primo “incontro ravvicinato del terzo tipo”. Il primo di una lunga serie.
Primo gol nel primo derby
Ammettiamolo, quanti di noi hanno sperato che il primo gol del nuovo acquisto della propria squadra del cuore potesse avvenire proprio in occasione della stracittadina; probabilmente la stragrande maggioranza di noi amanti del calcio. Così è stato per Kakà. Siamo a San Siro, è il 5 ottobre 2003, quinta di campionato, giornata di derby. Il Milan, reduce da tre vittorie ed un pareggio, affronta l’Inter, che invece ha raccolto un bottino di due vittorie e due pareggi. Entrambe, dunque, sono ancora imbattute. Dopo un sostanziale equilibrio per buona parte del primo tempo, Pippo Inzaghi sblocca il risultato con una punizione di Andrea Pirlo intercettata dalla sua testa al 38’ minuto. Le squadre rientrano in campo per la ripresa e neanche il tempo di schierarsi che Shevchenko pesca l’inserimento di Gattuso: sterzata del mastino calabrese e palla scodellata in mezzo; la difesa resta a guardare e Kakà spunta con un colpo di testa a porta sguarnita. È il primo gol rossonero per il fantasista. A chiudere poi il conto ci penserà Sheva a cui risponderà un tardivo centro di Martins per il 3-1 finale.
La rimonta storica
Siamo agli inizi del 2004: è il 21 febbraio e c’è il derby di ritorno in programma. Il Milan, finora, ha incassato una sola sconfitta in ventuno partite. L’Inter, dal canto suo, quattro sconfitte e troppi pareggi che la relegano al quarto posto in classifica. C’è dunque bisogno di una vittoria che scuota l’ambiente. I nerazzurri sembrano partire con il piede giusto, affrontando il match in maniera ordinata. Quindici minuti sul cronometro ed il neo-acquisto Dejan Stankovic sigla lo 0-1 per l’Inter direttamente da calcio d’angolo. Sul calare del primo tempo, poi, ecco il raddoppio: la battuta volante di Cristiano Zanetti trova una deviazione che spiazza Dida. Il Milan si trasforma nell’intervallo ed il secondo tempo è tutta un’altra storia, al 56’ minuto Jon Dahl Tomasson accorcia le distanze ed un giro d’orologio più tardi entra in scena il nostro protagonista. Kakà prende palla sul cerchio di centrocampo e parte in progressione, nessuno lo marca, nessuno lo prende, arriva al limite dell’area e scarica la bordata precisissima a fil di palo, imparabile per Toldo, è 2-2. Ci pensa, infine, l’ex di lusso, Clarence Seedorf a risolvere il match a cinque giri di lancette dal termine con un bolide da molto molto lontano, un gol alla Seedorf. Una rimonta storica, un tassello importante in vista del nostro prossimo capitolo.
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